Pietro e il Cammino di Santiago: una storia di coraggio e ispirazione oltre la disabilità

Pietro e il Cammino di Santiago: una storia di coraggio e ispirazione oltre la disabilità

Pietro e il Cammino di Santiago: una storia di coraggio e ispirazione oltre la disabilità

Luca Mangano

12 Settembre 2025

Pietro Scidurlo, un quarantasettenne di Varese, ha affrontato una sfida imponente fin dalla nascita: una lesione midollare da parto che gli impedisce di appoggiare il tallone a terra. Tuttavia, invece di lasciarsi sopraffare, Pietro ha trasformato la sua condizione in un’opportunità per esplorare il mondo. «La mia vita adesso è pane e cammino», afferma con determinazione, riflettendo su un percorso che ha cambiato il suo modo di vedere la vita.

Sin da piccolo, Pietro ha vissuto un turbinio di emozioni, spesso caratterizzato da inquietudine e rabbia. «Per molto tempo ho incolpato i miei genitori per la mia situazione. Ero un bambino e un adolescente arrabbiato», racconta. La sua vita ha preso una piega diversa quando, durante un lungo ricovero ospedaliero, ha ricevuto dalla sorella un libro che avrebbe cambiato il corso della sua esistenza: “Il Cammino di Santiago” di Paulo Coelho. Questo libro ha risvegliato in Pietro il desiderio di intraprendere un cammino di ricerca interiore.

il primo cammino di santiago

Pietro ha iniziato a documentarsi e pianificare il suo viaggio. «Non potevo semplicemente andare all’Esselunga e comprare una mountain bike da 80 euro; avevo bisogno di un’handbike, una bicicletta speciale che costava circa 3000 euro». Nonostante le difficoltà economiche e logistiche, nel 2012 Pietro ha intrapreso il suo primo Cammino di Santiago, accompagnato dai suoi genitori. «È stata una corsa contro il tempo», ricorda. L’azienda per cui lavorava non gli ha concesso tempo sufficiente per completare il cammino, quindi ha dovuto accelerare il passo. I suoi genitori, senza esitare, hanno deciso di venire con lui, rendendo il viaggio un’esperienza indimenticabile.

Il viaggio si è trasformato in un’avventura. Il padre Bartolomeo ha pedalato su una bicicletta tradizionale, mentre la madre Tiziana li seguiva a bordo di una jeep, trasportando la carrozzina. Affrontare il Cammino ha comportato incertezze quotidiane, come la ricerca di un letto accessibile. «A volte, un ostello non attrezzato contattava un altro a 40 km di distanza, e ci si trovava a dover affrontare ulteriori chilometri, quando ero già allo stremo delle forze».

il cammino come esperienza di crescita

Pietro ha percorso il Cammino per la prima volta 22 anni fa, dalla Francia fino a Santiago de Compostela. Da allora, ogni anno ha scelto un nuovo itinerario, scoprendo che il cammino non è solo per credenti, ma per chiunque desideri vivere un’esperienza autentica. Usare un’handbike per dodici ore al giorno significa affrontare una fatica immensa. Durante il suo primo cammino, Pietro ha dovuto ricorrere al pronto soccorso più volte. «Un’infermiera mi disse che c’è un momento per mortificare il corpo e uno per elevare lo spirito», riflette Pietro. Per lui, il Cammino è diventato una sfida personale, un’opportunità per digerire il suo passato e cercare una redenzione.

L’esperienza del Cammino ha avvicinato Pietro a Dio. Nei momenti delle 3P (pedalare, piangere, pregare), ha trovato conforto e risposte. «Anche nelle difficoltà più grandi, la mia mente non mi ha mai abbandonato», afferma, riconoscendo il dono enorme di questa esperienza.

un ponte per l’inclusione

Desideroso di condividere la sua esperienza, Pietro ha creato un ponte per altre persone con disabilità, affinché potessero vivere il Cammino come lui. Tornato in Spagna, ha tracciato percorsi e visitato strutture ricettive, scattando centinaia di fotografie. Da questa esperienza è nata nel 2014, per Terre di Mezzo, la guida “Santiago per tutti”, la prima guida europea dedicata a persone con esigenze specifiche. «Perché tutti, in un modo o nell’altro, hanno le proprie irrinunciabili necessità», spiega Pietro.

La guida non si limita a fornire indicazioni sui percorsi, ma offre anche dettagli su alberghi, servizi e attrazioni turistiche in base all’accessibilità. Ogni itinerario è accompagnato da mappe, altimetrie e consigli utili per affrontarlo a seconda dei diversi tipi di disabilità. Inoltre, Pietro ha fondato la onlus Freewheels nel 2012, che conta oggi 50 volontari e si impegna ad aiutare le persone a intraprendere esperienze di viaggio lento lungo gli itinerari europei.

La guida, aggiornata al 2025, ha venduto oltre 8000 copie e ha permesso a 10 mila pellegrini con esigenze particolari di affrontare il Cammino di Santiago. Questo percorso, simbolo di speranza e inclusione, dimostra che la disabilità non è un limite, ma una caratteristica, come avere i capelli biondi o gli occhi grigi. Pietro sottolinea che l’inclusione deve germogliare e portare frutti, e che non ci sono problemi, ma solo soluzioni.

Il Cammino di Santiago, riconosciuto Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO e Itinerario Culturale Europeo, è una testimonianza della resilienza umana e della possibilità di affrontare la vita con coraggio, indipendentemente dalle sfide. La storia di Pietro è un esempio luminoso di come, con determinazione e supporto, sia possibile superare qualsiasi ostacolo.

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