Leonardo da Vinci, uno dei più grandi geni della storia, continua a sorprendere il mondo con la sua mente brillante. Recentemente, un team di ricercatori ha svelato una nuova intuizione del pittore, inventore e scienziato italiano, che anticipa di secoli una tecnica di trattamento del legno, adottata solo molto più tardi. Questa scoperta non è solo un tributo all’ingegno di Leonardo, ma offre anche uno sguardo profondo sulle connessioni culturali tra il Rinascimento e il Giappone.
La chiave di questa scoperta si trova in un appunto quasi nascosto nel Codice Madrid II, un manoscritto di Leonardo conservato nella Biblioteca Nazionale di Spagna. Riscoperto nel 1964, il codice contiene una frase che ha colpito profondamente gli studiosi: “Si manterranno meglio scortecciati e abruciati in superficie che in alcun altro modo”. Questa semplice annotazione ha aperto un mondo di possibilità per l’esperta di Rinascimento Annalisa Di Maria, il biologo molecolare Andrea da Montefeltro e la storica dell’arte Lucica Bianchi, che hanno condotto uno studio approfondito su questo tema.
l’approccio innovativo di leonardo
Fino ad oggi, i metodi di conservazione del legno erano considerati passivi. Ad esempio, le palafitte di Venezia, costruite su fondamenti d’acqua stagnante, sfruttavano l’assenza di ossigeno per rallentare la decomposizione. Leonardo, tuttavia, sfidava le convenzioni, suggerendo un approccio attivo alla conservazione. La sua idea di carbonizzare la superficie del legno per conferirgli nuove proprietà anticipava di oltre due secoli una tecnica giapponese nota come Shou Sugi Ban, o Yakisugi, che sarebbe stata documentata solo nel XVIII secolo. Questo metodo giapponese utilizza la carbonizzazione per proteggere il legno, creando una superficie impermeabile e resistente agli agenti atmosferici, ai fuochi e agli infestanti.
l’influenza delle culture
È interessante notare che Leonardo non poté mai conoscere le pratiche giapponesi, dato che il Giappone era isolato dal resto del mondo durante il XV e XVI secolo. Questa straordinaria coincidenza, secondo gli studiosi, dimostra come due culture, lontane e mai entrate in contatto, abbiano trovato soluzioni simili a problemi comuni: un esempio perfetto di invenzione convergente.
La nota di Leonardo nel Codice Madrid II non è un’affermazione isolata, ma è il risultato di una profonda interazione con autori antichi come Plinio il Vecchio, Vitruvio e Rutilio Tauro Emiliano Palladio. Plinio, nella sua “Naturalis Historia”, descrisse le caratteristiche dei materiali naturali, mentre Vitruvio, nel suo “De Architectura”, fornì consigli sui metodi di taglio del legno. Palladio, un agronomo romano, analizzò invece la coltivazione e la conservazione delle foreste. Leonardo, considerato un “lettore onnivoro”, non si limitò a copiare le idee di questi autori, ma le confrontò, evidenziò le differenze e le integrò con le sue osservazioni pratiche. Questa capacità di sintesi e innovazione è ciò che rende il suo pensiero così straordinario.
la sostenibilità nel pensiero di leonardo
La nota sulla combustione della legna, infatti, non si trova in nessun autore antico, ma rappresenta piuttosto un’idea originale, frutto di una vera e propria sperimentazione. Leonardo, con la sua straordinaria intuizione, colse i principi che oggi sono alla base della scienza dei materiali e della bioarchitettura sostenibile. Già nel suo tempo, affrontò il tema ambientale con una visione lungimirante, dimostrando che la sostenibilità non è un concetto moderno, ma una questione che affonda le radici nel passato.
La scoperta degli studiosi Di Maria, Montefeltro e Bianchi offre una nuova luce sul pensiero di Leonardo, il quale non è un semplice reperto del passato, ma una fonte di ispirazione continua. La sua capacità di unire tradizione e innovazione è un esempio di come il sapere possa evolversi e rinnovarsi nel tempo.
In un’epoca in cui la sostenibilità e la protezione dell’ambiente sono temi di crescente rilevanza, il pensiero di Leonardo diventa ancora più attuale. La sua intuizione sulla carbonizzazione del legno non è solo un contributo storico, ma una lezione che possiamo applicare nel presente e nel futuro. Questo approccio innovativo, che combina conoscenze antiche con pratiche moderne, offre soluzioni concrete a sfide contemporanee.
L’esempio di Leonardo da Vinci ci ricorda che la curiosità e la creatività sono strumenti fondamentali per affrontare le complessità del mondo moderno. La sua eredità continua a vivere attraverso le scoperte dei ricercatori e l’ispirazione che fornisce a nuove generazioni di scienziati, artisti e innovatori. La sinergia tra tradizione e innovazione, che caratterizza il suo lavoro, è la chiave per un futuro sostenibile, in cui l’ingegno umano può continuare a prosperare e a risolvere i problemi del mondo.
In questo contesto, la figura di Leonardo rimane un faro luminoso, una guida che ci invita a esplorare, a riflettere e a sognare, dimostrando che il genio può manifestarsi in modi sorprendenti e inaspettati, anche se secoli dopo la sua vita.