Santiago del Cile, 24 novembre 2025 – In **Cile** la montagna chiama forte. Che tu sia a **Santiago** o in un angolo sperduto della **Patagonia**, un sentiero per il trekking è sempre lì, a portata di mano. Sono le **Ande**, quella lunga catena di oltre 4.000 chilometri, a dominare il paesaggio: rocce, ghiaccio e foreste che si alternano spesso sotto nuvole che corrono veloci.
## Il Cile: un paese nato per camminare
Appena metti piede a Santiago, magari in una mattina limpida di settembre, ti rendi conto subito di quanto il **paese sudamericano** sia circondato dalle montagne. Chi arriva all’aeroporto internazionale Arturo Merino Benítez racconta sempre di quell’immagine quasi irreale della cordigliera che si staglia all’orizzonte. **“Qui il trekking è qualcosa di naturale, quasi una cosa normale,”** dice Pablo, guida locale che accompagna spesso stranieri nella **Valle del Maipo**. Per tanti cileni, infatti, camminare in mezzo alla natura non è solo una gita: fa parte della vita di tutti i giorni.
Gli **itinerari** sono tanti e spesso poco frequentati, soprattutto nelle zone meno conosciute. Ma anche i parchi nazionali più famosi – come il **Torres del Paine**, nel cuore della Patagonia – regalano spazi silenziosi e rari da trovare altrove. Qui le distanze si allungano e chi cammina impara presto a fare i conti con il vento tagliente o con improvvisi acquazzoni, particolari che chi conosce quei sentieri porta sempre nel cuore.
## Da nord a sud: un viaggio tra mille paesaggi
Il bello del **Cile** come meta per il trekking sta proprio nella sua varietà. A nord, dove il deserto di **Atacama** incontra le prime montagne delle Ande, i percorsi passano tra altopiani aridi, piccoli villaggi in adobe e lagune abitate dai fenicotteri rosa. Qui i sentieri sono spesso desolati: l’unico suono è quello del vento o dei passi sulle pietre.
Scendendo verso sud, lo scenario cambia radicalmente. Nella zona dei laghi, vicino a Puerto Varas e Pucón, boschi di araucarie si alternano a fiumi impetuosi. Qui si entra nei parchi come quello di **Conguillío**, dove si cammina tra alberi antichi e colate laviche vecchie di millenni: una natura affascinante ma anche impegnativa.
La vera punta di diamante resta però la **Patagonia cilena**. Nel Parco Nazionale Torres del Paine svettano le sue famose torri di granito, che al tramonto si colorano di rosa intenso. Il circuito “W”, uno dei più conosciuti dell’America del Sud, attira ogni anno migliaia di escursionisti. Le tappe sono dure – quattro o cinque giorni camminando tra laghi glaciali e boschi contorti – ma i panorami ripagano ogni sforzo. Chi torna racconta l’emozione di vedere un guanaco correre all’alba o delle tempeste improvvise che costringono a cercare rifugio.
## Come muoversi e qualche dritta utile
Spostarsi tra i sentieri cileni è più semplice che in altre parti dell’America Latina. La rete dei trasporti collega bene le grandi città ai parchi e ai punti da cui partono gli itinerari. Vicino a **Puerto Natales**, per esempio, ogni giorno partono navette dirette verso l’ingresso del Torres del Paine. Nelle zone più isolate – come l’estremo sud di Magallanes o l’altipiano andino – invece serve organizzarsi con cura.
Un tema importante è la **stagione giusta** per partire. Da novembre a marzo è il periodo migliore per la Patagonia: le giornate sono lunghe e fa meno freddo (anche se il vento non molla mai). Nel nord desertico l’inverno regala cieli limpidi ma notti molto fredde. Gli operatori consigliano sempre di controllare bene lo stato dei sentieri, soprattutto dopo pioggia o neve.
## Trekking sì, ma con rispetto
Un messaggio chiaro arriva dalle autorità cilene: fare trekking non deve danneggiare l’ambiente. Il Sernatur (l’ente nazionale del turismo) ha messo in campo regole precise per proteggere gli ecosistemi fragili delle Ande e della Patagonia. Ai cancelli dei parchi ci sono cartelli che invitano a portare via i rifiuti e a restare sui sentieri segnati.
“Non serve molto per rispettare questi luoghi,” ha detto Marcela Paredes, ranger al parco Conguillío durante un incontro con i visitatori. “La cosa più importante è lasciare tutto com’era.” Eppure ancora oggi capita di vedere gruppi troppo rumorosi o sacchetti abbandonati sotto qualche cespuglio.
Il bello del trekking in Cile sta proprio qui: nella possibilità di immergersi in paesaggi straordinari senza lasciare traccia. Un’esperienza che molti descrivono come vera solo dopo aver respirato quell’aria sottile delle Ande e aver camminato – zaino in spalla – tra gli spazi infiniti del Sud del mondo.