Milano, 7 novembre 2025 – Il traffico internazionale di cocaina non si ferma e continua a espandersi, partendo dalle piantagioni sudamericane fino ad arrivare alle piazze europee. Il giro d’affari è enorme: secondo le ultime stime dell’ONU, si aggira intorno ai 500 miliardi di euro all’anno. A tirare le fila restano i soliti grandi nomi del crimine organizzato: la ‘ndrangheta calabrese, i cartelli messicani e, sempre più spesso, il Comando Vermelho brasiliano. Negli ultimi mesi, la produzione, il traffico e il consumo di cocaina sono cresciuti, e rotte e alleanze si fanno sempre più complesse.
La ‘ndrangheta comanda in Europa
Gli ultimi rapporti di Europol confermano che la ‘ndrangheta è ancora il principale importatore di cocaina in Europa. Le indagini tra Reggio Calabria, Rotterdam e Anversa mostrano come i clan calabresi gestiscano direttamente i contatti con i produttori sudamericani. Ma negli ultimi due anni qualcosa è cambiato: la logistica in America Latina viene sempre più affidata a gruppi o singoli di origine albanese. “È una delega operativa – spiega un investigatore della Direzione Distrettuale Antimafia – che permette ai clan italiani di ridurre i rischi, mantenendo il controllo sulle fasi decisive dell’importazione”.
Le rotte principali passano per Brasile, Colombia e Venezuela, con sbarchi nei grandi porti del Nord Europa. Solo nel 2024, secondo la Guardia di Finanza, sono state sequestrate oltre 110 tonnellate di cocaina nei porti europei, un record che fa capire quanto il fenomeno sia in crescita.
Cartelli messicani e Comando Vermelho: un nuovo fronte
Dall’altra parte dell’Atlantico i cartelli messicani – come Sinaloa e Jalisco Nueva Generación – continuano a dominare produzione e trasporto verso Stati Uniti ed Europa. Ma negli ultimi mesi è spuntato un nuovo protagonista: il Comando Vermelho, nato nelle favelas di Rio de Janeiro. Secondo la polizia federale brasiliana, il gruppo ha stretto accordi diretti con intermediari europei per assicurarsi forniture costanti e sicure.
“Il Comando Vermelho ha saputo infilarsi nelle crepe lasciate dai cartelli tradizionali – dice un funzionario dell’Interpol – offrendo prezzi competitivi e una rete logistica che parte dai porti brasiliani e arriva fino ai terminal del Mediterraneo”. Il sistema si avvale anche di corrieri insospettabili: camionisti, marinai, perfino turisti occasionali.
Albanesi sempre più protagonisti nella logistica
Un altro elemento che sta cambiando gli equilibri del narcotraffico è la crescente presenza di gruppi albanesi nella gestione della logistica. Le indagini della polizia olandese li indicano come responsabili del trasporto via terra e dello stoccaggio in Paesi Bassi, Belgio e Germania. “Sono veloci, discreti e poco appariscenti – racconta un investigatore italiano – per questo la ‘ndrangheta si affida a loro per le fasi più delicate”.
Solo nell’ultimo anno, le autorità hanno documentato almeno una decina di operazioni congiunte tra clan calabresi e reti albanesi. In alcuni casi, i carichi erano nascosti tra container di frutta o altri prodotti alimentari, con arrivi notturni nei porti più piccoli dell’Adriatico.
Consumo in aumento e rotte sempre più varie
Il consumo di cocaina in Europa è in crescita. L’ultimo rapporto dell’Osservatorio europeo delle droghe parla di oltre 4 milioni di consumatori abituali nel 2024. Il prezzo al dettaglio va dai 60 ai 100 euro al grammo nelle grandi città come Milano, Roma e Napoli, mentre nei centri più piccoli si registrano rincari fino al 20%.
Le rotte si stanno diversificando: oltre ai soliti sbarchi nei porti del Nord Europa, crescono gli arrivi via Spagna e Grecia. In alcune inchieste recenti sono emersi legami con organizzazioni criminali africane, che danno una mano nella distribuzione finale.
Un giro d’affari da mezzo trilione di euro
Calcolare il valore preciso del traffico di cocaina è difficile, ma secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC) il business globale supera i 500 miliardi di euro all’anno. Una cifra che vale più del PIL di molti Paesi africani e che continua a alimentare violenza, corruzione e instabilità politica lungo tutte le rotte.
Le forze dell’ordine europee e sudamericane lavorano da anni insieme in task force, ma – come ha ammesso un ufficiale della Guardia Civil spagnola – “la capacità dei trafficanti di reinventarsi è superiore a ogni sforzo repressivo”. E mentre le strategie cambiano, la domanda di cocaina non accenna a diminuire.