Cagliari, 18 dicembre 2025 – Tra Spagna, Tunisia, Costa Azzurra e penisola italiana, la Sardegna conferma il suo ruolo chiave nel cuore del Mediterraneo. Un’isola sospesa tra tradizioni antiche e turismo internazionale che, negli ultimi anni, si è guadagnata un posto di rilievo non solo durante l’estate, ma tutto l’anno. Chi percorre le sue strade, da Porto Torres a Villasimius, respira un’atmosfera fatta di contrasti forti: da una parte la costa con le sue spiagge luminose; dall’altra l’entroterra rude, fatto di pietre millenarie e silenzi rotti solo dal vento.
Sardegna al centro delle rotte mediterranee
Guardando una mappa, la posizione geografica dell’isola è davvero centrale rispetto alle principali rotte marittime. Si trova a metà strada tra l’Europa continentale e l’Africa del Nord, a poco più di 180 chilometri dalla Tunisia. Questa vicinanza ha segnato per secoli la storia locale: incursioni fenicie, dominazioni spagnole e passaggi francesi lasciano tracce evidenti nei nomi dei luoghi e nei resti archeologici sparsi soprattutto lungo la costa occidentale e intorno a Cagliari.
A confermarlo è il professor Paolo Mastino, storico dell’Università di Sassari: “La Sardegna è sempre stata terra di incontri e scontri, un vero crocevia nel Mediterraneo. Le sue radici affondano nei Nuraghi ma la sua anima si è formata nel tempo grazie ai continui scambi”.
Spiagge bianche e città antiche: un mix affascinante
La Costa Smeralda, con i suoi promontori di granito e le acque smeraldine basse, resta uno dei simboli del turismo isolano. Località come Porto Cervo e Baja Sardinia attirano ogni estate migliaia di visitatori – molti stranieri che ormai hanno scelto questa terra come seconda casa. Ma la Sardegna non è solo sabbia fine e resort esclusivi. Basta spingersi nell’entroterra per scoprire luoghi meno noti ma altrettanto ricchi di fascino: paesi come Orgosolo o Mamoiada, dove i murales raccontano storie popolari e le maschere tradizionali animano le feste locali.
Maria Grazia Ledda, guida turistica a Nuoro, lo ricorda spesso ai suoi gruppi: “L’isola ha tanta bellezza ma anche un grande mistero. Bisogna lasciarsi conquistare dall’interno”. Tra i siti più visitati ci sono anche la necropoli di Anghelu Ruju ad Alghero e i resti nuragici di Barumini, entrambi riconosciuti dall’Unesco come patrimonio dell’umanità.
Turismo internazionale in crescita costante
Negli ultimi tre anni, i dati dell’Osservatorio regionale del turismo mostrano una crescita chiara: nel 2024 si sono superati i 3 milioni di arrivi, con un aumento particolare in maggio e settembre. Crescono anche i voli diretti da Germania, Francia e Regno Unito verso Olbia, Alghero e Cagliari. Gli operatori raccontano una domanda in espansione verso proposte alternative: agriturismi nell’entroterra, trekking nei sentieri del Supramonte, esperienze gastronomiche tra piccoli borghi e aziende agricole.
Marco Sanna, presidente della Federalberghi Sardegna, lo riassume bene: “Chi viene cerca autenticità e natura, non solo il mare. E tanti tornano proprio per questo”.
Tradizione ed economia: l’isola che cambia volto
La crescita del turismo ha portato effetti concreti sull’economia locale. Cresce l’occupazione stagionale ma si espandono anche i servizi legati all’accoglienza: ristoranti, guide ambientali, attività culturali. Restano però alcune criticità irrisolte – lo spopolamento delle zone interne, la difficoltà nei collegamenti marittimi e aerei durante l’inverno e la pressione sui servizi ambientali nei mesi estivi.
Secondo Coldiretti Sardegna il settore agroalimentare sta vivendo una fase positiva grazie al legame sempre più stretto con il turismo. Vini come il Cannonau e formaggi come il Pecorino Sardo trovano nuovi mercati anche fuori dai confini nazionali.
Il futuro della Sardegna? Puntare sul Mediterraneo sostenibile
Guardando avanti il tema chiave è uno solo: sostenibilità. La Regione sta lavorando su progetti per ridurre l’impatto ambientale del turismo e dare valore alle zone meno frequentate dai grandi flussi. L’obiettivo è restare un punto fermo nel Mediterraneo, un ponte tra culture diverse senza perdere quella identità che rende la Sardegna unica – sospesa tra passato e presente.