Come Ottenere il Visto per l’Uzbekistan: Guida Facile e Aggiornata per il 2024

Luca Mangano

4 Dicembre 2025

Roma, 4 dicembre 2025 – Fino a pochi anni fa, viaggiare in Uzbekistan era un’impresa per pochi: burocrazia complicata, informazioni scarse e un rischio alto di sbagliare i moduli scoraggiavano anche i più temerari. Chi ci ha provato prima del 2019 sa di cosa parliamo. Oggi, invece, basta mettere piede a Tashkent per accorgersi subito che le cose sono cambiate.

Uzbekistan, il visto ora è a portata di clic

Dal 2016, con Shavkat Mirziyoyev al timone del governo, l’Uzbekistan ha deciso di aprirsi al turismo in modo concreto. Non sono solo parole: dal 1° febbraio 2019 è attivo il visto elettronico (e-visa), che permette ai cittadini di oltre 70 paesi – Italia compresa – di ottenere il permesso d’ingresso senza dover passare da consolati o fare giri infiniti di documenti. Una rivoluzione silenziosa, raccontano i dati del ministero degli Esteri uzbeko: nel 2023 gli ingressi turistici hanno superato i 5 milioni, con un aumento del 40% rispetto a prima della pandemia.

Oggi il visto si ottiene quasi sempre entro 72 ore. Basta compilare una domanda online, caricare una foto digitale e pagare una tassa di circa 20 dollari. Solo in caso di problemi arriva una mail per sistemare eventuali errori. Chi è stato in Uzbekistan anche solo cinque anni fa ricorderà tutt’altro: lettere d’invito da hotel o tour operator, file interminabili alle ambasciate e appuntamenti fissati settimane prima della partenza. “Era quasi impossibile fare tutto senza passare per un’agenzia locale”, ricorda Carla De Marchi, tour leader milanese, parlando della sua esperienza nel 2017.

Il turismo che spinge l’economia

Dietro questa apertura ci sono ragioni economiche precise: il turismo vale ormai quasi il 4% del PIL e crea centinaia di migliaia di posti di lavoro diretti e indiretti. Umid Shadiev, direttore dell’agenzia nazionale del turismo, è chiaro: “L’Uzbekistan vuole diventare uno dei poli principali della nuova Via della Seta”. E sembra una scommessa concreta. Le città storiche di Samarcanda, Bukhara e Khiva – patrimonio dell’UNESCO – attirano sempre più visitatori ogni anno. Solo a Samarcanda nel 2024 si sono contati oltre 700 mila turisti stranieri, dicono le autorità locali.

Ma non sono solo i numeri a cambiare. Nel centro storico di Bukhara, alle dieci del mattino, i venditori di tappeti notano clienti diversi rispetto al passato. “Ora arrivano molte più famiglie europee e si muovono anche da sole con i mezzi pubblici”, racconta Azamat Khodjaev sulla Lyabi-Hauz. La crescita dei visitatori ha dato vita a nuovi hotel boutique e ristoranti moderni accanto alle tradizionali case da tè.

Turismo indipendente in forte crescita

La semplificazione dei visti ha fatto volare soprattutto chi viaggia da solo o in coppia. Connessione internet stabile nelle città principali e segnaletica in inglese stanno cambiando la mappa dei flussi turistici: non più solo gruppi organizzati ma anche giovani che prenotano treni ad alta velocità per attraversare il paese da nord a sud.

“Rispetto al mio primo viaggio nel 2015 è tutta un’altra storia: allora avevo bisogno delle lettere d’invito da ogni hotel; oggi bastano dieci minuti online”, racconta Paolo Rossi, insegnante romano incontrato su un treno per Urgench. Qualche ostacolo però rimane: nelle zone rurali del Karakalpakstan o vicino al confine con l’Afghanistan restano restrizioni più severe; alcune aree chiedono permessi extra, segnalano operatori italiani.

Un Paese che cambia sotto gli occhi dei visitatori

A Tashkent l’atmosfera è diversa tra la metropolitana ultramoderna e i caffè internazionali spuntati vicino al Chorsu Bazaar. Cambiare valuta è più semplice; le tariffe degli hotel sono trasparenti; taxi si prenotano via app. Ma resta qualcosa del passato: la polizia chiede ancora l’iscrizione obbligatoria in ogni albergo e ai controlli aeroportuali non si scherza. “Ora tutto è più veloce rispetto a prima ma sempre molto formale”, racconta Francesca Lodi, architetta milanese appena rientrata dal viaggio.

Gli osservatori esteri notano come l’Uzbekistan tenga ancora un controllo stretto sulle frontiere. Tuttavia le aperture degli ultimi anni – visti facili, nuove infrastrutture e servizi digitalizzati – hanno dato una spinta importante all’immagine del Paese. Oggi chi arriva trova un equilibrio tra antichi rituali burocratici e una voglia crescente di accogliere, pur con la prudenza tipica delle capitali dell’Asia centrale.

I numeri dicono che questo cambiamento potrebbe continuare a rafforzarsi nei prossimi anni. Nel frattempo l’obbiettivo dichiarato dalle autorità è chiaro: superare i 7 milioni di turisti internazionali entro il 2026. Un traguardo che fino a poco tempo fa sembrava lontanissimo – oggi appare semplicemente la tappa successiva del viaggio uzbeko verso l’apertura definitiva.

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