Nasce a Oslavia la Banca della Ribolla: l’archivio delle uve per vigneti resistenti e di qualità

Giulia Ruberti

19 Novembre 2025

GORIZIA, 19 novembre 2025 – Nel cuore di **Oslavia**, tra i filari che disegnano le colline goriziane, è nata la **Banca della Ribolla**: un vigneto-archivio che da pochi mesi seleziona e conserva le migliori viti di Ribolla gialla con un obiettivo chiaro. Qui, sotto la guida di agronomi e viticoltori del posto, si mettono a punto piante più **resistenti ai cambiamenti climatici**, una risposta concreta alle sfide di oggi.

## **Un archivio vivente tra i vigneti di Oslavia**

Si chiama “banca”, ma non aspettatevi sportelli o conti correnti. In un grande campo a pochi chilometri dal confine con la Slovenia, vicino alla storica Trincea delle Frasche, le viti sono numerate e catalogate. Ogni pianta viene studiata per capire come si adatta: “Non tutte le Ribolle sono uguali – spiega **Andrea Felcaro**, agronomo e coordinatore del progetto – alcune resistono meglio a certe malattie, altre reggono meglio la siccità. Stiamo scegliendo quelle più forti per moltiplicarle”. Un lavoro quasi artigianale che in pochi mesi ha portato a raccogliere oltre **350 ceppi diversi**, frutto di ricerche e scambi con produttori storici della zona.

## **La sfida della sostenibilità e del clima**

La vera novità della **Banca della Ribolla** è il modo in cui affronta il problema ambientale. Negli ultimi anni, tra Oslavia e San Floriano, i viticoltori hanno notato cambiamenti nel ciclo delle piante: “Gelate tardive, estati roventi, piogge improvvise. Non si può più far finta di niente” racconta **Enrico Radovan**, produttore locale. L’obiettivo è semplice: “Creare una riserva genetica”, spiega Felcaro, “che permetta ai vigneti del futuro di resistere a condizioni sempre più dure senza dover esagerare con i prodotti chimici”. Il progetto prende spunto dagli archivi genetici già attivi in Francia e Germania ma qui ha un carattere sperimentale: ogni pianta viene osservata per almeno tre stagioni prima di essere scelta come “madre” per nuove propagazioni.

## **Collaborazione tra scienza e territorio**

Il progetto è sostenuto dal **Consorzio Collio** e dall’**Università di Udine**. Le analisi del terreno e del microclima vengono fatte regolarmente dal laboratorio agrario di Gradisca d’Isonzo. Ogni settimana si registrano dati come umidità, pH del suolo e vigore delle piante per confrontarli. “La collaborazione con i produttori è fondamentale – sottolinea **Marta Danelutti**, docente di viticoltura – senza la loro esperienza non potremmo accedere ad alcune vecchie varietà rimaste nei piccoli appezzamenti familiari”. Si lavora con strumenti digitali ma anche grazie alla memoria orale: alcuni innesti risalgono agli anni Sessanta e vengono recuperati direttamente da chi li ha sempre curati.

## **I primi risultati: piante più forti e meno trattamenti**

Secondo gli esperti, le prime prove hanno dato segnali positivi. In due parcelle test, circa il 20% delle viti selezionate dalla **Banca della Ribolla** ha mostrato una maggiore resistenza sia all’oidio sia alle ondate di caldo prolungate dell’estate scorsa. “Abbiamo già ridotto del 15% l’uso dei fitofarmaci su questi ceppi”, conferma Felcaro. Ma si va piano: ogni nuovo innesto viene monitorato per almeno tre anni. Solo allora si deciderà se estenderlo su larga scala nelle aziende del Collio.

## **Un modello da seguire anche altrove**

L’iniziativa di Oslavia ha già attirato l’attenzione di altri consorzi vinicoli in Friuli-Venezia Giulia e Veneto orientale. “Diversificare il patrimonio genetico è un vantaggio per tutti”, dice Danelutti. Ma – avvertono dal Consorzio – ci vuole tempo per capire se i risultati reggeranno anche altrove: ogni microclima fa storia a sé. Intanto la “banca” continua a crescere: nelle prossime settimane verranno innestate una dozzina di nuove selezioni provenienti da antichi vigneti di San Floriano e Cormons.

## **Un investimento sulla memoria (e sul futuro)**

Per i produttori di Oslavia questa non è solo una scommessa agricola. “Stiamo proteggendo la nostra identità”, dice Radovan. La Ribolla gialla non è solo una varietà, ma un simbolo per il Collio: conservare le sue radici significa mantenere viva una memoria collettiva. “Noi ci crediamo – aggiunge Felcaro – perché ogni vite salvata oggi potrebbe essere la salvezza domani”. Nel piccolo vivaio accanto al vigneto principale, tra pali segnati a mano e cartellini scritti a mano, il futuro del vino locale prende forma – silenzioso ma tenace – filare dopo filare.

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