Le città italiane più pericolose: la classifica che scuote l’opinione pubblica

Le città italiane più pericolose: la classifica che scuote l'opinione pubblica

Le città italiane più pericolose: la classifica che scuote l'opinione pubblica

Luca Mangano

9 Novembre 2025

Milano, 9 novembre 2025 – La criminalità in Italia torna a salire, spinta soprattutto dai reati di strada e dalla microcriminalità urbana. È quanto emerge dalle ultime rilevazioni del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno. Nel 2024 sono stati denunciati 2,38 milioni di reati, con un aumento dell’1,7% rispetto al 2023 e del 3,4% rispetto al 2019. Numeri che, pur lontani dai picchi di dieci anni fa, ridisegnano il panorama della sicurezza nelle grandi città.

Milano, Roma e Firenze: le metropoli dove si concentra il crimine

Il rapporto annuale del Viminale e l’Indice della Criminalità 2025 del Sole 24 Ore confermano che le grandi città restano i luoghi più a rischio. Milano è al primo posto con 6.952 reati ogni 100mila abitanti e oltre 225mila denunce in un anno: un reato ogni due minuti, in media. Dietro di lei, c’è Firenze, con 6.507 reati ogni 100mila abitanti, in crescita del 7,4% rispetto al 2023, e Roma, terza con 5.990 denunce per 100mila abitanti e un aumento del 5,9%. Solo nella Capitale, nel 2024, sono stati segnalati 33.431 furti con destrezza.

Il fenomeno riguarda soprattutto le zone più affollate e frequentate. «A Roma arrivano fino a 50mila turisti al giorno», spiega l’ex procuratore di Milano, Francesco Greco, «e questo pesa sul tasso di criminalità, che però non tiene conto di queste presenze temporanee». Secondo Greco, la grande quantità di persone che si spostano – turisti, pendolari, studenti – moltiplica le “opportunità criminali”. Eppure, il controllo delle forze dell’ordine nelle ore notturne spesso non basta: «Oltre a puntare molto sulla videosorveglianza», aggiunge Greco, «servirebbe una presenza più forte di agenti nelle ore di buio».

Furti e rapine in crescita: i dati del 2024

Nel dettaglio, nel 2024 sono stati denunciati oltre un milione di furti, pari al 44% di tutti i reati. Aumentano soprattutto i furti in abitazione (+4,9%), i furti d’auto (+2,3%), quelli con strappo (+1,7%) e con destrezza (+0,6%). Crescono anche le rapine (+1,8%), i reati legati agli stupefacenti (+3,9%) e le violenze sessuali, con un +7,5%.

Marco Dugato, dell’Osservatorio Transcrime dell’Università Cattolica di Milano, commenta: «Questi aumenti sono in parte normali, viste le difficoltà sociali ed economiche che stiamo attraversando. Anche le tensioni internazionali influiscono sui fenomeni criminali». Un punto di vista condiviso da molti esperti: la pandemia ha lasciato ferite sociali ed economiche che si riflettono sulla sicurezza delle città.

Dove il crimine colpisce di più e dove invece si respira sicurezza

La classifica delle province con più reati ogni 100mila abitanti vede ancora al top le grandi città. Dopo Milano, Firenze e Roma, ci sono Bologna, con un aumento delle rapine in strada del 34% rispetto al 2023, e Torino, quinta con un +2,7% ma ancora sotto i livelli del 2014. Seguono Rimini, penalizzata dal turismo; Venezia, dove i borseggi si concentrano nei punti più affollati; Genova, in crescita per reati predatori; Prato, con molte denunce per reati economici; e infine Napoli, che chiude la top ten con 4.479 reati ogni 100mila abitanti.

Nelle 14 città metropolitane italiane si concentra quasi il 48% dei reati totali. Le province meno colpite restano Oristano, Potenza, Benevento, Enna, Sondrio, Treviso e Pordenone. Qui la percezione di sicurezza è più alta: meno persone, meno turisti e legami sociali più stretti sembrano fare la differenza.

La sfida della sicurezza nelle città

Il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, sottolinea come «i numeri complessivi nascondano situazioni molto diverse. Servono più presidi, più agenti e più risorse sul territorio per garantire sicurezza». Una richiesta che arriva da molti amministratori locali. La sfida per il 2025 sarà proprio questa: contenere la microcriminalità e restituire fiducia ai cittadini, mostrando che le istituzioni possono proteggere chi vive e lavora in città.

Mentre si aspettano i dati ufficiali del 2025, che arriveranno solo nei primi mesi del prossimo anno, il quadro resta quello di un’Italia divisa in due: metropoli alle prese con l’aumento dei piccoli reati e province dove la sicurezza tiene ancora. Ma la percezione della gente cambia in fretta: basta una rapina in pieno giorno o una serie di furti in un quartiere per far salire la richiesta di risposte concrete. Ed è proprio lì, tra numeri e storie di ogni giorno, che si misura davvero il polso della sicurezza nel Paese.

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