Il Castello di Sammezzano: un gioiello dimenticato riscoperto tra storia e meraviglia

Il Castello di Sammezzano: un gioiello dimenticato riscoperto tra storia e meraviglia

Il Castello di Sammezzano: un gioiello dimenticato riscoperto tra storia e meraviglia

Luca Mangano

4 Novembre 2025

Firenze, 4 novembre 2025 – Dopo più di trent’anni di abbandono, il Castello di Sammezzano a Leccio, nel comune di Reggello, ha finalmente cominciato a rinascere. Mercoledì 15 ottobre, all’alba, sono partiti i lavori di messa in sicurezza e di valorizzazione di uno dei più rari esempi di architettura orientale ed eclettica in Europa. È un progetto voluto dalla famiglia Moretti, decisa a riportare alla luce questo tesoro storico e culturale, troppo a lungo dimenticato.

Il sogno di una rinascita atteso da decenni

Il Castello di Sammezzano, immerso nel verde del suo parco monumentale, è rimasto chiuso e inaccessibile per oltre trent’anni. Le sue sale decorate, i soffitti colorati, le forme arabeggianti sono stati lasciati al degrado e alle intemperie. Ora, grazie all’impegno della società SMZ srl, guidata dalla famiglia Moretti, si apre una nuova pagina. “Sammezzano è un sogno fiabesco, prima di tutto valoriale”, ha detto Ginevra Moretti, amministratore delegato, durante una breve visita ai cantieri. “Per noi è un impegno concreto per salvare uno dei pochi esempi rimasti di architettura orientale ed eclettica in Europa. Prima di tutto metteremo in sicurezza il castello, poi partiremo con le pratiche per aprire il piano nobile come museo, insieme al parco”.

Tra storia e natura: i lavori sono iniziati

Il cantiere è partito già a settembre, ma solo a metà ottobre sono cominciate le operazioni più delicate: consolidare le strutture, proteggere gli affreschi, pulire le zone più esposte. Gli operai lavorano tra impalcature e teli protettivi, mentre fuori, lungo i vialetti del parco, tecnici e botanici si muovono con attenzione. Maximillian Fane, responsabile della parte forestale e botanica, ha sottolineato: “Vogliamo creare esperienze culturali che convivano con la natura del castello e la tutela del parco monumentale”. L’obiettivo è chiaro: unire il restauro del castello con la valorizzazione del paesaggio, per offrire ai visitatori un’esperienza che mescoli arte, storia e natura.

Il castello che torna alla gente

La famiglia Moretti non punta solo a conservare, ma a far rivivere il Castello di Sammezzano come uno spazio aperto a eventi culturali, incontri e ospitalità. Giorgio Moretti, sostenitore del progetto, ha confessato: “Il Castello di Sammezzano è un sogno che inseguiamo da cittadini da anni. Ora siamo felici di veder partire questa rinascita e di restituire vita, dignità e futuro a un bene di bellezza unica, troppo a lungo dimenticato”. Intanto, nel cortile interno, alcuni abitanti del luogo seguono con curiosità i lavori degli operai. C’è attesa anche tra gli appassionati di arte e storia locale: molti ricordano le visite guidate degli anni Novanta e sperano che il castello diventi presto una tappa importante per il turismo culturale in Toscana.

La sfida quotidiana di tutelare e valorizzare

Gestire un progetto così richiede costante attenzione. Ginevra Moretti e Maximillian Fane seguono ogni fase, dal restauro conservativo alla progettazione degli spazi espositivi. “Non vogliamo stravolgere il luogo”, ha detto Ginevra Moretti. “L’equilibrio tra tutela e apertura al pubblico sarà la nostra priorità”. Secondo le prime previsioni, il piano nobile potrebbe riaprire entro la fine del 2026, anche se tutto dipenderà dall’andamento dei lavori e dalle autorizzazioni delle istituzioni coinvolte, a partire dal Comune di Reggello.

Un patrimonio che torna a splendere in Toscana

Il Castello di Sammezzano si prepara a tornare protagonista nel panorama artistico e turistico regionale. La dedizione della famiglia Moretti – non solo economica ma anche pratica – dimostra come la collaborazione tra privati e istituzioni possa restituire valore al patrimonio storico italiano. Nei prossimi mesi saranno organizzate visite guidate riservate agli esperti e agli studiosi; solo allora si potrà capire davvero l’impatto di questo intervento.

Per ora resta la soddisfazione di vedere finalmente riaccendersi le luci su uno dei luoghi più affascinanti della Toscana. Un castello che torna a vivere – tra passato e futuro – grazie a un progetto che mette al centro la tutela, la cultura e l’apertura a tutti.

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