Roma, 25 novembre 2025 – C’è un’Italia che sfugge alle rotte più battute e agli sguardi frettolosi dei turisti, un’Italia fatta di **borghi dimenticati**, **paesaggi intatti** e storie silenziose custodite tra pietre antiche. A riportarla in primo piano, negli ultimi giorni, sono stati i lettori del **Guardian**, invitati a segnalare quei luoghi fuori dalle grandi **mappe turistiche** e lontani dal chiasso delle mete più famose. In molti hanno risposto, raccontando posti poco conosciuti, dal Piemonte alla Calabria, passando per l’Umbria e la Basilicata. Così, grazie ai suggerimenti di viaggiatori britannici, prende forma una geografia meno nota ma concreta: fatta di strade secondarie, vecchi sentieri e tesori sospesi tra passato e presente.
## Un mosaico di borghi e storie mai raccontate
Dal lavoro del quotidiano londinese emerge un’Italia lontana dalle folle di Venezia o Firenze. **Brisighella**, in provincia di Ravenna, spicca per le sue “**vie medievali**” e le botteghe che resistono al tempo. Una lettrice racconta che “la mattina il paese profuma di pane caldo e olio d’oliva”, un’immagine semplice che però dice tutto. In Piemonte è **Orta San Giulio** a incantare: “sull’isola il tempo sembra fermarsi”, si legge in un altro contributo, tra vicoli stretti che scendono verso il lago.
Non mancano poi i ricordi del **Molise**, regione spesso dimenticata anche dagli stessi italiani. Qui il borgo di **Bagnoli del Trigno** conquista per la sua posizione incastonata tra due speroni rocciosi e per il silenzio quasi totale. “Solo il vento muove le persiane”, racconta John, 57 anni da Manchester, nel suo pezzo pubblicato dal Guardian.
## Cammini lenti tra natura e memoria
Molti segnalano gli antichi **cammini a piedi**, quei percorsi immersi tra montagne e campagne poco frequentate. Il **Sentiero degli Dei** in Campania è descritto come “un balcone sulla costa”, mentre la **Via degli Abati** in Emilia-Romagna riporta a passi lenti e incontri spontanei con chi ancora coltiva orti e vigne come una volta.
In Umbria il fascino di **Narni** sta nel suo “labirinto di stradine strette”, ma soprattutto nelle storie degli abitanti. Un artigiano anziano, riferiscono i lettori, “ricorda ogni restauro fatto trent’anni fa come se fosse ieri”. Dettagli che danno il senso di una realtà ferma nel tempo, quasi sospesa.
## Tesori architettonici fuori dai riflettori
Non mancano citazioni a castelli, pievi e rocche nascoste lungo strade poco frequentate. La cittadina lucana di **Acerenza** viene definita “una cattedrale sopra un mare di colline”, mentre il castello di **Poppi**, nell’aretino, è “poco affollato ma imponente”. Qui al tramonto i rintocchi delle campane scandiscono ancora il ritmo della vita nel borgo.
In Sicilia, invece, spicca il piccolo centro di **Sambuca di Sicilia**, già noto per le case vendute a un euro ma riscoperto dai lettori inglesi per le sue “case in tufo dorato” e la calma estiva che si respira tra le vie.
## Esperienze autentiche oltre la cartolina
Chi visita questi posti non si lascia catturare solo dalla bellezza dei paesaggi o dall’antichità dei muri. Sono invece i piccoli gesti quotidiani a restare impressi: una signora che offre caffè in una piazza vuota; un negoziante che spiega la differenza tra due farine; un vecchio seduto fuori casa che racconta della guerra come se fosse ieri.
Un viaggiatore ha scritto: “Non porto a casa una foto, ma la sensazione provata seduto su quel muretto”. La dimensione umana emerge così forte da diventare protagonista. Tra le mete più citate anche **Civita di Bagnoregio**, la cosiddetta “città che muore”, amata per il silenzio del crepuscolo quando i turisti se ne vanno.
## L’altra Italia tra presente e futuro
Questi racconti compongono una nuova mappa dell’Italia meno conosciuta. Una realtà che resiste alle mode del turismo veloce e si lascia scoprire solo da chi ha voglia di fermarsi. I borghi indicati dai lettori del Guardian non puntano a stupire con effetti scenografici ma mostrano la forza discreta delle tradizioni passate. Restano lì immobili, come se aspettassero solo qualcuno disposto ad ascoltarli davvero. E forse proprio da queste storie minime può nascere il futuro dei territori italiani più dimenticati.