Le Hawaii, un vero paradiso tropicale, si trovano attualmente al centro di una controversia legale che coinvolge il governo locale e l’industria delle crociere. La Cruise Lines International Association (CLIA), che rappresenta le compagnie di navigazione a livello globale, ha avviato una causa contro il governo delle Hawaii per contestare l’introduzione di una nuova tassa di ingresso sui crocieristi, varata dal governatore Josh Green nel maggio scorso. Questa legge, la prima del suo genere negli Stati Uniti, ha sollevato preoccupazioni tra i sostenitori dell’industria turistica, che temono ripercussioni negative sull’economia locale.
Dettagli sulla nuova tassa
La legge è stata concepita per alleviare i costi crescenti che le comunità delle Hawaii affrontano a causa del cambiamento climatico. Essa prevede una tassa dell’11% sulle tariffe lorde pagate dai passeggeri delle navi da crociera. I proventi, stimati in circa 100 milioni di dollari (circa 86 milioni di euro), dovrebbero essere utilizzati per affrontare problemi come:
- Erosione delle coste
- Incendi boschivi
- Altre emergenze ambientali
Tuttavia, l’imposta non si limita ai crocieristi, ma si applica anche agli ospiti di hotel e case vacanze, aumentando le tariffe già esistenti. Le autorità locali sperano che i fondi raccolti possano preservare l’ambiente e sostenere le infrastrutture turistiche. D’altro canto, la CLIA sostiene che la tassa rappresenti un onere eccessivo per i visitatori e per l’industria.
Impatto sulle tariffe di soggiorno
In aggiunta alla tassa principale, le contee delle Hawaii possono riscuotere un ulteriore sovrattassa del 3%, portando l’aliquota totale a un 14% sui costi delle crociere. Questo livello di tassazione, secondo i ricorrenti, è senza precedenti in nessun altro stato americano e potrebbe dissuadere i potenziali turisti. È importante notare che l’industria delle crociere attira quasi 300.000 visitatori all’anno, contribuendo con oltre 600 milioni di dollari all’economia locale.
Le conseguenze per il turismo
I promotori dell’azione legale chiedono un’ingiunzione preliminare per fermare l’applicazione della tassa, poiché i passeggeri delle navi da crociera tendono a pianificare i loro viaggi con largo anticipo. L’udienza per la causa è prevista per il 31 ottobre, e gli avvocati della CLIA auspicano una decisione rapida, poiché la tassa potrebbe influenzare negativamente le prenotazioni prima di entrare in vigore.
Inoltre, la nuova normativa ha un impatto sulle tariffe di soggiorno negli hotel e nelle case vacanza. L’imposta del 10,25% sui soggiorni giornalieri è stata aumentata di 0,75%, portandola all’11%. A questo si aggiungono le tasse locali e una tassa generale del 4,712% su beni e servizi, portando l’aliquota fiscale complessiva a quasi il 19% per il soggiorno nelle strutture ricettive dell’arcipelago.
Nonostante l’intento della legge sia quello di raccogliere fondi per affrontare le sfide legate al cambiamento climatico, la reazione dell’industria delle crociere è stata di forte opposizione. Le compagnie di navigazione, insieme ad altre aziende locali, temono che questa tassa possa portare a una riduzione del numero di visitatori.
In questo contesto, è fondamentale considerare le implicazioni più ampie della tassazione nel settore turistico. Le Hawaii, come molte altre destinazioni, devono bilanciare la necessità di proteggere l’ambiente con il desiderio di attrarre visitatori. La causa della CLIA non solo mette in discussione la nuova legge, ma solleva interrogativi sulla sostenibilità del turismo nelle Hawaii e su come le politiche di tassazione possano influenzare l’economia locale. Mentre il dibattito continua, le autorità hawaiane dovranno affrontare la sfida di generare entrate per affrontare le emergenze ambientali senza allontanare i turisti vitali per la loro economia.