Autonomia Regionale, la Lega celebra a Palazzo Lombardia la firma delle pre-intese con Calderoli e il Veneto

Silvana Lopez

23 Novembre 2025

Milano, 23 novembre 2025 – Ieri il **ministro per gli Affari regionali**, Roberto Calderoli, ha messo la sua firma sui nuovi **accordi sull’autonomia differenziata** con il **Veneto**, a poche giornate di distanza da quelli già firmati con l’**Emilia-Romagna** e la **Campania**. Oggi Calderoli sarà a **Torino** e poi a **Milano**, dove si attende la firma del **Piemonte** e della **Lombardia**, due delle regioni più determinate sul tema dell’autonomia. Con questa serie di passaggi, il governo Meloni entra in una fase decisiva, puntando l’attenzione sulle diverse esigenze che animano i territori italiani.

## Autonomia, la corsa verso le firme

L’accordo con il **Veneto** è stato firmato a **Venezia**, all’interno di Palazzo Balbi, sede della Regione. L’appuntamento è stato alle 10.30 del mattino, con il governatore **Luca Zaia** presente sul posto, pronto a sottolineare che «si tratta di un momento importante per il futuro delle nostre comunità». Dietro la firma c’è stata una lunga preparazione: settimane di trattative serrate, incontri riservati e – come ha raccontato un tecnico coinvolto – una serie di controlli minuziosi sulle richieste di ogni territorio. Il Veneto da tempo chiedeva più poteri in settori come **istruzione, sanità e ambiente**. Solo dopo un confronto intenso con il ministero e i rappresentanti di Palazzo Chigi si è arrivati a una prima intesa.

Ora la scena si sposta a Torino: nel pomeriggio sarà il presidente piemontese **Alberto Cirio** ad aspettare Calderoli per mettere nero su bianco. In serata toccherà alla Lombardia: il governatore **Attilio Fontana**, contattato telefonicamente ieri, ha ribadito che «questa partita dell’autonomia non riguarda solo il Nord: servirà a far funzionare meglio tutte le regioni». Calderoli ha confermato la linea: «Stiamo lavorando per costruire un’Italia più equilibrata, rispettando le caratteristiche di ogni regione».

## Le richieste sul tavolo e i nodi irrisolti

Le intese sottoscritte – spiegano fonti del Ministero degli Affari regionali – riguardano competenze che le Regioni potranno gestire in modo più autonomo rispetto allo Stato centrale. In particolare Veneto e Lombardia hanno puntato su **trasporti locali, formazione professionale** e gestione delle risorse ambientali. «Chiediamo ciò che serve per rispondere meglio ai bisogni dei nostri cittadini», ha detto Zaia, spiegando che la trattativa «è stata lunga perché volevamo soluzioni concrete».

Restano però questioni aperte. Tra queste spiccano la cosiddetta **“spesa storica”** e i criteri per definire i **Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP)**. Questi elementi decideranno quante risorse potranno essere effettivamente gestite in autonomia dalle Regioni. Da Roma arrivano segnali cauti: «Serve equilibrio tra autonomia regionale e unità nazionale», ha avvertito la premier Meloni in una nota diffusa ieri sera.

## Le reazioni politiche e le preoccupazioni sindacali

Il ritmo accelerato delle firme ha subito scatenato nuove reazioni politiche. Dal Partito Democratico sono arrivate critiche sulla rapidità con cui si procede: «Così si rischia solo di allargare il divario tra Nord e Sud», ha detto la capogruppo democratica alla Camera, **Chiara Braga**. Più prudenti le opposizioni centristi, che chiedono garanzie per mantenere servizi essenziali in tutto il Paese.

Anche i sindacati esprimono dubbi. Il segretario generale della Cgil Veneto, **Christian Ferrari**, intervistato davanti alla Regione subito dopo la firma, ha spiegato: «Temiamo che senza risorse adeguate questa autonomia resti solo sulla carta o crei disuguaglianze nei diritti». Un’altra voce arriva da Confindustria Veneto, che vede nell’accordo «un’occasione per sbloccare investimenti e dare forza alle imprese locali».

## Il calendario dei prossimi passi

Secondo quanto comunicato dallo staff del ministro Calderoli, oggi è previsto un passaggio a Torino alle 15.30 e poi a Milano alle 19. L’obiettivo è chiudere entro fine mese tutte le intese preliminari con le regioni che hanno già avviato le pratiche sull’autonomia differenziata. Solo dopo comincerà il confronto tecnico su come trasferire funzioni e risorse.

Intanto il clima resta teso: la Conferenza delle Regioni ha convocato una riunione urgente per discutere degli equilibri tra autonomie regionali e coesione nazionale. «Non esistono regioni di serie A o di serie B», ha ricordato Calderoli citando l’articolo 119 della Costituzione durante un breve incontro con i giornalisti al termine della firma a Venezia. Ma tra gli amministratori locali si avverte chiaramente che si sta entrando davvero in una nuova fase nei rapporti tra centro e periferia, con tutte le conseguenze che questo comporterà nei mesi a venire.

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