Nel mondo del viaggio, pochi nomi risaltano come quello di David Prior. La sua rubrica su Vanity Fair, disponibile fino al 3 giugno 2025, funge da guida per molti appassionati di avventure e scoperte. Con una rete di contatti che spazia dal pescatore al principe, come descritto da Condé Nast Traveler, Prior incarna l’essenza del viaggiatore moderno: curioso, informato e costantemente in cerca di esperienze autentiche.
Originario di Brisbane, Australia, David Prior ha trascorso gran parte della sua carriera nel giornalismo e nella narrazione di esperienze di viaggio. Dopo aver collaborato con prestigiose riviste come Condé Nast Traveler e New York Times Magazine, nel 2018 ha fondato la sua agenzia di luxury travel a New York, chiamata “Prior”. Questa iniziativa è emersa quasi per caso, dopo un viaggio in India, e ha rivoluzionato il concetto di viaggi su misura, promuovendo un approccio che unisce eleganza e sostanza.
L’approccio unico di David Prior
L’approccio di David Prior è distintivo: non si limita a creare itinerari personalizzati, ma cerca di tessere una narrazione attorno a ogni viaggio. “Il cuore di questo progetto è fatto di esperienze, ma ‘editorializzate'”, spiega. “Cerco sempre il punto d’incontro tra narrazione e vita reale”. Questa filosofia è evidente nei suoi reportage e nelle guide digitali, che coprono una vasta gamma di esperienze, dall’esplorazione delle migliori sardine in scatola di Lisbona allo shopping segreto di Oaxaca.
Uno degli aspetti più affascinanti del lavoro di Prior è la sua passione per i collage, un’arte che ha coltivato sin da bambino. Questi collage non sono solo una forma di espressione artistica, ma anche un modo per comunicare la sua visione del viaggio. “Se ti piacciono e li capisci, il tipo di esperienze che creiamo probabilmente faranno per te”, afferma. Questo approccio visivo invita a esplorare il mondo in modo più profondo, al di là delle immagini patinate dei cataloghi di viaggio.
Nutrimento e riscoperta di sé
Ma cosa significa realmente viaggiare secondo David Prior? In un’epoca in cui termini come “sostenibilità”, “autenticità” e “longevità” sembrano perdere valore, Prior propone una parola chiave: nutrimento. “Le persone cercano di nutrirsi, nei modi più diversi”, afferma. “Vogliamo sentirci riconnessi, ma più che mai con noi stessi”. Questa visione risuona profondamente in un momento storico in cui il viaggio è visto non solo come una fuga dalla routine, ma come un’opportunità per riscoprire se stessi e le proprie radici.
Durante una delle sue interviste, David ha condiviso alcune risposte al nostro “travel questionario” alla Proust, rivelando spunti preziosi sulle sue esperienze di viaggio. Quando gli è stato chiesto quale libro lo ha maggiormente influenzato, ha citato “The Book of Symbols” di Taschen, un’enciclopedia di simboli culturali che considera una mappa d’ispirazione per comprendere le diverse culture.
I progetti futuri e la gastronomia
In merito ai suoi viaggi futuri, ha rivelato di essere in procinto di visitare il Marocco per vedere l’hotel di un amico, Dar Ahlam, una destinazione che ha sempre desiderato esplorare. La Mongolia, d’altra parte, rimane una meta ancora da scoprire, ma ha già programmato un viaggio nella regione per guidare un campo a cavallo nelle steppe quest’estate.
Quando si parla di cibo, Prior non può fare a meno di menzionare l’importanza della gastronomia nel suo approccio ai viaggi. “Ho iniziato con quello, in Italia“, racconta, riflettendo su come la sua prima esperienza all’estero, per una borsa di studio all’Università di Scienze Gastronomiche in Piemonte, abbia plasmato la sua visione. “Questo mi ha insegnato il valore della diversità, non solo nel cibo, ma anche nelle esperienze che cerchiamo”.
La sua canzone preferita che lo fa sentire in vacanza è “Down Under” dei Men at Work, un brano che evoca il suo legame con la sua terra natale. La sua valigia ideale? Preferisce quelle robuste dei negozi di campeggio, pratiche e resistenti, capaci di affrontare ogni avventura.
David Prior ha anche condiviso aneddoti memorabili, come un viaggio in taxi da Damasco a Beirut, vissuto poco prima dell’inizio della guerra civile. Questo ricordo serve da monito sulla fragilità del mondo e sull’importanza di non dare mai per scontato il viaggio. Quando gli chiedono il suo motto di vita, non esita a rispondere: “Che cos’è la vita, senza un po’ di rischio?”.
Il suo approccio al viaggio è una combinazione di avventura e introspezione, un invito a esplorare non solo il mondo, ma anche se stessi. Con una visione così profonda e avvincente, David Prior continua a ispirare viaggiatori di ogni tipo, incoraggiandoli a scoprire il mondo con occhi nuovi e una mente aperta.