Quando visitare il Kirghizistan: la guida definitiva alle stagioni migliori per trekking e avventure in montagna

Luca Mangano

19 Novembre 2025

Bishkek, 19 novembre 2025 – **Il Kirghizistan**, noto per le sue montagne maestose e l’atmosfera da vera avventura in quota, sta cominciando a farsi strada anche come meta invernale. Fino a poco tempo fa, chi pensava a questa parte dell’Asia Centrale immaginava soprattutto escursioni estive e tende montate a tremila metri. Oggi, con le prime nevicate che stanno trasformando le valli, il Paese si prepara a farsi notare anche da chi cerca **esperienze lontane dai soliti percorsi turistici**.

## **Montagne, sport e nuove rotte**

Gli ultimi dati del Ministero del Turismo di Bishkek parlano chiaro: il turismo legato agli sport invernali è in crescita. Nel 2024 oltre **80 mila visitatori** tra sciatori, snowboarder e camminatori sulla neve sono arrivati soprattutto da Russia, Europa occidentale e Asia sudorientale. Tilek Asanov, direttore dell’Ente Nazionale per il Turismo, spiega che «la richiesta di strutture più moderne è aumentata, soprattutto nella zona di Karakol». Questa località si trova a circa 400 chilometri dalla capitale ed è uno dei centri sciistici più importanti, con piste che raggiungono i **3.000 metri di quota**.

Ma non è solo lo sci alpino a muovere il turismo locale. L’agenzia Kyrgyz Adventures racconta che cresce anche l’interesse per freeride e heliski. «Abbiamo visto gruppi dall’Europa prenotare tour di più giorni – dice Gulzat Akmatova, manager dell’agenzia – Sono appassionati di natura selvaggia e neve fresca». Nei dintorni del lago Issyk-Kul si fanno escursioni con le pelli di foca e si trascorrono lunghe notti nelle yurte, sotto un cielo limpido e con temperature ben sotto lo zero.

## **Prezzi accessibili e vita locale**

Chi arriva in **Kirghizistan** d’inverno resta spesso sorpreso dai costi contenuti: una giornata sugli sci a Karakol costa intorno ai **20 euro**, mentre una notte in guesthouse difficilmente supera i 15-20 euro. Il cibo locale – piatti come plov, lagman o manty – è facile da trovare nei piccoli ristoranti di Bishkek e Osh con menù intorno ai 5 euro. Lo confermano anche i turisti: «Qui la vita è semplice ma accogliente – racconta Jean-Pierre, un turista francese incontrato all’alba alla stazione degli autobus di Bishkek – Per chi cerca qualcosa di autentico questo è il posto giusto».

Nei villaggi di montagna l’atmosfera cambia con il freddo: i mercati all’aperto rallentano, le famiglie si stringono attorno alle stufe e la cucina diventa più ricca di sapori decisi. Solo allora sembra che il ritmo della giornata dipenda dal tempo e dai riti quotidiani più che dall’orologio.

## **Accessibilità e sicurezza sulle strade**

Non tutto però è semplice. Muoversi in **Kirghizistan** durante l’inverno richiede prudenza. I mezzi pubblici collegano solo alcune zone principali e spesso subiscono ritardi a causa del maltempo. L’aeroporto Manas di Bishkek rimane la porta principale d’ingresso; da lì partono i taxi collettivi (marshrutka) verso Karakol o Naryn. Gli esperti locali raccomandano sempre abbigliamento tecnico adatto, ramponi e dispositivi antivalanga per chi si avventura fuori dalle piste battute. Il Ministero degli Esteri italiano avverte che «il rischio valanghe è alto da gennaio a marzo», specialmente nelle regioni orientali.

Per questo molte guide propongono percorsi adatti anche ai meno esperti, con soste alle sorgenti termali naturali della zona di Altyn Arashan. Nei rifugi in legno immersi nella neve si incontrano spesso piccoli gruppi di viaggiatori russi o kazaki intenti a scaldarsi dopo una lunga giornata sugli sci.

## **Un turismo in crescita ma ancora sostenibile**

I numeri sono lontani dalle grandi località alpine europee: a Karakol gli impianti offrono meno di venti piste e le strutture ricettive sono quasi sempre a conduzione familiare. Eppure questa dimensione contenuta sembra essere proprio il punto forte della destinazione. Come spiega Bakytbek Nurlanov, titolare di una guesthouse vicino a Jyrgalan: «Chi arriva qui cerca tranquillità, natura e il silenzio delle montagne». Solo negli ultimi due anni il flusso turistico invernale nel Paese è cresciuto del **15%**, secondo la World Tourism Organization (UNWTO).

Gli operatori locali sottolineano ora la sfida più grande: far crescere questo turismo senza perdere autenticità. «Bisogna evitare un uso troppo intensivo delle risorse», ammette Asanov. I progetti futuri puntano su un turismo responsabile: piccoli gruppi guidati, investimenti per usare energie pulite nelle strutture ricettive e valorizzare le tradizioni nomadi.

Insomma, il Kirghizistan d’inverno non vuole diventare la “nuova Svizzera”. Offre invece una montagna vera e ancora intatta – dove il tempo scorre piano e ogni passo nella neve racconta una storia diversa.

Change privacy settings
×