Giardini del Giappone in Primavera: Tra Fiori, Storia e Spiritualità da Scoprire

Silvana Lopez

28 Novembre 2025

Tokyo, 28 novembre 2025 – **La primavera in Giappone** evoca subito immagini familiari: viali coperti da **ciliegi in fiore**, scatti condivisi da turisti e abitanti, un tappeto di petali rosa che ricopre marciapiedi e strade. È un’immagine quasi automatica nella mente di chi ha sfogliato una guida o seguito i racconti di viaggio su Instagram. Eppure, mentre migliaia di persone si radunano sotto i sakura tra fine marzo e aprile, **esistono altre fioriture** e tradizioni che sorprendono chi cerca qualcosa di più tranquillo, lontano dalla calca.

## **Ciliegi in fiore, ma non solo: il Giappone oltre i sakura**

Tra Tokyo e Kyoto, due delle città più fotografate del paese, l’hanami resta l’evento clou. **Ogni anno, secondo l’Agenzia Meteorologica Giapponese**, il momento migliore per ammirare i fiori cambia: nel 2025, per esempio, la fioritura è prevista intorno al 29 marzo a Tokyo, leggermente anticipata rispetto agli anni precedenti. Già a gennaio gli hotel cominciano a riempirsi. Nel quartiere di Ueno alcuni alberghi sono addirittura al completo per quei giorni, dicono i portali locali.

Ma c’è chi suggerisce vie meno affollate. **A nord, nella regione di Tohoku**, i ciliegi sbocciano più tardi – tra metà aprile e inizio maggio. A Hirosaki, nella prefettura di Aomori, il castello si circonda di oltre duemila alberi: una distesa rosa che si riflette nei fossati circostanti. I residenti – racconta la signora Mori, fioraia del posto – preparano bentō da condividere con amici e familiari: “Non è solo questione di foto – dice – è il momento in cui la città si ferma davvero”.

## **Il festival degli iris e la riscoperta dei fiori selvatici**

Meno conosciuto dai turisti occidentali è il fascino degli **hanashōbu**, gli iris d’acqua che colorano di viola e bianco i parchi tra fine maggio e giugno. Nel Katsushika Shobuen Garden, alla periferia est di Tokyo, più di 200 specie sono curate da volontari locali. “Ci sono giorni in cui passano poche decine di persone”, confida Naoto Tanaka, uno degli addetti al giardino. “Si fa silenzio, si sentono solo le rane nelle vasche”. Per molti giapponesi questa stagione – ormai avanzata – è un momento per ritrovare calma dopo la vivacità dell’hanami.

Tra le montagne del Kyushu e nel Kansai sono invece azalee e glicini a segnare il ritmo dei festival nelle zone rurali. In posti come l’Ashikaga Flower Park (prefettura di Tochigi), si cammina sotto tunnel di fiori viola e rosa acceso. Un percorso che ogni anno attira più escursionisti giapponesi che turisti stranieri.

## **Primavera giapponese: prezzi e alternative alle mete classiche**

Chi vuole vivere **esperienze autentiche** spesso deve fare i conti con tariffe alte nel periodo dell’hanami: un biglietto sul treno Shinkansen da Tokyo a Kyoto può superare i 13mila yen (circa 80 euro), mentre una camera doppia in centro arriva anche a 200 euro a notte. Per risparmiare o evitare la folla sempre più viaggiatori scelgono mete meno note come Kanazawa o Matsumoto. Qui i parchi sono meno affollati ma ricchi ugualmente di alberi in fiore.

Sul web girano consigli pratici: andare nelle prime ore del mattino, visitare templi meno noti fuori Kyoto o seguire sentieri montani nella prefettura di Nagano. L’esperto Takeshi Fukuda suggerisce itinerari sulle Alpi Giapponesi: “Anche una passeggiata fuori stagione può regalare incontri con ciliegi selvatici o campi di narcisi”.

## **Oltre i ciliegi: tradizioni e nuove forme di turismo slow**

La primavera rimane stagione di antichi rituali: dalla preparazione dei dolci wagashi ai picnic nei giardini pubblici come lo Shinjuku Gyoen. Negli ultimi anni però cresce l’interesse per il turismo lento. Alcune famiglie prenotano soggiorni in ryokan immersi nei villaggi agricoli della regione Chubu; qui tra risaie allagate e piccoli orti fioriti la fioritura segue tempi diversi e meno prevedibili.

Lo scrittore Hiroshi Yamamoto ha spiegato in un’intervista recente come l’arrivo dei primi fiori nei boschi sia “più intimo” rispetto alle grandi feste in città. In alcune comunità del nord Honshu, raccontano gli anziani del villaggio di Kakunodate (Akita), la primavera coincide con rituali agricoli ancora poco conosciuti dai turisti stranieri.

Insomma, il Giappone in fiore – tra ciliegi celebri e sentieri meno battuti – conserva ancora oggi molte sfumature. Sotto ai sakura delle metropoli o tra gli iris silenziosi dei villaggi montani, la primavera nipponica continua a offrire scorci lontani dall’iconografia da cartolina.

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