Alba, 21 novembre 2025 – **Alba è ufficialmente la Capitale Italiana della Cultura 2026**. Un riconoscimento che segna una svolta importante per tutta la comunità e per il territorio delle **Langhe, Roero e Monferrato**. L’annuncio è arrivato questa mattina durante una cerimonia al Ministero della Cultura a Roma, davanti a una platea di istituzioni, associazioni e cittadini che hanno seguito la diretta streaming. Una scelta del Governo che punta a mettere in luce un’area già patrimonio dell’UNESCO, ma desiderosa di raccontarsi in modo nuovo e condiviso.
## **Un percorso costruito con pazienza**
La vittoria di **Alba** non è frutto del caso. La città – poco più di 31mila abitanti, cuore pulsante del basso Piemonte – aveva presentato mesi fa il progetto “Trame di comunità”. Un dossier costruito insieme a scuole, università, associazioni culturali e partner internazionali. Al centro c’è il desiderio di promuovere una cultura “aperta”, capace di tenere insieme tradizione e innovazione. “Siamo orgogliosi – ha detto Carlo Bo, sindaco di Alba – non è solo un premio, ma una responsabilità verso chi verrà dopo di noi”.
La commissione ministeriale ha scelto Alba per un programma ricco e radicato nella storia locale: arte, enogastronomia e paesaggio si intrecciano con la memoria e il presente. Non si parlerà solo dei celebri tartufi o delle colline, ma anche di storie meno conosciute: giovani artisti emergenti, nuovi linguaggi digitali, progetti sociali inclusivi.
## **Un’agenda già piena**
Questa mattina al Comune si respirava fermento. Dal Palazzo Comunale in piazza Risorgimento sono arrivate le prime anticipazioni sugli eventi in arrivo: mostre, concerti, festival letterari e spettacoli teatrali animeranno la città tra aprile e ottobre 2026. In programma anche la storica Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, pronta a tornare con un respiro ancora più internazionale.
Nei prossimi giorni verranno svelati tutti i dettagli. Intanto Cristina Clerico, assessora alla cultura, ha spiegato: “**Vogliamo coinvolgere tutto il territorio** con eventi distribuiti nei borghi delle Langhe e del Roero; dalla letteratura alla musica contemporanea”. Non mancheranno residenze artistiche e laboratori nelle scuole. Sarà interessante vedere come tutto questo influirà sulla vita quotidiana dei cittadini.
## **Entusiasmo dal territorio**
L’annuncio ha acceso l’entusiasmo non solo ad Alba ma anche nei paesi vicini come Barolo, Bra e Neive. Commercianti e operatori turistici guardano con speranza al futuro: “Questo riconoscimento arriva al momento giusto – dice Lucia Marello, libraia in centro storico – il turismo cresce da anni, ma serve fare un salto di qualità nella proposta culturale”.
Molti ricordano il ruolo fondamentale del volontariato e dei giovani nel progetto. Andrea Boffa, presidente dell’associazione Colline Aperte, racconta: “Tanti ragazzi sono stati protagonisti nei tavoli di lavoro. Non volevamo un evento imposto dall’alto ma qualcosa che restasse nel tempo”.
Sul fronte istituzionale la Regione Piemonte conferma l’appoggio economico: la giunta guidata da Alberto Cirio ha stanziato 1,5 milioni di euro per sostenere le attività culturali lungo tutto l’anno.
## **Oltre il 2026: cosa aspettarsi**
Il titolo di **Capitale Italiana della Cultura** è anche una grande occasione per lo sviluppo economico e per farsi conoscere all’estero. Secondo l’Osservatorio Turistico Regionale le presenze ad Alba sono aumentate del 23% negli ultimi cinque anni; c’è però ancora spazio soprattutto in primavera ed estate. Il Comune punta su nuove tecnologie digitali, collaborazioni con università straniere e percorsi pensati per i giovani visitatori.
“Serve lavorare insieme alle capitali passate”, spiegano dall’associazione Borghi più Belli d’Italia. Solo così si potrà trasformare questo titolo annuale in un progetto duraturo: lasciare sul territorio qualcosa che resti oltre il 2026.
In città già spuntano le prime bandiere celebrative sui palazzi storici e sotto i portici di via Vittorio Emanuele. Si apre così una stagione intensa: dietro c’è stato tanto lavoro silenzioso; davanti ora c’è la vera sfida. Raccontarsi senza cadere nei soliti cliché. Dare vita a una nuova identità culturale condivisa da chi vive queste colline ogni giorno.