Pechino, 24 novembre 2025 – Sono due città che raccontano la Cina di oggi: **Wuhan** e **Pechino**. In questi giorni si stanno confrontando su un tema caldo, al centro del dibattito pubblico: il rapporto con l’Occidente e le strategie per il futuro. Dall’alba, tra i viali alberati di Zhongnanhai e le moderne torri della zona di Optics Valley, si sono aperti i tavoli di confronto tra rappresentanti delle amministrazioni locali e delegazioni universitarie. L’obiettivo, spiegato dal Comune di **Pechino** in una nota diffusa alle 10.30 ora locale, è creare “un clima di confronto permanente sulle opportunità condivise” e rilanciare un dialogo fra due realtà emblematiche del Paese.
## **Wuhan e Pechino, due volti della Cina che dialogano**
**Wuhan**, ricordata soprattutto per la crisi sanitaria del 2020, prova a riscattarsi puntando su tecnologia e ricerca scientifica. Di fronte c’è **Pechino**, che resta il cuore politico e culturale della Cina, e che in questo momento è sotto i riflettori internazionali. A unirle è il tentativo di costruire un ponte diretto verso Europa e Stati Uniti. Un ponte fatto di scambi su istruzione, investimenti e cooperazione.
Wu Shixiong, rettore dell’Università di Scienze e Tecnologia di **Wuhan**, ha spiegato ai giornalisti: “Tra noi e la capitale ci sono differenze profonde, ma anche molti punti in comune. Qui si parla del futuro, della necessità di aprirsi al mondo”. Non è un discorso astratto – almeno secondo chi ha parlato – ma una necessità concreta confermata dai numeri: nel 2024 **Wuhan** ha segnato un +7% negli investimenti diretti esteri; **Pechino** resta invece leader nella ricerca accademica a livello globale.
## **Innovazione e tecnologia sotto la lente**
Al centro del dibattito ci sono progetti condivisi su intelligenza artificiale, smart city e mobilità sostenibile. Nel pomeriggio, durante una sessione al Beijing Science Park, imprenditori locali hanno mostrato i dati sui nuovi brevetti registrati. Secondo l’ufficio innovazione di **Wuhan**, da gennaio a settembre sono stati depositati 1.240 brevetti high-tech; quasi il doppio quelli segnalati da Pechino nello stesso periodo.
Da questi numeri nasce una riflessione più ampia sulla formazione internazionale. “Non basta attrarre studenti stranieri – ha detto Li Xinjing, vice-direttore del Dipartimento Educazione di Pechino – dobbiamo mandare i nostri giovani a studiare nelle università europee, a Londra o Milano”. Si punta a superare barriere linguistiche e culturali: un passaggio chiave per migliorare il dialogo con l’Occidente su cui le due città lavorano da tempo.
## **Aprire un canale vero con l’Occidente**
Il tema del rapporto con l’Occidente è tornato più volte durante la tavola rotonda tenuta ieri sera all’Università di Pechino. Zhang Mei, docente di relazioni internazionali, ha sottolineato: “La Cina sta attraversando una fase di cambiamento; serve abbandonare rigidità diplomatiche per aprire nuove strade alla collaborazione”. Parole che trovano riscontro nelle iniziative portate avanti dalla municipalità di **Wuhan**, attiva in accordi bilaterali con centri di ricerca italiani e francesi.
Restano però alcune incognite. Alcuni imprenditori presenti al forum hanno ammesso che “le relazioni con investitori stranieri sono ancora appesantite da incomprensioni e regole poco chiare”. Solo superando questi ostacoli – questa la convinzione dei promotori dell’iniziativa – il dialogo potrà davvero diventare scambio reciproco. Intanto tra le sale affacciate sul fiume Yangtze si parla già dei prossimi incontri previsti tra marzo e aprile.
## **Obiettivi concreti per il domani**
Non mancano le notizie sul fronte pratico: dal 2026 partirà una piattaforma comune per lo scambio di ricercatori tra le due città. L’obiettivo è creare “un corridoio scientifico” capace di attirare talenti dall’Europa e dagli Stati Uniti. Le amministrazioni hanno anche confermato l’apertura di sportelli dedicati ad assistere start-up straniere pronte a insediarsi nei distretti tecnologici di **Wuhan** o nei parchi scientifici della capitale.
Zhang Junfei, giovane imprenditore della provincia dello Hubei, non nasconde il suo entusiasmo: “Qui ci sono opportunità reali, anche se bisogna imparare a districarsi tra normative diverse e differenze culturali”. Il dialogo tra queste due città simbolo – questa la sensazione emersa nella giornata – non riguarda solo progetti o investimenti: è una scommessa collettiva sulla capacità della Cina di rinnovarsi guardando oltre i propri confini.
Così si chiude questa due giorni tra **Wuhan** e **Pechino**, con la promessa ripetuta da funzionari e accademici che il confronto non rimarrà solo parole ma si tradurrà in fatti concreti. Chissà che la prossima stagione non porti davvero una svolta nel rapporto fra Cina e Occidente.