Città del Messico, 9 novembre 2025 – A pochi giorni dall’inizio della Fifa World Cup 2026, la capitale messicana è un vero e proprio cantiere a cielo aperto. Tra lavori che non si fermano mai e un’aria carica di attesa, Città del Messico si prepara a ricevere tifosi e visitatori da ogni angolo del mondo. Lonely Planet l’ha inserita tra le “Best in Travel 2026” e qui si mescolano tradizione, innovazione e una vitalità che non conosce soste. Dal cuore pulsante dello Zócalo fino alle tranquille acque di Xochimilco, si respira un conto alla rovescia fatto di rumori, colori e promesse.
Estadio Azteca: si lavora contro il tempo
All’alba, intorno allo Estadio Azteca – uno dei templi storici del calcio mondiale – le strade sono già piene di operai e tecnici. Si corre per finire gli ultimi ritocchi: nuovi ingressi di sicurezza, segnaletica in più lingue, spazi per accogliere i tifosi. “Facciamo tutto il possibile per essere pronti in tempo”, spiega Jorge Ramírez, responsabile dei lavori pubblici del municipio, mentre indica una fila di camion carichi di materiale. Solo nell’ultimo anno, il Comune ha speso più di 120 milioni di dollari in infrastrutture e trasporti. Ma tra chi abita qui non mancano i dubbi. “Speriamo che tutto questo non resti solo un vantaggio per i turisti, ma che serva anche a noi”, confida Mariana, che lavora in un negozio lungo Avenida Insurgentes.
Lo Zócalo e Xochimilco: la città si prepara a festeggiare
Nel centro storico, lo Zócalo – la grande piazza che da secoli ospita manifestazioni e feste – diventerà il fulcro delle fan zone. Striscioni colorati, bandiere da ogni continente e maxischermi sono già comparsi tra la Cattedrale Metropolitana e il Palacio Nacional. “Qui si respira un’atmosfera diversa”, racconta Esteban, tassista da vent’anni, mentre indica i gruppi di volontari impegnati a distribuire mappe e gadget. Poco lontano, nei quartieri di Coyoacán, la rinnovata Casa Rossa di Frida Kahlo attira i visitatori. L’edificio appena restaurato ospita una mostra temporanea che mette in luce i legami tra arte e sport. “Un modo per raccontare il Messico anche fuori dal campo”, spiega la curatrice Ana Torres.
A sud, le trajinera – le tipiche barche colorate di Xochimilco – sono pronte a portare i tifosi lungo i canali. Tra musica mariachi e il profumo dei tacos al pastor, la festa sembra già iniziata. “Ogni Mondiale è un motivo in più per stare insieme”, sorride Carlos, barcaiolo da tre generazioni.
La fede e il tifo: la Madonna di Guadalupe in prima fila
In Messico, ogni grande evento pubblico richiama anche la dimensione spirituale. In questi giorni, la Basilica di Guadalupe vede crescere il flusso di pellegrini: molti chiedono protezione per la nazionale, altri semplicemente una benedizione per la città. “La fede fa parte di chi siamo”, ha detto padre Luis durante una messa gremita domenica mattina. La diocesi stima che nei giorni delle partite più importanti arriveranno oltre 200mila persone.
Tra speranze e preoccupazioni
Dietro l’entusiasmo ufficiale, però, ci sono anche timori. Il traffico, già intenso in condizioni normali, potrebbe diventare un vero incubo durante il torneo. Le autorità hanno annunciato misure speciali per i mezzi pubblici e restrizioni temporanee alla circolazione privata nelle zone centrali. “Ci vorrà pazienza”, ha ammesso il sindaco Martí Batres in un’intervista recente. Sul fronte sicurezza, sono stati schierati oltre 15mila agenti tra polizia locale e federale. “Vogliamo che sia una festa per tutti”, ha garantito il capo della polizia Jesús Orta.
La Coppa del Mondo, una grande occasione per la città
Per molti commercianti e operatori turistici, la Fifa World Cup 2026 è un’opportunità da non perdere. Secondo la Camera di Commercio, l’indotto potrebbe superare i 2 miliardi di dollari tra giugno e luglio. Hotel come il Gran Hotel Ciudad de México sono già al completo per le date più importanti. “Aspettiamo ospiti da almeno quaranta paesi diversi”, dice la direttrice Laura Mendoza.
Ma tra i vicoli di Roma Norte o nei mercati di San Juan si sente anche una certa prudenza. “Il calcio unisce, ma non risolve tutto”, riflette Javier, libraio in Calle Donceles. Solo quando i riflettori si spegneranno si capirà se questa festa lascerà qualcosa in più di un ricordo sportivo.