Istria croata: scopri i tesori tra mare e pietra

Istria croata: scopri i tesori tra mare e pietra

Istria croata: scopri i tesori tra mare e pietra

Simona Carlini

9 Novembre 2025

Rovigno, 9 novembre 2025 – Nel cuore dell’Istria croata, a due passi dal confine italiano, Rovigno accoglie ogni giorno viaggiatori e curiosi con un’atmosfera sospesa tra passato e presente. Qui, dice un vecchio detto locale, “il pane e i pensieri li ha presi lei, la nostra supa”. È un modo per raccontare una bevanda antica, la supa rovignese, fatta con vino Terrano scaldato, zucchero e servita nella tradizionale bukaleta di terracotta. Ma chi arriva in questo borgo – lo si capisce subito, passeggiando tra le calli strette e le case dai colori pastello – trova molto più di una semplice ricetta: trova un luogo che, davvero, “prende i pensieri” e li rende più leggeri.

La supa rovignese: un rito che unisce

La supa non è solo da bere. È un vero e proprio rito. Ogni famiglia ha la sua versione, ma la base è sempre il vino Terrano – rosso intenso, prodotto sulle colline intorno a Rovigno – scaldato a 27-30 gradi, addolcito con zucchero e a volte arricchito con una scorza d’arancia o una fetta di pane. “Mia nonna diceva che la supa si beve quando fuori tira la bora”, racconta Ivana, 54 anni, che gestisce una piccola konoba vicino al porto. La bukaleta, la brocca di terracotta decorata a mano, passa di mano in mano tra amici e parenti. Un gesto semplice, quasi antico. Eppure, in quei momenti, il tempo sembra fermarsi.

Rovigno, un borgo che incanta e accoglie

Rovigno, che oggi conta poco più di 13mila abitanti, si stende su una penisola che si protende nell’Adriatico. Le sue case colorate si specchiano nell’acqua calma del porto vecchio. All’alba, i pescatori tornano con cassette piene di sardoni e branzini freschi. L’odore del mare si mescola a quello del pane appena sfornato. “Qui la vita scorre lenta, anche in estate”, spiega Marko, 37 anni, guida turistica. I visitatori si perdono tra le viuzze acciottolate di Grisia, la via degli artisti, o salgono fino alla chiesa di Sant’Eufemia per godersi il panorama. Non mancano i dettagli: le persiane verdi, i panni stesi alle finestre, il rumore delle biciclette sul selciato.

Rovigno, ponte tra culture

La storia di Rovigno è fatta di incontri e mescolanze. Fino al 1947 era territorio italiano; oggi si parla croato, ma molti anziani usano ancora il dialetto veneto-istriano. Nei caffè del centro si sente spesso un miscuglio di lingue: “Qui ci capiamo tutti, basta un sorriso”, scherza Andrea, 68 anni, ex pescatore. Le tradizioni culinarie rispecchiano questa identità mista: oltre alla supa, spiccano piatti come il brodetto di pesce e la pasta fatta in casa con il tartufo istriano.

Turismo in crescita, ma con i piedi per terra

Negli ultimi anni Rovigno ha visto aumentare il turismo, soprattutto da Italia, Austria e Germania. Secondo i dati dell’ente turistico locale, nel 2024 si sono superati i 2 milioni di pernottamenti. Eppure, il borgo prova a mantenere un equilibrio: “Non vogliamo diventare una vetrina, preferiamo restare autentici”, ha detto il sindaco Marko Paliaga durante un incontro pubblico a settembre. Ci sono alcune iniziative che puntano sulla sostenibilità: limiti agli affitti brevi nel centro storico, incentivi per chi apre botteghe artigiane o ristoranti gestiti in famiglia.

Il fascino discreto della vita di tutti i giorni

Passeggiando al tramonto lungo il molo di Santa Caterina o tra le bancarelle del mercato del pesce, si respira l’anima vera di Rovigno. Non sono solo i monumenti o le spiagge a colpire chi arriva da fuori – è quella sensazione di essere accolti senza fretta. “Quando bevo la supa con gli amici, mi sembra che i problemi restino fuori dalla porta”, confida Luka, 29 anni, musicista. Forse è questo il segreto del borgo: saper alleggerire i pensieri di chi passa, anche solo per una sera.

Tra un sorso di vino caldo e una chiacchiera sotto i lampioni gialli del centro, Rovigno continua a prendersi cura dei suoi ospiti come fa da secoli. Senza clamore. Con la semplicità delle cose che restano.

Change privacy settings
×