Itinerario Quattro Stagioni in Umbria: Da Spello a Montefalco tra Arte, Ulivi e Tradizioni Antiche

Silvana Lopez

15 Dicembre 2025

Perugia, 15 dicembre 2025 – Tra le dolci colline umbre, tra uliveti che sembrano infiniti e borghi dove il tempo si è fermato, c’è una storia che non vuole scomparire. È quella di Spello, un paese arroccato a pochi chilometri da Perugia, dove ogni pietra racconta secoli di vicende e civiltà. Una storia che parte dalla Cappella Baglioni, vero scrigno di arte rinascimentale affidato al genio di Pinturicchio tra il 1500 e il 1501, e arriva fino ai segni lasciati dall’antica Roma, visibili ancora oggi in mura, porte e mosaici.

La Cappella Baglioni: il capolavoro di Pinturicchio

Sono le nove del mattino quando la piazzetta davanti a Santa Maria Maggiore comincia a riempirsi. Arrivano in tanti, tutti con lo sguardo rivolto verso la Cappella Baglioni. Qui Pinturicchio – al secolo Bernardino di Betto – ha lasciato un’impronta indelebile su commissione della potente famiglia locale. Dentro la luce entra timida, appena abbastanza per accarezzare la Natività, l’Adorazione dei Magi e una serie di dettagli minuziosi: putti, festoni, scene bibliche, un tripudio di colori che sfida il passare di cinque secoli.

“Torniamo almeno una volta l’anno,” racconta Stefania, insegnante di Foligno in visita con i suoi ragazzi. “Ogni volta troviamo qualcosa di nuovo: la firma nascosta dell’artista o una data incisa su un fregio.” Mario Bartolini, il custode della chiesa, spiega con calma che questo posto “è un vanto per Spello” e che la cappella resta “uno degli apici dell’arte rinascimentale in Umbria”.

Segni romani nascosti tra ulivi e salite

Ma Spello non vive solo del Rinascimento. Passeggiando lungo via Consolare o salendo verso le antiche porte della città spuntano tracce ben più antiche: archi in travertino e mura costruite dai Romani – frammenti della colonia Julia Hispellum fondata nel I secolo avanti Cristo. Nel pomeriggio i turisti si fermano spesso a fotografare la Porta Consolare, imponente anche dopo duemila anni, con statue acefale incastonate nella facciata. Poco più in là si trovano la Porta Venere e le Torri di Properzio.

Il sindaco Moreno Landrini lo ripete spesso durante le visite guidate: “Qui ogni pietra ha due vite. Basta guardarsi intorno per scorgere i resti romani integrati nelle case del centro.” Succede anche in via Giulia – tra un forno e una bottega di ceramiche – dove si intravedono mosaici delle antiche terme.

Uliveti ordinati e tradizioni resistenti

Intorno al paese, le colline sono coperte da filari ordinati di ulivi. È dicembre e già all’alba nei frantoi si sente l’aroma pungente dell’olio nuovo. Famiglie intere – genitori, figli e nonni – si danno il cambio durante la raccolta. “Usiamo ancora la brucatura a mano,” spiega Marco, agricoltore spellano. “Le macchine aiutano ma qui la qualità si difende con gesti antichi.”

Non è solo una pratica agricola: attorno all’olio gira buona parte della vita sociale del paese. La Pro Loco organizza ogni inverno una giornata dedicata all’assaggio degli oli locali; nelle trattorie non manca mai la bruschetta calda appena fatta. E sempre risuona una frase che qui è quasi un mantra: “Il nostro olio sa di casa.”

Feste popolari che tengono viva la memoria

La forza delle tradizioni non si ferma all’olio nuovo. In primavera arriva l’Infiorata, evento che richiama migliaia di persone: per tutta una notte i vicoli si vestono di tappeti fatti con petali colorati, disegni tramandati da generazioni. Gli anziani ricordano ancora le prime edizioni dopo la guerra; i giovani aiutano nei gruppi, raccogliendo fiori alle prime luci dell’alba.

La memoria collettiva si rafforza con queste feste ma vive anche nei gesti quotidiani: il mercato del sabato in Piazza della Repubblica, le partite a carte sotto i portici o la messa domenicale delle undici.

Spello: sospesa tra passato e presente

“Vivere qui è come stare tra epoche diverse,” confida suor Lucia, che da vent’anni gestisce il piccolo ostello accanto alla chiesa. “I turisti vengono per l’arte e per la storia ma quello che cercano davvero è il senso del tempo lento.” Solo così si capisce perché Spello resista ancora oggi: radicata nelle sue tradizioni ma sempre pronta ad aprire le porte a chi arriva – tra colline d’ulivo, pietre romane e ricordi indelebili.

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