Ercolano, 25 novembre 2025 – A **Villa Sora**, una delle più note e studiate **dimore romane** di Ercolano, da qualche giorno sono ripresi gli **scavi archeologici** e i lavori di **restauro**. Questi interventi stanno portando alla luce nuovi dettagli sull’antica residenza, facendo emergere ambienti che finora erano rimasti nascosti. L’iniziativa, promossa dalla **Soprintendenza Archeologica di Pompei ed Ercolano** insieme al Comune e all’Università Federico II di Napoli, punta a rilanciare l’attenzione su questo sito spesso trascurato rispetto alle più famose rovine vesuviane.
## **Scavi a Villa Sora: nuovi ambienti emergono dal passato**
I lavori sono partiti all’alba di lunedì scorso. Una squadra di archeologi guidata da **Giovanna Greco**, docente di Topografia antica all’Università Federico II, ha varcato il cancello della villa su via Vesuvio, non lontano dal cuore moderno di **Ercolano**. La villa, costruita probabilmente tra la fine del I secolo a.C. e l’inizio del I secolo d.C., era già famosa per i suoi ampi ambienti affrescati e i mosaici pavimentali. Ma gli ultimi ritrovamenti hanno permesso di scoprire un complesso termale privato completo di calidarium e frigidarium, oltre a un corridoio sotterraneo che collega le stanze abitative con le aree di servizio.
«**Ci aspettavamo qualche sorpresa**, ma non così tante», ha raccontato la professoressa Greco durante una visita riservata alla stampa locale martedì mattina. «Il sito era stato esplorato in modo parziale tra gli anni ’50 e ’70, poi abbandonato per mancanza di fondi. Solo ora, grazie a questa nuova campagna finanziata anche dai fondi europei Next Generation EU, possiamo riprendere con continuità le ricerche».
## **Restauri delicati per salvare gli affreschi**
Oltre agli scavi, si lavora anche per salvaguardare le superfici dipinte. La villa è nota soprattutto per la sua **grande sala triclinare**, decorata con motivi su fondo nero e dettagli floreali. «Interveniamo con metodi poco invasivi per evitare che i colori si perdano», spiega Francesca Albanese, restauratrice specializzata in superfici antiche. Il team usa scanner 3D e telecamere multispettrali per scovare microfessure nei muri, mentre alcune parti degli stucchi vengono consolidate con miscele naturali a base di calce.
Il lavoro va avanti senza sosta dalle 8 del mattino fino alle 17.30. Intanto i residenti e i curiosi si fermano spesso ai margini del cantiere, attenti a cogliere ogni novità da raccontare. «Non è solo un tesoro per gli studiosi», commenta Mario Rinaldi, pensionato che vive poco lontano dalla villa. «È parte della nostra identità. Ricordo quando da ragazzo la zona era circondata dai vigneti».
## **Villa Sora: storia tra eruzioni e ritrovamenti**
**Villa Sora** fu sepolta dall’eruzione del **Vesuvio** nel 79 d.C., come molte altre residenze aristocratiche lungo la costa campana. Il sito venne scoperto solo alla fine dell’Ottocento durante alcuni lavori agricoli, mentre le prime indagini serie risalgono agli anni ’30 del Novecento. Gli scavi attuali fanno parte di un progetto più ampio: dal 2022 è in corso un programma ministeriale volto a valorizzare le **ville marittime vesuviane**, con l’obiettivo anche di ampliare l’accesso del pubblico.
I tecnici hanno trovato nuove tracce di decorazioni nelle stanze private: «Abbiamo individuato almeno tre stili pittorici sovrapposti», spiega Greco. Alcuni frammenti mostrano figure tipiche della tradizione ellenistica; altri raccontano interventi fatti nell’età flavia. Tutto il materiale verrà catalogato digitalmente nei prossimi mesi.
## **Verso l’apertura al pubblico: un’occasione per il territorio**
La Soprintendenza, guidata da Gabriel Zuchtriegel, annuncia che entro la prossima estate alcune delle aree appena restaurate saranno aperte al pubblico in via sperimentale. Si prevedono visite guidate su prenotazione con gruppi ridotti, così da proteggere le superfici ancora fragili. Il biglietto dovrebbe costare intorno ai 10 euro e sarà acquistabile online dalla primavera 2026.
Il Comune guarda con fiducia al futuro: «Questo intervento dà una spinta anche al turismo locale», dice il sindaco Ciro Buonajuto. Per ora l’afflusso sarà controllato ma si punta a inserire Villa Sora tra i principali itinerari culturali della zona vesuviana.
Una sfida complicata – soprattutto sul fronte della sicurezza – ma che può restituire nuova vita a uno dei gioielli meno conosciuti dell’archeologia campana. Nel frattempo, sotto i teli verdi del cantiere e fra i blocchi di tufo ancora riscaldati dal sole autunnale, la villa continua lentamente a raccontare il suo passato nascosto.