Senegal: un viaggio affascinante tra oceano e savana africana

Senegal: un viaggio affascinante tra oceano e savana africana

Senegal: un viaggio affascinante tra oceano e savana africana

Simona Carlini

7 Novembre 2025

Dakar, 7 novembre 2025 – Il Senegal, affacciato sull’Atlantico e immerso in una natura viva fatta di spiagge di palme, laghi rosa e maestosi baobab, continua a farsi largo tra le mete più affascinanti dell’Africa occidentale per chi cerca un viaggio tra relax e scoperta. Con l’arrivo della stagione secca, che va da novembre a maggio, il Paese si mostra nella sua veste migliore: clima mite, zero piogge e una luce che esalta i colori di città e villaggi.

Dakar e la costa: mercati, pescatori e vita vera

Dakar, la capitale, accoglie i turisti con voli diretti da molte città europee. L’aeroporto internazionale Blaise Diagne dista poco più di cinquanta chilometri dalle località balneari della Petite Côte, così gli spostamenti sono veloci e comodi. Tra il via vai dei mercati cittadini e le viuzze di Gorée, si respira un’aria sospesa tra passato coloniale e l’energia dell’Africa. “Il Senegal si capisce piano piano, bisogna lasciarsi andare al ritmo del posto”, racconta Mamadou, guida turistica di Dakar.

Nei villaggi del delta del Saloum, la vita segue il battito del sabar, il tamburo tradizionale, mentre nell’aria si diffonde il profumo del thiéboudienne, il piatto a base di riso e pesce speziato. Le tradizioni wolof, mandinga e di altre etnie si vedono ovunque: nella musica, nell’artigianato, nei sapori intensi della cucina. “Qui la gente si incontra nei mercati, si parla francese ma anche wolof, e ognuno porta con sé la propria storia”, spiega Awa, commerciante del quartiere Medina.

Sulla Petite Côte: mare, divertimento e relax

Francorosso ha puntato sul Senegal per due dei suoi resort principali. Il SeaClub Riu Baobab, sulla Petite Côte, guarda dritto sull’oceano: ci sono cinque piscine (una con bar), un parco acquatico con scivoli e anche una discoteca. La formula all inclusive comprende il ristorante principale Yassa, con buffet e show cooking, più tre ristoranti serali a tema: l’asiatico Dorayaki, l’italiano Veneto e un grill à la carte. Durante il giorno, diversi bar sono sempre aperti, incluso il pool bar.

Il centro benessere è a pagamento, mentre SUP, kayak e pedalò si possono usare senza costi extra. Lo staff di animazione organizza giochi e spettacoli sia di giorno che di sera, e per i più piccoli c’è un miniclub internazionale. “Molti ospiti cercano relax ma vogliono anche vivere esperienze vere: escursioni nei villaggi vicini o lezioni di cucina locale”, dice Fatou, responsabile dell’accoglienza.

Non lontano c’è il Royal Horizon Baobab, più intimo e tranquillo. È immerso in una riserva naturale tra l’Atlantico e la laguna di Somone, circondato da una comunità dedita alla pesca e all’artigianato. Il villaggio vicino conserva uno stile di vita autentico: reti stese al sole, donne che lavorano il pesce, bambini che giocano in riva al mare.

Nell’entroterra: storia e natura da scoprire

Chi vuole andare oltre la costa può scegliere l’itinerario Orizzonti Senegalesi di Francorosso, che unisce memoria e paesaggi unici. Il primo giorno si parte per l’isola di Gorée: bastano venti minuti di traghetto per lasciare Dakar e arrivare tra case dai colori pastello e stradine di ciottoli. La visita alla Maison des Esclaves, con la famosa ‘porta del non ritorno’, è uno dei momenti più toccanti del viaggio. Dopo un pranzo in un ristorante tipico, il tour continua tra la Place de l’Indépendance, la Corniche sull’oceano, il mercato artigianale di Soumbédioune e il Monumento del Rinascimento Africano.

Nel pomeriggio si raggiunge il Lac Retba, noto come lago rosa per le sue acque saline. Il secondo giorno si visita la riserva di Noflaye, dove vive la tartaruga gigante Sulcata. Poi c’è un laboratorio di cucina dedicato al Tiebou Dieune, il piatto nazionale riconosciuto Patrimonio UNESCO. La giornata si chiude con il rito del tè alla senegalese, prima di partire verso nord.

Saint-Louis e il Parco Djoudj: natura e passato coloniale

Il terzo giorno si apre nel Parco Nazionale del Djoudj, Patrimonio UNESCO e primo punto d’acqua dopo il Sahara per milioni di uccelli migratori. La navigazione in piroga scivola tra canali silenziosi dove si avvistano aironi, pellicani e fenicotteri. Dopo un pranzo al campo Ndiaguamar, nel pomeriggio si visita Saint-Louis in calesse: il Ponte Faidherbe, le dimore coloniali, la Cattedrale e il Museo dell’Aéropostale sono tappe obbligate.

L’itinerario si chiude nel quartiere dei pescatori di Guet Ndar, tra piroghe colorate e reti stese al sole. “Saint-Louis è un ponte tra Africa ed Europa, qui tutto parla di incontri”, racconta Cheikh, storico locale. In Senegal ogni viaggio è un intreccio di incontri, sapori e storie che restano nel cuore molto tempo dopo il ritorno a casa.

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