Neve in piena estate: ecco i rifugi tra Piemonte e Alta Savoia dove è inverno tutto l’anno

Rifugi alpi.

Un rifugio alpino incastonato tra vette innevate, dove il tempo sembra essersi fermato. - www.okviaggi.it

Luca Antonelli

27 Agosto 2025

Tra i confini di Italia e Francia, ci sono rifugi in alta quota dove la stagione fredda non lascia spazio all’estate, e vivere qui anche solo per un giorno vuol dire affrontare la natura nella sua forma più reale.

Chi cerca il fresco, quello vero, quello che taglia la pelle anche ad agosto, lo trova in quota. A cavallo tra Italia e Francia, lungo le dorsali alpine che separano la Valle d’Aosta, il Piemonte e l’Alta Savoia, ci sono luoghi dove l’inverno non si ritira mai davvero. Rifugi di montagna spesso raggiungibili solo a piedi, dove la temperatura resta bassa anche a Ferragosto, e la neve può cadere a sorpresa, anche quando a valle si soffoca nel caldo. Chi ci arriva non lo fa per caso: ci arriva perché cerca qualcosa che altrove non si trova più. Un passo diverso. Un’aria più leggera, ma non meno intensa.

Rifugi sul confine: tra silenzio, ghiaccio e tracce dell’uomo

Siamo nella zona compresa tra il Monte Bianco e il Monviso, dove la linea di demarcazione tra Italia e Francia non è sempre chiara, ma quella tra civiltà e natura lo è eccome. Rifugi come il Refuge du Couvercle, il Rifugio Quintino Sella al Monviso, o il Rifugio Torino, costruito sopra i 3300 metri e collegato al mondo solo da una funivia, offrono uno spaccato raro del rapporto che gli uomini mantengono con la montagna.

Rifugi alpi.
Un angolo remoto delle Alpi dove il fresco pungente accompagna ogni cammino. – www.okviaggi.it

Le temperature non superano mai i 10 gradi per gran parte dell’anno. Il vento arriva da nord, secco, e porta con sé nuvole basse, nebbie rapide, talvolta neve anche in piena estate. Il ghiaccio è ovunque, anche nei punti dove la roccia sembra nuda. Il silenzio domina. Le uniche voci sono quelle dei camminatori, delle guide alpine, dei gestori dei rifugi che, con gesti lenti e precisi, preparano la minestra calda e stendono coperte di lana sui letti di legno.

In queste zone, tutto funziona con altri ritmi. La legna è ancora una risorsa preziosa. L’acqua va raccolta, filtrata. I cellulari non sempre prendono. Il tempo si allunga, si stacca. Non c’è turismo di massa, ma passaggio selezionato. Arrivano solo quelli che sanno dove stanno andando. E spesso, quelli che non parlano. Non serve.

I rifugi sono anche base per gli alpinisti che puntano alle vette. Qui ci si sveglia prima dell’alba, si parte con la frontale e si scala con il ghiaccio sotto i ramponi. Gli altri restano a guardare il mondo dall’alto, accanto a una finestra appannata, con la zuppa ancora fumante tra le mani.

Dove il meteo cambia in un’ora e la neve può tornare anche in agosto

Il dato più curioso, e insieme più affascinante, è che in molte di queste aree la neve estiva non è una rarità. Basta salire oltre i 2800 metri per scoprire come anche le settimane più calde dell’anno possano essere interrotte da nevicate improvvise. Le temperature scendono sotto lo zero anche di notte, e le giacche leggere che molti portano con sé si rivelano inutili. Serve preparazione, buon senso, conoscenza dell’ambiente.

Questi rifugi si trovano spesso lungo percorsi impegnativi, attraversati da escursionisti esperti o da viaggiatori lenti che si concedono una settimana di disconnessione. Il Tour del Monte Bianco, il GTA, la Haute Route: sono tutti itinerari che passano tra questi punti di appoggio, rendendoli tappa fondamentale per chi vuole attraversare le Alpi da un lato all’altro.

Le storie che si raccolgono tra le pareti di pietra sono spesso intense. Gente che è rimasta bloccata dalla nebbia, che ha camminato per ore senza vedere un sentiero chiaro, che ha trovato rifugio proprio mentre il cielo diventava bianco. A quelle quote, tutto cambia in fretta. Ma il rifugio resta. Con la sua stufa accesa, il brodo salato, i letti a castello e il profumo di lana bagnata che si sente appena si entra.

La montagna vera è lì. Lontana dai circuiti facili, lontana dagli impianti. Sempre un po’ nascosta. E chi ci arriva, spesso non ha bisogno di raccontarlo.

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