Milano, 23 dicembre 2025 – Per milioni di italiani, il Natale è ancora sinonimo di famiglia, tavole piene e chiacchiere che si fanno sempre più fitte. Ma appena aperti i primi regali, arriva quel momento che tanti conoscono bene: le domande curiose, a volte un po’ invadenti, che parenti e amici si scambiano come fosse un rito. Succede un po’ dappertutto, da Palermo a Milano, in ogni salotto con l’albero addobbato e i dolci tipici in tavola.
Riunioni natalizie e domande scomode: un rituale diffuso
Una recente indagine di Doxa per Codacons dice che il 71% degli italiani passerà la vigilia o il pranzo del 25 dicembre in famiglia. Dietro questo clima conviviale però si nasconde spesso un campo minato di domande: “Quando ti sposi?”, “E il lavoro?”, “Quando fai un figlio?”. Domande che, come spiega la psicologa milanese Elena Bianchi, sono diventate quasi “parte del folklore natalizio italiano”. Però, aggiunge la dottoressa, per molti giovani (ma non solo) possono creare disagio o fastidio.
Le testimonianze raccolte nelle ultime settimane sono molto chiare. Riccardo, trentenne torinese, confessa: “A casa dei miei zii so già cosa mi aspetta. Dopo il brindisi partono con la storia del posto fisso. Un incubo. Mi viene voglia di sparire”. Non va molto meglio nelle famiglie numerose, dove le aspettative pesano ancor di più. Un fenomeno notato anche dagli esperti di comportamento sociale: “Il Natale”, spiega la sociologa Serena Castelli, “mette in evidenza le differenze tra generazioni e fa riaffiorare vecchie questioni rimaste sospese”.
La tentazione della fuga: numeri in aumento
Negli ultimi anni sempre più italiani scelgono di evitare questi momenti partendo per qualche giorno. Lo confermano i dati sulle prenotazioni di treni e aerei: secondo Trenitalia e Italo, nella settimana dal 22 al 28 dicembre c’è stato un aumento del 15% dei passeggeri rispetto allo stesso periodo del 2023. Le destinazioni? Città d’arte come Firenze e Roma ma anche mete più lontane come Madrid, Berlino e Parigi sono praticamente tutte piene.
“Abbiamo notato che cresce il numero di clienti single o giovani coppie”, racconta Alessandro Rizzi di un’agenzia viaggi milanese. “Prenotano last minute per scappare dalle pressioni familiari delle feste”. Non solo chi vuole evitare domande personali ma anche chi lavora lontano da casa e preferisce rimandare il rientro per motivi pratici o economici. Una tendenza che mostra come il Natale tradizionale stia piano piano cambiando pelle.
Strategie di sopravvivenza tra ironia e diplomazia
Chi invece resta a tavola con genitori e parenti mette in campo vari stratagemmi. C’è chi si prepara risposte pronte (“Sto lavorando a un progetto importante”, “Per ora preferisco pensare a me stesso”). Altri usano l’ironia – come Chiara, studentessa a Bologna: “Quando mi chiedono della laurea dico che vado avanti un esame alla volta. Se insisto cambio argomento: il panettone funziona sempre”.
Il rischio tensioni però resta reale. Per la psicologa Bianchi “la cosa migliore è rispondere senza troppi giri di parole, magari con una battuta gentile. Non si può pretendere che tutto cambi da un momento all’altro”. Però molti giovani dicono che negli ultimi anni l’atmosfera è diventata meno rigida; forse grazie alla pandemia o semplicemente a una maggiore consapevolezza dei propri limiti.
Il Natale che cambia: nuovi significati e vecchie abitudini
Tra chi parte e chi resta – ognuno con le sue ragioni – si disegna un quadro familiare più fluido rispetto al passato. Sempre secondo Doxa quasi uno su cinque trascorrerà almeno una parte delle feste lontano dai parenti stretti. Crescono le cene tra amici mentre nelle grandi città aumentano le iniziative solidali per chi è solo.
Nonostante panettoni, domande scomode e fughe organizzate, il Natale italiano resta fedele a sé stesso: una festa fatta di tradizioni ma anche piccoli aggiustamenti quotidiani. Come sottolinea la sociologa Castelli, “la vera novità è che oggi ci si sente liberi di scegliere come vivere questi giorni. Meno obblighi sociali, più autenticità”.
Così dietro alle luci dell’albero e ai sorrisi magari forzati nelle foto di famiglia si nasconde una realtà che cambia lentamente. Con qualche domanda in meno – o qualche viaggio in più.