Nuove Stelle Michelin per la cucina italiana: ecco i ristoranti premiati a Parma 2023

Simona Carlini

19 Novembre 2025

Parma, 19 novembre 2025 – Oggi al **Teatro Regio di Parma** si è svolta la cerimonia più attesa della gastronomia italiana: la presentazione ufficiale delle nuove **Stelle Michelin**. Un riconoscimento che, da oltre un secolo, guida appassionati e professionisti nella scelta dei migliori ristoranti del Paese. Un appuntamento segnato da mesi in agenda per chef, critici e addetti ai lavori che anche quest’anno – alla sessantanovesima edizione della guida – ha riservato sorprese, conferme e qualche inevitabile delusione.

## Le nuove Stelle Michelin 2025: chef premiati e cambi al vertice

Poco dopo le 11, tra i velluti rossi e le luci soffuse del teatro, sono stati annunciati i nomi degli chef che porteranno con orgoglio una, due o tre **stelle Michelin** nella prossima stagione. La tensione si tagliava con il coltello: molti sono arrivati da ogni angolo d’Italia, in treno o in auto, altri hanno seguito la diretta streaming. Sul palco, il direttore internazionale della guida, Gwendal Poullennec, ha commentato: “La cucina italiana resta un laboratorio di talento e creatività. Quest’anno ben 34 nuovi ristoranti si aggiungono alla lista degli stellati”.

Un dato che racconta bene la forza di un settore ancora vivo e pulsante nonostante le difficoltà economiche degli ultimi anni. Accanto alle conferme – come l’**Osteria Francescana** di Massimo Bottura a Modena o il ristorante **Piazza Duomo** di Enrico Crippa ad Alba – spiccano nuovi volti destinati a farsi notare a livello nazionale: su tutti il giovane romano Marco Ziantoni con il suo locale nel quartiere Prati e la toscana Sara Previati che porta la stella in un piccolo borgo dell’entroterra aretino.

## Le regioni più premiate e il ritorno del Sud

Il Nord continua a dominare: **Lombardia**, **Piemonte** e **Veneto** raccolgono ancora il maggior numero di stelle, a dimostrazione di una tradizione consolidata e di una rete imprenditoriale solida. La Lombardia fa la parte del leone con 60 ristoranti stellati, seguita dal Piemonte con 41 e dal Veneto con 35. Ma non manca una ventata di novità dal Sud. In Campania lo chef Salvatore Bianco ha riconquistato la stella persa lo scorso anno; mentre in Sicilia debutta in guida il giovane catanese Giuseppe D’Amico.

“In cucina servono coraggio e passione”, ha raccontato Bianco poco dopo la premiazione. “Ogni giorno è una sfida contro se stessi. Ma quella stella ripaga tutti i sacrifici”. Parole che rispecchiano anche l’emozione di D’Amico: “Non ci credevo finché non l’ho visto con i miei occhi”.

## Conferme tra i big e qualche uscita inattesa

La cerimonia non è solo festa: ogni anno ci sono chi esulta e chi rimane deluso. L’edizione 2025 conferma tutti i tristellati italiani – compresa la “Francescana” di Bottura e “Le Calandre” dei fratelli Alajmo – ma segna anche qualche uscita eccellente tra le due stelle. A perdere la doppia onorificenza è stato, tra gli altri, il ristorante milanese “Sadler”. Il patron Claudio Sadler ha commentato amareggiato: “Fa male, ma so che bisogna sempre guardare avanti. Il valore di una brigata non si misura solo con le stelle”.

Tra gli applausi si sono alternati momenti di gioia e delusione, cuochi emozionati e imprenditori con gli occhi lucidi. Dietro le quinte non sono mancati i racconti dell’“ansia dell’attesa”, come l’ha definita ironicamente Alessandro Negrini del milanese “Il Luogo di Aimo e Nadia”.

## L’impatto sulla ristorazione e il mercato

Le **Stelle Michelin** pesano eccome anche sul piano economico. Secondo uno studio dell’Università Bocconi, un ristorante che conquista una stella vede crescere in media del 18% il proprio fatturato annuale. Per chi arriva a due o tre stelle l’incremento può toccare anche il 50%. Lo sa bene Luca Marchini di Modena: “Da quando abbiamo avuto la stella il telefono non smette più di suonare”.

La guida rossa riflette anche i cambiamenti nei gusti degli italiani. Sempre più attenzione alla sostenibilità (ben sette locali premiati per l’impegno green), alle materie prime locali e alla valorizzazione dei piccoli produttori. Una tendenza sottolineata dallo stesso Poullennec: “L’innovazione passa attraverso il territorio”.

## Appuntamento all’anno prossimo

Quando le luci si sono spente e i flash hanno lasciato il foyer del Regio, era chiaro che – nel bene o nel male – la Michelin resta un punto fermo della **cucina italiana**. Un evento capace di muovere chef da Bolzano a Ragusa. E ancora una volta Parma ha fatto bella figura. “Ci vediamo l’anno prossimo”, ha scherzato un giovane sous-chef mentre correva verso la stazione, già proiettato alla prossima sfida ai fornelli.

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