Exploring the ancient wonders of Copán: A journey through Honduras’ captivating ruins

Exploring the ancient wonders of Copán: A journey through Honduras' captivating ruins

Exploring the ancient wonders of Copán: A journey through Honduras' captivating ruins

Simona Carlini

31 Ottobre 2025

Copán, 12 giugno 2024 – Nel profondo dell’Honduras occidentale, a pochi passi dal confine con il Guatemala, le rovine di Copán continuano a raccontare la storia di una delle città più importanti del mondo Maya. Ogni anno, migliaia di persone si addentrano tra le pietre scolpite e le piazze silenziose di questo sito archeologico, attratti dalla fama delle sue stele incise e dal fascino di un passato che, nonostante il tempo, riaffiora tra la fitta vegetazione della selva.

Copán, una storia che attraversa i secoli

Gli esperti sono d’accordo: la valle di Copán era già abitata intorno al 1200 a.C., ma è solo nel V secolo d.C. che la città raggiunge il suo apice, guidata da Mah K’ina Yax K’uk’ Mo’, il “Grande Signore Sole Quetzal Macaw”. Le iscrizioni sulle stele raccontano che fu lui a fondare la dinastia che avrebbe governato la zona per secoli. Le tombe più antiche mostrano tracce di influenze olmec, mentre i suoi successori ampliarono la città attraverso guerre e scambi commerciali.

Tra i sovrani ricordati dalle pietre, spicca Uaxaclahun Ubak K’awil, il cosiddetto “Re 18 Coniglio”, che fece erigere molte delle stele che si possono ancora vedere nella Gran Plaza. Più tardi, “Re Guscio di Fumo” (K’ak’ Yipyaj Chan K’awiil) fece costruire la famosa Escalinata de los Jeroglíficos, una scalinata coperta da migliaia di glifi che narrano la storia della dinastia fino all’VIII secolo. La città fu abbandonata verso il X secolo, in concomitanza con il declino generale della civiltà Maya. Gli studiosi indicano come possibili cause sovrappopolazione, conflitti e siccità.

Quando andare a Copán e come organizzarsi

Il momento migliore per visitare le rovine di Copán è da novembre ad aprile, durante la stagione secca. Le giornate sono calde ma senza pioggia, perfette per camminare tra i resti antichi senza doversi preoccupare di fango o acquazzoni improvvisi. Da maggio a ottobre, invece, le piogge possono rendere la visita più complicata.

Chi vuole godersi il sito con calma dovrebbe arrivare presto, intorno alle 8 del mattino: l’aria è fresca e il luogo ancora tranquillo. Il parco archeologico chiude alle 16.00. All’interno delle rovine non ci sono punti di ristoro, quindi conviene fare colazione in paese e portare con sé acqua e qualche snack. A Copán Ruinas, il centro abitato più vicino, si trovano ristoranti come Mega Pollo y Asados Garífuna o il Café Don Nacho, dove assaggiare specialità locali come le pupusas o il pollo fritto con tajadas.

Cosa non perdere tra le rovine di Copán

Entrando si arriva subito alla Gran Plaza, punteggiata da stele monumentali che ritraggono i sovrani della città. Alcune sono copie: gli originali sono conservati nel Museo de Escultura, all’interno del sito. Qui si può vedere anche la ricostruzione a colori del Tempio Rosalila, scoperto nel 1989.

A pochi passi si trova il Juego de Pelota, un campo cerimoniale costruito nel 731 d.C., secondo solo a quello di Chichén Itzá per dimensioni. Sulle pareti inclinate si notano teste di ara scolpite nella pietra, mentre al centro spicca un marcatore voluto da Re 18 Coniglio.

La vera attrazione è la Escalinata de los Jeroglíficos: 63 gradini coperti da una tettoia, incisi con la più lunga iscrizione maya mai trovata. Gli archeologi stanno ancora cercando di decifrare tutti i glifi, aiutandosi con tecnologie digitali moderne. Accanto alla scalinata parte un tunnel che porta alla tomba di uno scriba reale.

Oltre la Gran Plaza: Las Sepulturas e dintorni

A circa un chilometro dal complesso principale si trova Las Sepulturas, un’area residenziale dedicata all’élite maya. Qui gli scavi hanno riportato alla luce case nobiliari e altari poco frequentati dai turisti. La Casa degli Scribi, con i suoi bassorilievi dedicati al dio Pauahtun, offre uno sguardo sulla vita di chi governava.

Per chi vuole avventurarsi un po’ di più, c’è il sito di Rastrojón, arroccato su una collina e caratterizzato da sculture particolari nate dai movimenti del terreno. Un’altra meta interessante è Los Sapos, vicino all’Hacienda San Lucas: qui le pietre scolpite raffigurano animali legati ai riti della fertilità.

Musei e relax a Copán Ruinas

Il paese di Copán Ruinas ospita diversi musei da non perdere: dal Museo de Arqueología Maya nella piazza principale, con reperti e ricostruzioni di tombe sciamaniche, al Museo Digital de Copán, che offre fotografie storiche e video. Per le famiglie, la Casa K’inich propone esperienze interattive sulla cultura maya.

Per chi vuole rilassarsi, a 24 km dal paese c’è il Luna Jaguar Spa Resort: piscine naturali riscaldate da sorgenti calde e sentieri immersi tra piantagioni di caffè.

Prezzi e consigli pratici

Un biglietto combinato per entrare a Copán e Las Sepulturas costa circa 20 dollari. L’ingresso ai musei e ai tunnel sotterranei richiede un supplemento. A Copán Ruinas si trovano alloggi per tutte le tasche: dai dormitori economici (da 300 lempira a notte) agli hotel (da 600 lempira per una camera doppia). Un pasto tipico costa tra 100 e 300 lempira, mentre una birra al bar parte da 50 lempira.

Per raggiungere il sito archeologico si può camminare dal paese in circa 15 minuti o prendere un mototaxi. Gli autobus collegano con San Pedro Sula – la città più vicina con aeroporto – e con Santa Rosa de Copán e la frontiera guatemalteca.

Copán resta uno dei tesori meno affollati del mondo maya: un luogo dove storia, natura e cultura si intrecciano tra le ombre degli alberi e i colori vivaci delle ara scarlatte che volano sulle rovine al mattino.

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