Roma, 20 novembre 2025 – Ieri la **Cassazione** ha emesso una sentenza destinata a far discutere a lungo sul futuro dei beni culturali italiani: la **Scala dei Turchi** è ufficialmente un **bene monumentale**. La decisione, arrivata in tarda mattinata a Piazza Cavour, mette fine a una lunga battaglia legale sulla proprietà e gestione di uno dei luoghi simbolo della costa agrigentina, celebre per la sua forma irregolare e per l’equilibrio delicato del suo ambiente naturale.
## La Scala dei Turchi non è solo paesaggio: è patrimonio da difendere
La Corte di Cassazione ha sottolineato che la Scala dei Turchi – quel promontorio di marna bianca che si affaccia su Realmonte, in provincia di Agrigento – “non ha solo caratteristiche fisiche uniche, ma è entrata nell’immaginario collettivo come simbolo del territorio”. Nel dispositivo si fa esplicito riferimento alla “irregolarità naturale” della formazione, che rappresenta allo stesso tempo una sfida e un’attrazione per migliaia di visitatori ogni anno.
L’udienza è durata più di due ore ed è stata seguita con attenzione da associazioni ambientaliste e amministratori locali. L’avvocato dello Stato ha ribadito la necessità di “fermare abusi edilizi e speculazioni” che vanno avanti da decenni. Il presidente del Collegio, Carlo Sabatini, ha motivato la scelta ricordando che “la Scala dei Turchi non può essere considerata un semplice bene paesaggistico: va protetta come bene monumentale per la sua unicità morfologica e storica”.
## Fragilità e valore condiviso: le ragioni della sentenza
Nel dettaglio, la Cassazione evidenzia come proprio l’“irregolarità” della Scala abbia attratto turisti e fotografi ma anche interventi non autorizzati. Il testo della sentenza cita in modo chiaro i fenomeni di “erosione accelerata” registrati negli ultimi dieci anni e le frane soprattutto nei mesi più piovosi.
Si legge infatti che “il rischio di crolli è cresciuto moltissimo a causa della pressione umana. Solo un regime di tutela severo può garantire il futuro del sito”. All’uscita dalla Corte, il sindaco di Realmonte Sabrina Lattuca ha commentato con sollievo: “Aspettavamo da tempo questa decisione. Ora potremo lavorare su un piano serio per proteggere questo luogo”.
## Dopo la sentenza: gestione pubblica e nuove regole
Con la pronuncia della Cassazione, tutta la gestione della **Scala dei Turchi** passa nelle mani dello Stato. Questo vuol dire niente più permessi per nuove strutture turistiche o lavori edilizi lungo la scogliera. Un funzionario della Soprintendenza ai Beni Culturali spiega: “Stiamo valutando l’installazione di passerelle e barriere leggere per limitare gli accessi dove il terreno è più fragile”. Già nel primo pomeriggio, alcuni volontari hanno iniziato a posizionare cartelli provvisori per deviare i percorsi più frequentati.
I residenti però sono ancora preoccupati. Da tempo segnalano problemi legati all’afflusso incontrollato: traffico intenso d’estate su via Scala dei Turchi, mancanza di parcheggi e rifiuti lasciati sulle spiagge. Il Comune promette ora controlli più rigidi e campagne di sensibilizzazione nelle scuole.
## Tra tutela e turismo: una sfida aperta
Da anni la **Scala dei Turchi** viene considerata un luogo fragile dagli esperti e dagli ambientalisti. Uno studio del CNR del 2023 pubblicato su “GeoItalia” ha rilevato un’accelerazione dell’erosione della marna dal 2018 in poi: circa 4 centimetri persi ogni anno. La pressione turistica rimane uno degli aspetti più critici.
“L’obiettivo è trovare un equilibrio tra salvaguardia del paesaggio e uso responsabile”, spiega Giuseppe Parello, direttore del Parco Archeologico della Valle dei Templi. “Serve il contributo di tutti: cittadini, istituzioni e visitatori”. Nel frattempo chi guarda la Scala al tramonto – avvolta in questi giorni da una luce morbida intorno alle 17:30 – si chiede ancora se sarà possibile proteggere questo simbolo siciliano senza chiuderlo completamente al pubblico. La sentenza della Cassazione intanto segna una svolta attesa da tempo: ora serviranno regole precise. E forse anche più rispetto.