Discover the hidden gems of Kyrgyzstan: your ultimate travel guide

Discover the hidden gems of Kyrgyzstan: your ultimate travel guide

Discover the hidden gems of Kyrgyzstan: your ultimate travel guide

Luca Mangano

11 Novembre 2025

Bishkek, 11 novembre 2025 – Nel cuore dell’Asia centrale, tra le vette innevate del Tien Shan e i laghi alpini che sembrano riflettere un cielo senza fine, il Kirghizistan sta conquistando spazio come meta di viaggio autentica e sorprendente. Da giugno a settembre, quando la neve si scioglie e le comunità locali si animano con festival dedicati a cavalli, aquile e antiche leggende, il Paese si mostra nella sua veste più accogliente. Ma anche in inverno, da dicembre a febbraio, le piste da sci di Bishkek e Karakol, insieme ai lodge in yurta immersi nella neve, offrono un’alternativa silenziosa e raccolta per chi cerca isolamento e cultura.

Kirghizistan: natura selvaggia e tradizioni nomadi che resistono

Il Kirghizistan, ufficialmente Repubblica Kirghisa ma chiamato così da tutti tranne che dai parlamentari, è un mosaico di montagne, laghi e steppe dove la cultura nomade non è solo storia, ma vita vera. Bishkek, la capitale, accoglie i visitatori con monumenti sovietici e musei, ma basta poco per finire immersi nella natura: l’Ala-Archa National Park è a un’ora dal centro, mentre la valle di Alamedin offre sentieri tra boschi e torrenti.

Chi arriva qui spesso cerca la libertà degli spazi aperti. “A volte sei solo tu e i pastori per centinaia di chilometri”, racconta un viaggiatore francese incontrato sulla strada per Issyk-Köl. Tra kayak sul lago, safari per avvistare i leopardi delle nevi o passeggiate tra le rovine delle città lungo la Via della Seta, il senso di isolamento è vero.

Quando andare e quanto restare: le stagioni del Kirghizistan

L’estate è il momento migliore per trekking a cavallo e lunghe camminate: da fine giugno a settembre quasi tutte le zone sono accessibili. In questo periodo si tengono anche i festival di turismo comunitario, con gare di equitazione, racconti dell’epopea di Manas e dimostrazioni di caccia con l’aquila. “La vera Kirghizia si scopre tra le yurta e i racconti degli anziani”, spiega Aigul, guida locale di Karakol.

D’inverno il turismo internazionale cala, ma le piste vicino a Bishkek e Karakol restano frequentate da kazaki e uzbeki. I lodge in yurta fuori città promettono neve fresca e silenzio assoluto. Nei villaggi, le botteghe artigiane continuano a lavorare la lana infeltrita, mentre i maestri della caccia con l’aquila accolgono chi vuole imparare.

Per un viaggio breve bastano tre o quattro giorni per visitare Bishkek e fare una gita nei parchi vicini. Ma per scoprire davvero il Paese servono almeno due settimane: le strade di montagna sono lente, i trasferimenti spesso pieni di imprevisti. Chi vuole raggiungere le zone più lontane – come Naryn o il lago Son-Köl – dovrebbe mettere in conto tre o quattro settimane.

Come arrivare e muoversi: consigli pratici

L’aeroporto Manas di Bishkek è collegato all’Europa con scali a Istanbul (Turkish Airlines), Dubai (FlyDubai, Emirates), Abu Dhabi (Wizz Air) o Almaty (Air Astana). Chi arriva dall’Italia di solito passa per Turchia o Emirati. Molti entrano anche via terra da Kazakistan o Uzbekistan; il confine con il Tagikistan resta però parzialmente chiuso.

Dentro il Paese ci si sposta soprattutto su strada: marshrutka (minivan condivisi), taxi collettivi o autobus. Gli orari sono flessibili: “Si parte quando il mezzo è pieno”, spiega un autista alla stazione ovest di Bishkek. Nelle zone rurali l’autostop è comune – ma sempre a pagamento – e non privo di rischi.

Esperienze da non perdere: laghi, montagne e incisioni antiche

Un viaggio breve non può prescindere dal lago Son-Köl: qui il silenzio è rotto solo dal vento e dal passo dei cavalli. Dormire in una yurta a 3.000 metri, sorseggiare kumis (latte di giumenta fermentato) all’alba o cavalcare accanto ai pastori sono ricordi che restano per sempre.

Chi ha più tempo può esplorare il sud, da Naryn alle foreste di noci di Arslanbob fino a Osh, la “capitale del sud”, prima di tornare verso Bishkek passando dal lago Sary Chelek. Il giro del lago Issyk-Köl regala spiagge deserte e notti in campeggio sotto le stelle; da Karakol parte il trekking verso il passo Ala-Köl (3.907 metri), tra panorami che cambiano a ogni curva.

Un luogo unico è Sailmaluu Tash, vicino Kazarman: una valle accessibile solo poche settimane all’anno dove migliaia di lastre basaltiche sono incise con petrografie risalenti al III millennio a.C. “Camminare qui è come sfogliare un libro di storie antiche”, racconta una guida del posto.

Costi, lingua e dritte per il viaggio

Il Kirghizistan è una meta economica: un letto in ostello costa tra 150 e 800 som, una camera doppia in hotel intorno ai 3.200 som. I pasti nei ristoranti locali difficilmente superano i 1.500 som per due persone; una corsa in marshrutka si paga 15-20 som. Il cambio attuale è tra 80 e 90 som per dollaro.

Il clima è imprevedibile: meglio portare abiti a strati, perché anche d’estate può nevicare in quota. L’inglese si parla soprattutto nei circuiti turistici; chi conosce un po’ di russo si muove senza problemi, ma anche poche parole in kirghiso – “salam” per ciao, “rakhmat” per grazie – aprono molte porte e regalano sorrisi sinceri.

In sintesi, il Kirghizistan è una destinazione fuori dai percorsi battuti, dove la natura detta i tempi e l’ospitalità nomade trasforma ogni incontro in una storia da portare con sé.

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