Tra fiaccole, banchetti e cavalieri, la festa fa rivivere un’epoca intera. Ecco dove e quando accade
Tra le colline della provincia di Siena, a pochi chilometri da Colle Val d’Elsa, si svolge ogni anno una delle rievocazioni più suggestive del panorama italiano. Il borgo murato di Monteriggioni, celebre per le sue torri intatte, si trasforma per tre giorni in un villaggio medievale vivo, popolato da figuranti, artigiani, dame, cavalieri e monaci. L’evento non è una semplice sagra: si tratta di una macchina storica coordinata nei minimi dettagli, che coinvolge la comunità locale e attira migliaia di visitatori da tutta Italia. La prossima edizione, in programma dal 19 al 21 luglio 2025, riporterà il pubblico nel XIII secolo, in un’atmosfera senza filtri dove luci moderne, insegne e oggetti contemporanei scompaiono del tutto.
Tre giorni tra armi, botteghe e musiche d’altri tempi
Appena superato l’ingresso, il borgo appare come sospeso. Le mura fortificate delimitano un’area dove la modernità viene messa da parte. Non circolano auto, non ci sono insegne pubblicitarie, e anche la moneta cambia nome: l’euro viene convertito nella “grossa senese”, simbolica ma necessaria per acquistare pietanze o manufatti. Le vie si riempiono di costumi d’epoca, tamburini, falconieri, sbandieratori e mestieri del passato. Ogni angolo ospita una scena diversa: chi lavora il ferro davanti al pubblico, chi insegna la calligrafia antica, chi costruisce archi o mescola spezie secondo ricette medievali.

Nel campo d’armi si svolgono veri tornei cavallereschi, con prove di destrezza e combattimenti tra cavalieri in armatura. Le sfide, coordinate da istruttori esperti di scherma storica, seguono regolamenti filologici e si svolgono su terreni sterrati, tra l’entusiasmo del pubblico seduto su balle di fieno. Non mancano le dimostrazioni di tiro con l’arco, le danze medievali e i racconti dei cantastorie, che si alternano ai suonatori di liuto e flauto traverso.
Durante il giorno, il pubblico può partecipare a laboratori per bambini, assistere alla preparazione del pane nei forni a legna o semplicemente esplorare le botteghe temporanee che vendono tessuti, ceramiche, candele e utensili realizzati a mano. L’intero borgo è suddiviso in aree tematiche, animate da attori, artigiani e musicisti. Ogni ruolo è documentato e ogni costume è prodotto seguendo fonti storiche precise. Nessun dettaglio è lasciato al caso, nemmeno il linguaggio usato dai figuranti, che alternano italiano antico e narrazione teatrale.
I banchetti notturni e l’atmosfera che accende il borgo
Quando il sole cala, le torri si accendono di luce fioca. Le torce sostituiscono i lampioni, e tutto prende un tono più raccolto. Il momento più atteso arriva con il corteo storico, che parte dalla porta principale e attraversa Monteriggioni tra il silenzio della folla. Dame, nobili, milizie, ecclesiastici e popolani sfilano al ritmo dei tamburi, seguiti dai figuranti delle contrade vicine. Al termine del corteo si apre la cena medievale, servita all’aperto su lunghi tavoli in legno, illuminati da lanterne e candele.
Il menù cambia ogni anno, ma segue le regole alimentari del periodo: niente pomodori, patate o zucchero. Vengono proposti piatti a base di legumi, carni speziate, pane nero, formaggi stagionati e vino delle colline. Il servizio è rigorosamente in terracotta, con brocche d’acqua e posate d’epoca. La cena è accompagnata da musiche dal vivo, scene teatrali e brevi duelli. I posti sono limitati, e le prenotazioni si aprono alcune settimane prima dell’evento.
Durante la notte proseguono le esibizioni di giocolieri e mangiafuoco, che si muovono tra le mura con spettacoli itineranti. L’atmosfera diventa intima, quasi irreale. Chi visita Monteriggioni in quei giorni si trova dentro una parentesi storica concreta, lontana da ogni esperienza turistica standard. Il paese resta vigile e partecipe: l’evento non è imposto da fuori, ma nato dal basso, dalla volontà dei suoi abitanti di raccontare e preservare la propria identità.