Delhi, 15 novembre 2025 – In tutta l’India, le dimore di famiglia trasformate in boutique hotel stanno conquistando i viaggiatori in cerca di autenticità, ospitalità vera e un contatto diretto con la cultura locale. Da Leh a Mumbai, da Goa alle campagne del Bengala, queste strutture – spesso gestite da generazioni della stessa famiglia – offrono un’alternativa concreta ai grandi alberghi, promettendo esperienze intime e radicate nel territorio.
Boutique hotel di famiglia: un modo nuovo di viaggiare in India
Negli ultimi anni, sempre più famiglie indiane hanno aperto le porte delle proprie case – o hanno restaurato antiche residenze – per accogliere ospiti da tutto il mondo. Il fenomeno dei boutique hotel familiari cresce soprattutto tra chi vuole un soggiorno lontano dai soliti itinerari turistici. “I nostri ospiti vogliono vivere la vera India, non solo visitarla”, racconta Maneesha Panicker, fondatrice del Kayal Island Retreat in Kerala. Qui, sulle calme acque del lago Vembanad, sembra che il tempo si fermi: quattro cottage nascosti tra le palme, materiali riciclati e cene preparate con prodotti locali.
Da Goa a Shimla: storie di accoglienza e tradizione
A sud, nel villaggio di Majorda, Vivenda Dos Palhaços è gestita dai fratelli Simon e Charlotte Hayward. La casa, in stile portoghese e con oltre 120 anni sulle spalle, si trova a un chilometro dal mare. Le otto camere portano nomi di città indiane – Madras, Ooty, Darjeeling – e sono arredate con legno naturale e tocchi vintage. “Al mattino si sentono i galli e le campane della chiesa”, racconta Charlotte. Gli ospiti spesso si fermano a chiacchierare in veranda o a giocare con i cani di casa, Kitten e Gigalo.
Spostandosi a nord, tra le colline di Shimla, il Chapslee Hotel è un tuffo nella storia coloniale britannica. Aperto nel 1976 dalla famiglia Singh, conserva arredi d’epoca, lampadari veneziani e una sala da tè con vista sulle colline di Jhakoo. Pronoti Singh, oggi alla guida dell’hotel, confida: “Molti tornano ogni anno solo per ritrovare quell’atmosfera di un tempo”.
Natura e sostenibilità: il fascino dei lodge nella giungla
Nel cuore del Madhya Pradesh, il Kanha Jungle Lodge si trova nella foresta del Kanha-Kisli National Park. Fondato dalla famiglia Sankhala – pionieri della tutela della tigre in India – il lodge si estende su 11 ettari e offre safari guidati da esperti naturalisti. Amit Sankhala, che oggi lo gestisce, sottolinea: “Abbiamo eliminato la plastica e serviamo solo prodotti locali”. La leggenda vuole che proprio qui Rudyard Kipling abbia trovato ispirazione per “Il libro della giungla”.
Città e design: l’India contemporanea nei boutique hotel urbani
A Mumbai, nel quartiere Colaba, Abode Bombay spicca per l’impegno sociale oltre che per lo stile vintage. Fondato da Abedin Sham, l’hotel dà lavoro a madri single nei servizi navetta e forma persone non vedenti come massaggiatori. Le camere sono arredate con mobili d’epoca e opere di artisti locali. “Vogliamo essere un’alternativa ai grandi hotel delle catene”, dice Sham.
A Delhi, invece, The Manor è un’oasi verde nel cuore della capitale. Circondato da un giardino di quasi un ettaro nel quartiere Friends Colony, è stato rinnovato nel 2018 e oggi conta 14 camere dal design essenziale. Il ristorante Inja – che mescola cucina indiana e giapponese – è stato inserito tra i migliori 100 dell’Asia nel 2025.
Ladakh e Rajasthan: ospitalità ad alta quota e atmosfere regali
Nel paesaggio lunare del Ladakh, a 3.500 metri d’altitudine, il Grand Dragon Ladakh della famiglia Abdu offre camere con vista sull’Himalaya e arredi ispirati alle tradizioni locali. Le stanze hanno umidificatori per contrastare l’aria secca e la mancanza di ossigeno tipica dell’altopiano.
A Jaipur, il Narain Niwas Palace accoglie gli ospiti in una residenza storica gestita dalla terza generazione della famiglia Singh. Le 52 camere raccontano la storia del Rajasthan con tessuti pregiati e affreschi colorati; il Bar Palladio richiama i caffè veneziani con i suoi interni blu intenso.
Il fascino discreto delle residenze storiche bengalesi
Infine, vicino Kolkata, il Rajbari Bawali è un raro esempio di palazzo zamindar restaurato con cura dall’imprenditore Ajay Rawla. La struttura, che risale a tre secoli fa, ospita suite con letti a baldacchino e una collezione di strumenti musicali d’epoca. Il palazzo è stato anche set per film come “Chokher Bali” e “Bulbbul”.
In tutta l’India, queste strutture raccontano storie di famiglie, territori e tradizioni. Un modo diverso di viaggiare – più lento, più personale – che conquista chi cerca autenticità e rispetto per la cultura locale.