Estate australe in montagna: scopri i paesaggi mozzafiato dal Drakensberg al Cederberg in Sudafrica

Silvana Lopez

20 Novembre 2025

Roma, 20 novembre 2025 – Sono **viaggiatori, fotografi e amanti della natura** a lasciarsi sempre più affascinare, negli ultimi mesi, dai **paesaggi rocciosi** e dalle **vette semiaride** dell’Italia centrale. Cercano luoghi poco battuti, da raccontare o semplicemente da godersi con gli occhi. Dai calanchi della Val d’Orcia fino ai crinali assolati del Gran Sasso, l’attenzione verso questi ambienti è cresciuta. Anche i social e le nuove guide del settore hanno fatto la loro parte. Così, un flusso sempre più variegato di visitatori si sposta tra sentieri, strapiombi e panorami sospesi nel silenzio.

## **Biodiversità che sbuca tra rocce e altopiani**

La cosa che colpisce di più in queste zone – raccontano esperti e operatori locali – è la **miriade di sfumature** che si alternano in pochi chilometri: **muschi verdi**, fioriture improvvise nelle crepe della roccia, filari di arbusti o spazi quasi privi di vegetazione. Nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini le guide dicono che “ogni stagione trasforma colori e forme. Lo stesso sentiero sembra cambiare tra maggio e ottobre”. Andrea Tavolazzi, biologo all’Università di Camerino, spiega come “l’altitudine e la composizione minerale del terreno creano microclimi diversi in poche centinaia di metri”.

Proprio queste rapide variazioni rendono il trekking sul **Gran Sasso** unico in tutto l’Appennino. Si passa da pietraie e altopiani nudi a boschetti improvvisi di faggio. E se il cielo è terso si arriva a scorgere persino la costa adriatica. I camosci appenninici – specie protetta – sono ormai una vista quasi quotidiana, anche se “bisogna saperli cercare”, confida un escursionista appena sotto Campo Imperatore.

## **Avventure tra adrenalina e silenzi profondi**

Non si tratta solo di ammirare il paesaggio: chi cerca qualcosa di più fisico trova terreno fertile nelle pareti calcaree del Terminillo o nelle gole del Fiastrone. Qui si arrampica o si pedala in mountain bike. I più temerari si danno appuntamento all’alba, quando il sole tinge le rocce di rosa e i caschi degli alpinisti riflettono questa luce magica. “Qui il silenzio parla davvero,” dice Silvia Marchetti, guida del CAI di Rieti. “Quando sei in cima senti solo il vento e il rumore dei tuoi passi sulla pietra”.

Le attività organizzate – dai tour naturalistici ai workshop fotografici all’aperto – vanno a ruba già da metà primavera. Eppure al tramonto molti posti si svuotano rapidamente. A Rocca Calascio chi resta oltre sera viene spesso premiato da cieli limpidi e notti stellate che attirano appassionati di astronomia da tutto il centro Italia.

## **Tra sostenibilità e nuove regole**

La crescente popolarità ha messo sul tavolo il tema della **sostenibilità** per amministrazioni locali e operatori turistici. Il rischio che il carico diventi troppo pesante è concreto. I responsabili del Parco Nazionale della Majella spiegano: “Abbiamo intensificato i controlli sui sentieri e messo limiti nei weekend più affollati”. Michele Pagliarini dell’ente parco sottolinea che l’obiettivo è “proteggere habitat rari senza bloccare un turismo lento che sta nascendo”.

In diversi comuni si prova anche l’accesso a numero chiuso: per alcune parti delle Gole del Salinello ora serve prenotare online; in alta quota i sentieri richiedono continui lavori di manutenzione. “Non basta indicare le regole,” ammette Pagliarini, “bisogna farle rispettare.” Solo così si può mantenere un equilibrio delicato tra natura e presenza umana.

## **Scoprire piano, lontano dai circuiti**

Chi arriva qui lo fa spesso per curiosità o per scappare dalla confusione dei posti più famosi. Il viaggio diventa una piccola esplorazione personale: con uno zaino leggero, borraccia alla mano e scarponcini ai piedi si percorrono vie ancora selvagge. Ma attenzione: “Il meteo cambia velocemente e non sempre prende il cellulare,” avvertono le guide.

E allora ci si accorge che scoprire **panorami rocciosi** o seguire le creste semiaride dell’Appennino non è solo una questione di foto o adrenalina: è un modo diverso per stare con se stessi. In silenzio o con amici lungo il cammino si assapora una libertà antica che qui riesce ancora a sfuggire al ritmo frenetico del turismo mordi e fuggi.

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