Jawai (India), 21 novembre 2025 – Nel cuore del Rajasthan, tra le colline di granito e i villaggi sparsi del distretto di Pali, si stende la regione di Jawai. Qui la natura detta ancora il ritmo delle giornate. Ogni mattina, i leopardi selvatici si muovono tra rocce antiche e campi di miglio, mentre i pastori Rabari spostano le loro greggi in un paesaggio che sembra fermo nel tempo. Da ottobre a marzo, quando il clima è più mite e le temperature oscillano tra i 10 e i 25 gradi, Jawai diventa la meta ideale per chi cerca un safari autentico e un’immersione nella vita locale.
Safari senza barriere tra rocce e natura selvaggia
A differenza dei classici parchi nazionali indiani, a Jawai non ci sono recinzioni o cancelli. La natura si mostra così com’è, senza filtri. Gli incontri con gli animali non seguono uno schema preciso. Le jeep partono all’alba o al tramonto, spesso guidate da pastori Rabari o da naturalisti del posto che conoscono ogni angolo delle colline. “Qui i leopardi fanno parte della nostra vita, non sono una minaccia”, racconta Rajendra Singh Ranawat, guida esperta. Le possibilità di vederli sono alte: spesso si lasciano scorgere sulle rocce calde, vicino ai templi o tra le sterpaglie. Con un po’ di fortuna si possono incontrare anche iene, nilgai, volpi e orsi.
Le escursioni si organizzano tramite i lodge locali o con guide indipendenti, come lo stesso Ranawat (+91 79 7606 7136). Un safari privato per sei persone costa circa 4.000 rupie. Molti lodge sostengono programmi di risarcimento per il bestiame perso e progetti di tutela, così da mantenere un equilibrio tra comunità e predatori.
Tra i Rabari: tradizioni e vita quotidiana
Jawai è anche il regno discreto dei Rabari, pastori semi-nomadi riconoscibili dai loro turbanti rossi e dai vestiti bianchi. Visitare i loro villaggi – un’esperienza proposta da strutture come il Bera Safari Lodge – significa entrare in contatto con una cultura che vede i leopardi come “guardiani sacri”. Si assiste alla lavorazione artigianale dei tessuti, alla preparazione del chai, e si scoprono pratiche spirituali tramandate di generazione in generazione. “Viviamo qui da sempre, in equilibrio con gli animali”, racconta Lakha Ram, anziano Rabari del villaggio di Sena. Le visite si svolgono nel rispetto delle tradizioni e aiutano direttamente le famiglie locali.
Oltre i leopardi: uccelli e panorami da sogno
Non ci sono solo i grandi felini. La diga di Jawai Bandh, costruita nel 1946 dal Maharajah Umaid Singh, attira più di cento specie di uccelli, tra cui fenicotteri, oche indiane e gru. All’alba le rive si animano di vita, e non è raro vedere coccodrilli prendere il sole immobili. Alcuni lodge, come l’Aaramgaah Jawai Resort & Spa, organizzano aperitivi al tramonto sulle sponde del lago, unendo natura e relax.
Per chi ama camminare, la salita a Kala Pahad – la “collina nera” – regala una vista a 360 gradi sulla diga e le colline. Il percorso dura circa mezz’ora, meglio con scarpe robuste e una buona scorta d’acqua. Chi preferisce può arrivare in cima anche in auto.
Sapori di Rajasthan: piatti autentici e ospitalità
La cucina di Jawai racconta la durezza e la ricchezza della terra. Piatti come il dal baati churma (gnocchi di grano con ghee e dolce di farina), il tomato sev sabzi speziato e il panchkuta – miscela di cinque verdure del deserto – parlano di tradizioni e sopravvivenza. Le focacce di mais cotte sulla brace accompagnano ogni pasto. “Ogni ricetta ha un suo significato”, spiega la cuoca del Bera Safari Lodge, “ed è un’eredità che si passa da madre in figlia”.
Dove dormire: tra lusso e autenticità
L’offerta per dormire va dal raffinato Suján Jawai – tende di lusso, spa e ristorante gourmet, con prezzi a partire da 100.000 rupie a notte – al più semplice Jawai Leopard Safari Lodge, con strutture essenziali e guide locali, a partire da 13.500 rupie. Il Bera Safari Lodge (da 27.500 rupie) offre cottage eleganti e attività culturali, mentre l’Aaramgah Jawai Resort & Spa (da 23.000 rupie) propone sport all’aperto e cucina tipica.
Consigli per il viaggio
Per arrivare a Jawai si può volare su Udaipur (145 km) o Jodhpur (170 km), poi proseguire in auto privata, soluzione consigliata dai lodge per comodità e sicurezza. In alternativa, la stazione ferroviaria di Jawai Bandh collega la zona alla linea Ahmedabad–Delhi. Da Udaipur o Jodhpur, il viaggio in auto dura circa due ore e mezza.
In valigia non devono mancare abiti dai colori neutri, scarpe da trekking, binocolo, macchina fotografica con zoom, crema solare e un cappello. Le temperature possono essere fresche all’alba e dopo il tramonto.
Escursioni nei dintorni: fortezze e templi antichi
Chi vuole spingersi oltre Jawai può raggiungere in due ore la fortezza di Kumbhalgarh, patrimonio UNESCO con mura imponenti e viste aperte sulle colline. Per un tuffo nella spiritualità jainista, i templi bianchi di Ranakpur, risalenti al XV secolo, offrono silenzio e arte nascosti tra le foreste.
Jawai resta così: selvaggia, autentica, sospesa tra passato e presente. Un luogo dove il tempo scorre lento, scandito dal passo dei pastori e dal richiamo degli uccelli all’alba.