Brisbane, 27 dicembre 2025 – Nel cuore del Queensland sudoccidentale, a due passi dai confini della città, la natura si mostra ancora in tutta la sua forza e bellezza. Tra vallate verdi e rilievi nati da antichi vulcani, all’inizio del Novecento l’esploratore e scrittore Arthur Groom diede un nome che sarebbe rimasto nella memoria di tutti: Scenic Rim. Un nome che oggi è diventato simbolo di paesaggi intatti e di un modo di vivere scandito dal ritmo lento della terra.
Le radici del Scenic Rim: vulcani e foreste da scoprire
La storia di questo territorio affonda nelle pieghe di ere lontane, ma è solo nel XX secolo che il nome Scenic Rim ha cominciato a circolare tra gli australiani. Tra il 1904 e il 1953, Groom ha esplorato con passione questi sentieri: raccontava pendii coperti di boschi, creste formate da antichi crateri, piccoli villaggi ai margini delle foreste pluviali. “Qui tutto sembra fatto per essere ammirato”, scriveva nei suoi taccuini. All’epoca, però, era una zona difficile da raggiungere, dove la modernità tardava ad arrivare.
Oggi il parco nazionale Lamington e le riserve vicine come Main Range, Mount Barney e Tamborine National Park mantengono viva quella bellezza vulcanica. Gli esperti spiegano che circa 24 milioni di anni fa una serie di eruzioni ha modellato quei rilievi: ora attirano escursionisti, fotografi e chi studia la biodiversità. “Qui c’è una varietà di piante unica in Australia”, dice la botanica Sophie Eldridge dell’Università del Queensland. “Specie che altrove sono scomparse trovano ancora rifugio qui”.
Turismo lento e sfida per mantenere l’equilibrio
Dopo la Seconda Guerra mondiale, l’area ha cambiato volto piano piano. Negli anni Sessanta, poche strade univano le comunità rurali come Beaudesert, Canungra, Boonah, dove la maggior parte viveva di allevamento e coltivazioni. Solo negli ultimi decenni è arrivato il turismo con nuove opportunità ma anche qualche dubbio su come non rovinare quel fragile equilibrio tra sviluppo e natura.
“Non volevamo diventare una nuova Gold Coast”, ha spiegato qualche mese fa Mary Jameson, presidente dell’associazione degli operatori turistici locali. “Molti visitatori vengono qui proprio per scappare dal caos: cercano sentieri tranquilli nel bosco, piccoli bed & breakfast, mercati contadini dove comprare miele o avocado fatti in casa”. Secondo i dati dell’ente turismo del Queensland, nel 2024 sono arrivati oltre 850mila visitatori, con un aumento del 12% rispetto al 2022. E questo si vede: nuove strutture ricettive stanno nascendo, così come festival enogastronomici e guide per escursioni.
Ma non mancano i timori per un turismo troppo intenso. Peter Rowland, viticoltore vicino a Mount Tamborine, avverte: “Un afflusso troppo grande potrebbe cambiare troppo questa terra”. Per questo le autorità locali hanno varato un piano per limitare il traffico sulle strade interne e proteggere meglio le specie animali a rischio.
Un patrimonio culturale che guarda avanti
Il Scenic Rim non è solo natura selvaggia. Nei suoi villaggi si incontrano storie intrecciate tra passato coloniale e tradizioni aborigene. A Kalbar, ogni primavera si celebra la festa dei fiori: nata dalla comunità tedesca arrivata alla fine dell’Ottocento. In altri paesi – come Harrisville e Rathdowney – le piccole scuole raccontano le fatiche dei primi agricoltori in un territorio spesso ostile.
Negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione al recupero della memoria indigena. L’artista locale Mark Balin spiega che “con i dipinti e i percorsi educativi stiamo provando a far conoscere la cultura Jagera e Yugambeh a chi arriva da fuori”. Progetti simili coinvolgono anche le scuole elementari della zona. È un tentativo – a volte fragile ma concreto – di unire turismo e consapevolezza storica.
Incendi e cambiamenti climatici: una sfida costante
Non tutto però va liscio. Negli ultimi cinque anni gli incendi hanno colpito duramente alcune parti del parco Lamington e delle vallate vicine. Un rapporto dell’ente parchi del Queensland segnala che tra il 2019 e il 2023 oltre 3mila ettari di foresta primaria sono andati persi. “Il rischio crescerà ancora con l’aumento delle temperature medie”, avverte la climatologa Fiona Reed.
Le comunità rispondono mettendo in campo piani più solidi per le evacuazioni e sistemi per individuare presto gli incendi. Solo quando la terra si risveglia dopo le piogge estive – e l’aria si libera dall’odore di cenere – torna a mostrarsi tutta la forza della gente del Scenic Rim. Una regione che resiste ai cambiamenti senza tradire se stessa: proprio come forse avrebbe voluto Arthur Groom cento anni fa.