Milano, 26 novembre 2025 – Ogni anno la rivista internazionale **Time Out** stila la classifica delle **strade più “cool” d’Europa e del mondo**. L’edizione 2025 mette ancora una volta in luce come alcuni quartieri riescano a trasformarsi in veri laboratori di socialità, cultura e innovazione. Tra conferme e nuove sorprese, emerge un filo comune: la strada come luogo vivo, con una propria identità, spesso lontano dai soliti percorsi turistici.
## Vie che raccontano storie: autenticità e cambiamento
La redazione di **Time Out** ha raccolto centinaia di segnalazioni negli ultimi mesi. “Non cerchiamo solo locali alla moda o negozi trendy”, spiega Rebecca Ford, una delle curatrici della lista. “Cerchiamo posti dove si sente davvero l’anima della città”. Dalla **Rue des Martyrs a Parigi** a **Capel Street a Dublino**, fino a **Via Lecco a Milano** — inserita quest’anno tra le prime venti d’Europa — il panorama che esce fuori è molto vario.
In queste strade convivono **botteghe storiche**, piccoli bistrot aperti fino a tardi e gallerie d’arte indipendenti. A Milano, per esempio, Via Lecco negli ultimi anni è diventata un punto di riferimento per la comunità LGBTQ+, ma anche per chi cerca un aperitivo informale o uno street food lontano dai circuiti più battuti. “È un microcosmo della città”, racconta Davide, che gestisce uno dei locali della zona.
## Lo spazio urbano che fa incontrare le persone
Ma cosa rende davvero “cool” una strada? Non basta avere tanti bar o negozi alla moda. Secondo **Time Out**, sono i rapporti tra le persone a fare la differenza: l’atmosfera rilassata, la possibilità di fermarsi a chiacchierare con uno sconosciuto, la sensazione che tutto possa succedere — almeno per una sera. A confermarlo è anche Elisabetta Rossi, urbanista del Politecnico di Milano: “Le vie premiate da Time Out sono quelle in cui la gente resta volentieri anche senza un motivo preciso. Sono spazi dove socializzare non è un evento speciale ma la normalità”.
Non sempre si tratta di strade nel cuore delle città. In alcuni casi i riflettori si accendono su quartieri periferici o in trasformazione. È il caso di **Brunnenstrasse a Berlino**, ex area industriale oggi frequentata da artisti e giovani imprenditori. O di **Smithfield Market a Dublino**, che negli ultimi cinque anni ha vissuto una vera rinascita.
## Strade “cool”: cosa significano per l’economia e la cultura locale
La popolarità porta benefici soprattutto alle piccole attività commerciali. Secondo i dati raccolti da **Time Out**, entrare nella classifica porta in media un aumento del 15% dei passaggi pedonali nei sei mesi successivi. Un risultato che fa gola ai commercianti e agli operatori del turismo urbano. Ma non mancano i timori legati all’effetto “instagrammabile” e al rischio di perdere autenticità.
“Quando siamo finiti nella lista nel 2023 abbiamo visto arrivare molti più turisti”, racconta Patrick O’Reilly, proprietario di una libreria in **Capel Street**. “Però c’è il rischio che i prezzi salgano e che i residenti storici si sentano esclusi”. Un equilibrio delicato, su cui devono intervenire anche le amministrazioni locali.
## Le città reagiscono: il futuro delle strade urbane
A Milano il Comune ha avviato da qualche mese una consultazione pubblica sul futuro di Via Lecco: si discute di pedonalizzazione, spazi verdi più ampi e tutela delle piccole imprese. “Le strade non devono diventare solo vetrine”, ha detto chiaramente l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Maffei durante un incontro lo scorso ottobre. “Vogliamo evitare gli errori del passato, lavorando insieme a chi vive questi quartieri ogni giorno”.
Non è facile prevedere se nella prossima classifica ci saranno conferme o nuove sorprese. Di certo il successo delle vie premiate da **Time Out** racconta molto sulle trasformazioni urbane in corso: luoghi dove passato e futuro si mescolano tra saracinesche abbassate e insegne al neon, dove una passeggiata serale può ancora riservare qualche sorpresa.
Ma chi vive queste strade ogni giorno lo sa bene: non basta un titolo internazionale per cambiare davvero il volto di un posto. Come racconta Marina, giovane fotografa incontrata all’angolo tra Via Lecco e Via Panfilo Castaldi: “Le liste passano, le persone restano. E sono loro a rendere unica una strada”.