Stipendi 2026: tutti gli sgravi fiscali su aumenti, premi, utili e festività per lavoratori e aziende

Silvana Lopez

25 Dicembre 2025

Roma, 25 dicembre 2025 – Il tetto di reddito per la cedolare secca sugli aumenti contrattuali sale da 28mila a 33mila euro a partire dal prossimo anno. Lo ha deciso la manovra approvata dal Parlamento nella notte tra il 23 e il 24 dicembre. La notizia, diffusa dal Ministero dell’Economia, arriva in un momento delicato per il mercato del lavoro e punta ad allargare la platea di chi può usufruire di questa agevolazione fiscale rivolta ai lavoratori dipendenti.

Il nuovo limite cambia le regole del gioco

La modifica riguarda la cedolare secca sugli aumenti contrattuali, misura pensata per spingere il rinnovo dei contratti collettivi nazionali. È una delle novità principali della legge finanziaria. Secondo i calcoli degli esperti della Camera, saranno circa 370mila lavoratori in più ad entrare nella cerchia dei beneficiari. La misura prevede un’imposta sostitutiva del 15% sulle somme aggiuntive legate all’aumento salariale ottenuto con il rinnovo del contratto.

Finora potevano usufruirne solo i dipendenti con un reddito lordo fino a 28mila euro all’anno. Dal 2025, invece, questa soglia sale a 33mila euro. “Un segnale concreto in un momento di incertezza economica”, ha detto ieri sera il viceministro dell’Economia Maurizio Leo dopo l’ok definitivo alla legge di Bilancio. “Così diamo respiro anche a chi restava fuori dal vecchio limite”, ha aggiunto.

Fondo da 200 milioni per le voci accessorie

Insieme al rialzo della soglia, la manovra stanzia un fondo da 200 milioni di euro per la detassazione delle cosiddette “voci accessorie” degli stipendi: straordinari, indennità di turno, premi di produttività e simili. Secondo la relazione allegata alla legge, l’obiettivo è incentivare la produttività e alleggerire il peso delle tasse su chi lavora di più o assume nuove responsabilità.

I dettagli su come funzionerà tutto questo arriveranno con un decreto ministeriale atteso entro febbraio. Al momento, fonti del MEF chiariscono che l’agevolazione riguarderà solo gli aumenti legati ai rinnovi contrattuali e non altri tipi di bonus o extra. Questa precisazione risponde anche alle richieste arrivate da Cgil e Uil nei giorni scorsi.

Sindacati divisi sulle novità

Il provvedimento non convince tutti allo stesso modo tra i sindacati. La Cisl parla di “passo avanti”, mettendo in luce l’allargamento della platea dei beneficiari. La Cgil, invece, lo giudica ancora insufficiente rispetto alle aspettative sulla detassazione degli aumenti: “Serve un intervento più ampio che coinvolga anche i salari medi”, ha detto ieri Maurizio Landini, segretario generale della Cgil. La Uil è più prudente e invita ad aspettare i decreti attuativi prima di tirare le somme.

Sul fronte dei rinnovi contrattuali, siamo nel pieno della stagione calda. Dai metalmeccanici agli impiegati pubblici, i tavoli sono ancora aperti. L’Inps stima che circa 6 milioni di lavoratori siano in attesa del rinnovo del proprio contratto nazionale, cifra che racconta bene la complessità del momento.

Scontro politico sulle misure fiscali

Durante il dibattito parlamentare non sono mancate tensioni. L’opposizione, con Giuseppe Conte (M5S) e Elly Schlein (Pd), ha criticato la scelta di limitare l’agevolazione solo agli aumenti contrattuali: “Bisogna intervenire sul cuneo fiscale in modo strutturale, non con misure isolate”, ha detto Conte durante il question time del mattino del 24 dicembre.

La maggioranza invece difende il risultato ottenuto: “Premiamo chi lavora e favoriamo il dialogo tra imprese e sindacati”, ha spiegato Tommaso Foti (Fratelli d’Italia). Le associazioni datoriali – a partire da Confindustria – valutano con prudenza: secondo Francesca Mariotti, direttore generale dell’organizzazione, “la direzione è giusta ma serve stabilità nel quadro normativo”.

Quando entreranno in vigore le novità

Per far partire davvero le nuove soglie e la detassazione sulle voci accessorie ci vorranno ancora alcuni passaggi tecnici. Fonti del Dipartimento delle Finanze fanno sapere che entro fine gennaio sarà pubblicata una circolare esplicativa dell’Agenzia delle Entrate. Solo allora sarà chiaro quali documenti dovranno presentare i datori di lavoro e come verranno calcolate le imposte sostitutive.

Nel frattempo il Ministero dell’Economia invita alla calma: “Nei prossimi giorni forniremo tutti i chiarimenti necessari per evitare fraintendimenti”, assicura un funzionario della direzione legislativa.

Cosa cambia in busta paga

Per chi rientrerà nella nuova soglia significa avere aumenti netti in busta paga tra i 180 e i 260 euro all’anno circa, secondo simulazioni diffuse dall’Ufficio parlamentare di bilancio. Non cifre strabilianti ma comunque importanti in un periodo segnato dall’aumento dei prezzi e dalla perdita del potere d’acquisto.

Al momento non sono previste estensioni della cedolare secca ad altri settori o forme di reddito diverse da quelle attuali. Il governo valuterà eventuali ampliamenti nel corso del 2025, tenendo d’occhio crescita economica e negoziati nei principali comparti industriali.

La partita è appena cominciata. E questa legge di Bilancio appena varata segna – come ha sottolineato il ministro Giancarlo Giorgetti – “un equilibrio tra rigore nei conti pubblici e attenzione al lavoro”.

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