Birmingham, 3 novembre 2025 – John Henry Newman, una delle figure più importanti del pensiero religioso inglese dell’Ottocento, è stato proclamato dottore della Chiesa a partire dal primo novembre. Un riconoscimento che arriva dopo anni di studi, discussioni e anche qualche polemica legata alla sua vita privata. Al centro del dibattito c’è la sua lunga e intensa amicizia con Ambrose St John, sacerdote con cui condivise trentadue anni di vita e, volendo, anche la tomba. Una scelta che, a più di un secolo di distanza, continua a far parlare e a suscitare interpretazioni diverse.
Un’amicizia che ha sfidato il tempo: Newman e St John insieme nella morte
Quando morì nel 1890, Newman lasciò scritto chiaramente di voler essere sepolto accanto ad Ambrose St John, scomparso undici anni prima. Dal 1847 i due avevano vissuto insieme, prima a Oxford e poi nell’oratorio di Birmingham. “Non ho mai provato un dolore così grande come la perdita di St John”, confessò Newman in una lettera dell’epoca. La loro tomba comune, nel cimitero di Rednal, attirò subito l’attenzione. Alcuni biografi parlarono di “amicizia spirituale”, altri ipotizzarono legami più profondi. Ma nessuna prova concreta è mai venuta fuori.
Nel 2008, quando il Vaticano avviò la beatificazione di Newman, fu necessario riesumare la salma per trasferire le reliquie in un luogo più accessibile ai fedeli. La decisione scatenò reazioni forti nel Regno Unito: attivisti e studiosi accusarono la Chiesa di voler separare i due sacerdoti per motivi ideologici. “È una scelta che sa di omofobia”, denunciò Peter Tatchell, noto attivista per i diritti civili. Il Vaticano rispose negando ogni intento discriminatorio: “Sono solo questioni canoniche”, spiegò allora il portavoce padre Federico Lombardi.
La scoperta inattesa alla riesumazione e le reazioni
Quando, nell’ottobre 2008, gli operai aprirono la tomba di Rednal, si trovarono davanti a una sorpresa. I resti di Newman e St John erano spariti: della doppia sepoltura restavano solo qualche pezzo di stoffa e qualche oggetto personale. Secondo le prime ricostruzioni, il terreno acido aveva dissolto quasi completamente i corpi nel corso degli anni. “Non c’era nulla da spostare”, ammise il responsabile della diocesi di Birmingham.
La notizia fece presto il giro dei media britannici. Qualcuno parlò di “beffa del destino”, altri sottolinearono come la natura avesse reso impossibile ogni separazione postuma tra i due amici. “Forse è andata meglio così”, commentò un anziano parrocchiano dell’oratorio. Le polemiche si affievolirono quasi subito. Il Vaticano decise comunque di andare avanti con la beatificazione, usando reliquie minori trovate tra gli effetti personali di Newman.
L’eredità di Newman tra fede e amicizia
Questa storia della sepoltura ha riacceso il dibattito sull’eredità di John Henry Newman. Teologo di grande spessore, passato dall’anglicanesimo al cattolicesimo nel 1845, Newman è stato spesso al centro di discussioni per le sue idee innovative sulla coscienza e sulla fede. Ma la sua amicizia con St John ha assunto negli ultimi anni un significato particolare per molti credenti e studiosi.
“Newman ci mostra come l’amicizia spirituale possa andare oltre ogni pregiudizio”, ha detto padre Ian Ker, uno dei suoi biografi più noti. Altri, come il teologo James Alison, vedono nella storia di Newman e St John una sfida alle interpretazioni troppo rigide della tradizione ecclesiastica. La Santa Sede, però, ha sempre mantenuto una linea cauta: “Non ci sono elementi per parlare di altro se non di una profonda comunione spirituale”, ha ribadito più volte la Congregazione per le Cause dei Santi.
Un titolo che chiude un capitolo difficile
Con la proclamazione a dottore della Chiesa, Newman entra ufficialmente tra i grandi maestri della teologia cattolica. Un riconoscimento che, per molti, chiude una stagione di sospetti e malintesi intorno alla sua figura. Eppure, tra le lapidi silenziose del cimitero di Rednal, resta il segno concreto di un’amicizia che ha resistito al tempo e a ogni interpretazione.
“Non importa cosa si dica adesso”, ha confidato una religiosa dell’oratorio di Birmingham, “qui Newman e St John sono sempre stati insieme”. Un dettaglio che, forse più di ogni documento ufficiale, racconta il vero senso della loro storia.