Osaka, 2 aprile 2015 – La penisola di Kii, nel cuore del Giappone centrale, si prepara a una stagione ricca di eventi e celebrazioni che uniscono storia, spiritualità e tradizioni popolari. Da oggi fino a maggio, tra le foreste di Nara, le sorgenti termali di Wakayama e i santuari di Mie, migliaia di visitatori percorreranno antichi sentieri e piazze per partecipare a riti millenari, festival di primavera e cerimonie uniche al mondo. Un calendario fitto, che richiama pellegrini, turisti e curiosi da ogni parte del Giappone e dall’estero.
Kii, la penisola verde e sacra del Giappone
Kii è la più grande penisola dell’isola di Honshu e si stende tra il Pacifico e le montagne della regione Kansai. Qui si incontrano tre prefetture – Nara, Wakayama e Mie – che custodiscono un patrimonio naturale protetto da parchi nazionali, insieme a siti storici di grande rilievo. Dal 2004, il “Sacro Sito e via di pellegrinaggio nella catena montuosa di Kii” è entrato nella lista del Patrimonio UNESCO, un riconoscimento che ha rafforzato il valore spirituale di questa terra.
Tra i luoghi simbolo ci sono il complesso di Kumano Sanzan, meta di pellegrinaggi fin dal periodo Heian (794-1185), il monte Koya-san – legato al monaco Kukai, fondatore del Buddhismo Shingon – e l’area di Yoshino Omine, dove gli asceti praticano lo Shugendo. “Qui la natura è parte della fede”, racconta un monaco del posto, indicando i sentieri immersi nei boschi.
Nara, Wakayama, Mie: tre volti di una stessa penisola
A Nara, antica capitale imperiale, si trovano templi come l’Horyu-ji e il santuario Kasuga Taisha, oltre ai tumuli funerari di Kitora e Takamatsuzuka. “Ogni pietra racconta una storia”, dice una guida del sito UNESCO, mentre mostra i dettagli delle architetture in legno.
Wakayama è famosa soprattutto per il monte Koyasan, uno dei centri spirituali più importanti del Giappone. Nella parte sud, le sorgenti termali di Shirahama e Katsuura attirano chi cerca relax. “Qui la foresta sembra non finire mai”, racconta un abitante, indicando la distesa verde che ha fatto guadagnare alla prefettura il soprannome di “Ki no kuni”, la terra delle foreste.
In Mie, la tradizione culinaria si intreccia con la spiritualità: il santuario di Ise, meta di pellegrinaggi da secoli, affianca le radici leggendarie della scuola ninja di Iga-ryu. “La nostra cucina nasce dalla devozione”, spiega uno chef locale, ricordando che un tempo la regione era chiamata “Miketsu kuni”, la terra dei cibi pregiati destinati all’imperatore.
Primavera tra fede e festa
La primavera sulla penisola di Kii è segnata da appuntamenti che affondano le radici nella storia. Dal 2 aprile al 21 maggio 2015, il monte Koyasan celebra i 1200 anni dalla sua fondazione da parte del monaco Kobo Daishi Kukai. Il rito principale, il “Dai Ho-e”, durerà 50 giorni e vedrà monaci Shingonshu e fedeli da tutto il Giappone riunirsi in cerimonia. Tra i momenti più attesi c’è l’apertura della porta centrale del distretto Danjo Garan e la prima presentazione in dodici secoli della statua principale del Buddha.
A Nara, il tempio Saidaiji ospita ogni primavera la cerimonia del tè “Haru no Oocha Mori Shiki”, rimasta intatta dal 1239. Un monaco serve il tè in una tazza di oltre trenta centimetri di diametro: “Un gesto che unisce passato e presente”, racconta uno degli organizzatori.
Fioriture, festival e antiche tradizioni
La primavera in Giappone è sinonimo di hanami, la festa dei ciliegi in fiore. Sulle rive dei fiumi o nei parchi, famiglie e amici si ritrovano per picnic all’aperto. “Senza hanami non c’è primavera”, scherza una giovane madre mentre sistema le coperte per la giornata.
A Toba, nella prefettura di Mie, il festival “Haru Matsuri” anima i santuari di Ooyamazumi e Kata con danze tradizionali e rappresentazioni di teatro Noh. Quest’anno c’è anche la danza Tengu di Shishi no Mai.
Non mancano poi gli appuntamenti con le arti marziali: a Tokyo, il 18 aprile, si tiene l’Asakusa Yabusame, una spettacolare gara di tiro con l’arco a cavallo nel parco Sumidagawa. La premiazione dell’arciere che centra tutti i bersagli è seguita da una parata che attraversa il quartiere storico.
Infine, a Takayama (prefettura di Gifu), il 14 e 15 aprile torna il famoso festival primaverile con le sfilate dei carri decorati e spettacoli di marionette karakuri. “Ogni carro è un’opera d’arte”, sottolinea un artigiano locale.
Kii, un viaggio tra natura, fede e tradizione
La penisola di Kii si conferma così un crocevia di spiritualità e cultura popolare. Qui il passato convive con il presente, tra sentieri antichi, foreste senza tempo e riti che ancora scandiscono la vita delle comunità locali. Per chi cerca un’esperienza autentica del Giappone, questa stagione offre occasioni uniche: basta lasciarsi guidare dal ritmo lento delle celebrazioni e dalla voce discreta della gente del posto.