I 6 stadi sportivi più belli del mondo: perché gli italiani non sono stati premiati?

I 6 stadi sportivi più belli del mondo: perché gli italiani non sono stati premiati?

I 6 stadi sportivi più belli del mondo: perché gli italiani non sono stati premiati?

Silvana Lopez

17 Novembre 2025

Milano, 17 novembre 2025 – Nessuno dei più famosi stadi italiani – da San Siro a Milano, da poco passato sotto il controllo di Inter e Milan, al Juventus Stadium di Torino, fino all’Olimpico di Roma – è riuscito a entrare nella rosa dei vincitori del Prix Versailles 2025. Questo premio internazionale, assegnato ogni anno, mette in luce le strutture sportive più innovative e di grande impatto architettonico nel mondo. La giuria, riunita a Parigi, ha scelto invece sei impianti sparsi tra Germania, Francia, Giappone, Stati Uniti e Cina, sottolineando come il futuro dello sport si giochi sempre più su architetture all’avanguardia, attenzione all’ambiente e spazi multifunzionali.

SAP Garden a Monaco: un mix di sostenibilità e tecnologia

Il primo nome sul podio è il SAP Garden di Monaco di Baviera. Un complesso di 62.500 metri quadrati, firmato dallo studio danese 3XN, che si fa notare per il tetto ricoperto di giardini e per il perfetto inserimento nel paesaggio del Parco Olimpico. Qui giocano l’EHC Red Bull München (hockey su ghiaccio) e il Bayern Monaco (basket). L’arena principale può ospitare fino a 11.500 spettatori, grazie a tribune mobili che si adattano alle diverse discipline. “Volevamo creare uno spazio aperto alla città anche quando non ci sono eventi sportivi”, ha detto Kim Herforth Nielsen, il progettista. Non mancano ristoranti, negozi, sale conferenze e una terrazza panoramica aperta al pubblico.

Le Colisée a Chartres: il ritorno di un’area dimenticata

A due passi dalla cattedrale gotica di Chartres, nel cuore della Francia, è nato il nuovo Le Colisée, progettato da Groupe-6 architectes. L’arena è stata premiata per aver trasformato un’ex area ferroviaria abbandonata in un luogo vivo. La sala principale, ellittica, richiama i teatri antichi. Una passerella pedonale collega direttamente la struttura alla stazione ferroviaria, mentre sul tetto spicca un giardino pensile pieno di piante e spazi verdi. Tutto questo rende l’edificio un punto d’incontro per chi abita in città e per i turisti. “Abbiamo voluto restituire uno spazio pubblico vivo alla città”, ha spiegato l’architetto Jean-Philippe Leclerc.

Kagawa Prefectural Arena: luce e trasparenza sul mare

Sul lungomare di Takamatsu, affacciata sul Mare Interno di Seto, la Kagawa Prefectural Arena (chiamata anche Anabuki Arena Kagawa) è un esempio di architettura aperta e trasparente. Progettata dallo studio SANAA, la struttura ospita tre palazzetti sotto un unico tetto ondulato. Le tribune segnano i confini degli spazi, mentre le grandi vetrate lasciano entrare tanta luce naturale. “Volevamo che la città si riavvicinasse al mare”, ha raccontato Kazuyo Sejima, cofondatrice dello studio. La posizione, vicina alla stazione e al terminal dei traghetti, rende l’arena facilmente raggiungibile.

Caesars Superdome a New Orleans: storia e rinascita

Negli Stati Uniti, il Caesars Superdome di New Orleans si conferma tra gli stadi più iconici nonostante i suoi cinquant’anni. Dopo i danni causati dall’uragano Katrina nel 2005, il Superdome – casa dei Saints della NFL – è stato rinnovato. È ancora la struttura a cupola fissa più grande al mondo. L’ultimo restyling, firmato Trahan Architects, ha portato tre nuovi ingressi con atri luminosi, spazi interni ampliati e un rivestimento in alluminio anodizzato che richiama la forma dorata esterna. “Abbiamo voluto mantenere viva la memoria del luogo, rendendolo però più accogliente”, ha spiegato l’architetto Trey Trahan.

Xi’an International Football Centre: la firma di Zaha Hadid in Cina

A Fengdong, nella città di Xi’an, lo studio Zaha Hadid Architects ha realizzato il nuovo Xi’an International Football Centre: una struttura a forma di sella, capace di ospitare fino a 60.000 spettatori. L’arena non è solo uno stadio, ma un vero e proprio centro urbano con terrazze ombreggiate, aree per il tempo libero e ristoranti aperti tutto il giorno. Particolare attenzione è stata dedicata a proteggere gli spettatori dai venti freddi provenienti da nord. Le linee sinuose e i materiali traslucidi schermano senza togliere luce naturale.

Intuit Dome a Los Angeles: basket e arte per le Olimpiadi 2028

A chiudere la lista c’è l’Intuit Dome di Inglewood, nuova casa dei Los Angeles Clippers, progettata da AECOM in vista delle Olimpiadi 2028. L’edificio richiama la forma di una palla da basket che entra nel canestro e promette un’esperienza immersiva, con murales, sculture di artisti locali e tecnologie avanzate per il pubblico. “Vogliamo che ogni tifoso si senta parte dello spettacolo”, ha detto Steve Ballmer, proprietario dei Clippers.

Nessun riconoscimento, dunque, per gli stadi italiani. Rimangono simboli della storia calcistica, ma faticano a stare al passo con le nuove tendenze mondiali in fatto di design, sostenibilità e apertura alla città. Un messaggio chiaro: il futuro delle arene sportive passa per innovazione architettonica e un’attenzione maggiore all’esperienza collettiva.

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