Genova, 15 novembre 2025 – Le Cinque Terre, incastonate tra le scogliere liguri, continuano a richiamare viaggiatori da ogni parte del mondo. Il richiamo? Le case dai colori pastello che si arrampicano sui pendii e i sentieri che uniscono i cinque borghi storici. Ma proprio questa bellezza – resa celebre anche dal film Disney “Luca” – sta diventando una sfida: il turismo di massa rischia di mettere a dura prova uno degli angoli più iconici d’Italia.
Cinque Terre, tra incanto e turismo di massa
Ogni giorno, migliaia di visitatori si riversano nelle strette vie di Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso al Mare. Arrivano spesso in treno da La Spezia o Levanto, con il telefono in mano, pronti a fotografare scorci da cartolina. “D’estate è quasi impossibile camminare senza urtare qualcuno”, racconta Marco, commerciante a Vernazza. Ma chi decide di fermarsi qualche giorno – almeno tre o quattro – scopre un’altra faccia del posto: il tramonto che incendia il mare, il silenzio che cala sui vicoli quando se ne vanno i gruppi organizzati.
Cinque borghi, cinque volti
Riomaggiore, il più a sud, accoglie con terrazze piene di ristoranti e bar. Il Castello domina dall’alto, mentre la focaccia del Panificio Rosi sparisce in un attimo tra una salita e l’altra. A Manarola, le case sembrano sfidare la gravità; la strada principale scende a spirale verso il mare. “Qui il tempo si ferma davvero”, dice Elisa, che gestisce una piccola guesthouse. Corniglia, l’unico borgo che non si affaccia direttamente sul mare, si raggiunge salendo 383 gradini. La fatica viene ripagata da una vista che abbraccia tutto l’arcipelago.
Vernazza è la più vivace. Il porticciolo, la chiesa di Santa Margherita d’Antiochia e i caruggi medievali ricordano Genova. Monterosso al Mare, invece, offre l’unica spiaggia sabbiosa del territorio e un centro storico che si anima soprattutto la mattina, quando le pasticcerie sfornano la torta monterossina.
Quando andare e come muoversi
Il periodo migliore per visitare le Cinque Terre? Primavera e autunno. In estate le folle sono ingestibili, i sentieri spesso bloccati. In inverno il paesaggio è più raccolto, ma qualche sentiero può chiudere per maltempo. “Meglio evitare ponti e festività italiane”, consiglia Chiara, guida locale.
Arrivare non è semplicissimo: gli aeroporti più vicini sono quelli di Genova e Pisa, poi si prosegue in treno (1-2 ore). L’auto è sconsigliata: parcheggi rari e costosi, strade strette e tortuose. “Ho provato a guidare qui una volta: mai più”, racconta un turista tedesco incontrato a Corniglia. Il treno è la scelta migliore: ogni 15-20 minuti collega i cinque borghi, con biglietti tra 5 e 10 euro a corsa. C’è anche la Cinque Terre Card, che offre viaggi illimitati in treno e accesso ai sentieri principali.
Esperienze da non perdere
Per vivere davvero le Cinque Terre, bisogna camminare sul Sentiero Azzurro, il percorso panoramico che collega i borghi (attenzione: alcune parti possono essere chiuse per frane). Da agosto 2024 è di nuovo aperta anche la famosa Via dell’Amore, il tratto pianeggiante tra Riomaggiore e Manarola.
Un altro modo per scoprire la costa è dal mare: i battelli della Navigazione Golfo dei Poeti collegano La Spezia e Levanto ai villaggi. Sbarcare nei piccoli porti offre una vista diversa sulle terrazze coltivate a vite e ulivo, un lavoro duro che da secoli disegna il paesaggio.
Cibo, vino e prezzi
Mangiare alle Cinque Terre non è economico: un panino costa dai 7 ai 12 euro, una cena per due può superare i 100 euro. “Qui la qualità si paga”, spiega il titolare di un’enoteca a Manarola. Il vino locale – bianco, sapido, con un tocco di sale – si gusta nei bar panoramici come A Pié de Ma o Cappun Magru. Da non perdere lo Sciacchetrà, il passito amato da papi e re d’Europa.
Dormire nei borghi richiede un budget medio-alto: una camera doppia parte da 140 euro a notte. Più economici gli alloggi a La Spezia o Levanto, dove si trovano anche soluzioni per famiglie o gruppi.
Consigli pratici e rispetto del territorio
Le strade sono ripide, i sentieri esposti: serve un buon paio di scarpe (le infradito sono vietate sui percorsi), acqua e un po’ di attenzione. Chi ha problemi di mobilità deve scegliere con cura dove dormire; Monterosso è il borgo più accessibile.
Per non peggiorare il fenomeno dell’overtourism, gli operatori invitano a fermarsi più a lungo, comprare prodotti locali e rispettare l’ambiente. “Senza i vigneti piantati dai giovani del posto – avverte una guida ambientale – le frane sarebbero ancora più frequenti”.
Le Cinque Terre restano un posto unico, ma fragile. Solo chi sceglie di viverle con calma riesce davvero a coglierne l’anima.