I segreti dei giganti di pietra dell’Isola di Pasqua: la sorprendente verità sul loro movimento

I segreti dei giganti di pietra dell'Isola di Pasqua: la sorprendente verità sul loro movimento

I segreti dei giganti di pietra dell'Isola di Pasqua: la sorprendente verità sul loro movimento

Luca Mangano

22 Ottobre 2025

Dopo otto secoli di interrogativi irrisolti, la questione riguardante i celebri Moai, le maestose statue di pietra dell’Isola di Pasqua, ha finalmente ricevuto una risposta convincente. Come riuscirono le antiche popolazioni polinesiane, isolate e senza ruote, gru o animali da carico, a spostare questi monumenti alti fino a dieci metri e pesanti oltre 80 tonnellate, su terreni accidentati? La risposta a questo dilemma, che ha affascinato archeologi e storici per generazioni, è stata recentemente svelata grazie a uno studio innovativo condotto dalla Binghamton University e dall’Università dell’Arizona, pubblicato nel Journal of Archaeological Science. La scoperta sorprendente è che i Moai non venivano semplicemente trascinati, ma “camminavano”.

La scoperta che risolve il mistero sui Moai

L’Isola di Pasqua, conosciuta come Rapa Nui, si trova nel cuore dell’Oceano Pacifico ed è famosa per le sue enigmatiche statue di pietra. I Moai, che si avvicinano al migliaio, non sono solo enormi teste scolpite, ma statue complete, in gran parte sepolte nel terreno. Ogni Moai rappresenta un antenato venerato e simboleggia il potere del clan che l’ha creata. Per secoli, il processo di spostamento di queste statue ha suscitato numerose teorie: civiltà perdute, poteri soprannaturali, l’uso di slitte, tronchi rotolanti e binari di legno, ma senza prove concrete.

Il team di ricerca, guidato dall’archeologo Carl Lipo e da Terry Hunt, ha utilizzato scansioni 3D ad alta risoluzione delle statue per analizzare due caratteristiche fondamentali: la base a forma di D e una leggera inclinazione in avanti. Questi elementi non potevano essere casuali, e così hanno deciso di effettuare un esperimento pratico. Hanno creato una replica a grandezza naturale di un Moai, pesante 4,35 tonnellate, e hanno progettato il baricentro in modo tale da permettere alla statua di oscillare dolcemente in avanti mentre veniva tirata da corde legate attorno alla testa o alle spalle.

Il risultato è stato sorprendente: con soli 18 volontari e tre corde, sono riusciti a spostare la replica di 100 metri in soli 40 minuti. “Nel momento in cui inizia a muoversi, prende quasi vita“, ha dichiarato Lipo. “Le persone tirano da entrambi i lati e la statua avanza da sola. Più è grande, più diventa stabile. La fisica fa il resto”, ha aggiunto.

Il metodo innovativo di trasporto

È così che i Moai riuscivano a “camminare”: due gruppi di persone si posizionavano ai lati della statua, tirando alternativamente per creare un movimento ritmico. Ogni oscillazione provoca un’inclinazione in avanti della statua, impedendo che cadesse all’indietro. Questo metodo di trasporto non solo spiega come i Moai venissero spostati, ma mette anche in luce l’ingegnosità degli antichi abitanti di Rapa Nui.

In aggiunta, gli scavi archeologici hanno rivelato che le antiche strade dell’isola, larghe circa 4,5 metri e con una leggera curvatura concava, erano progettate specificamente per stabilizzare i Moai durante il loro spostamento, evitando che si ribaltassero. Secondo Lipo, ogni volta che i costruttori muovevano una statua, costruivano anche il tratto di strada sottostante, unendo così il trasporto e la costruzione in un unico rituale.

Questa scoperta ridefinisce completamente la rete viaria dell’isola, considerandola non semplicemente come un insieme di percorsi tra insediamenti, ma come un sistema dinamico, intrinsecamente legato ai processi cerimoniali e al culto.

Implicazioni della scoperta

L’importanza di questa scoperta va ben oltre la semplice spiegazione di un mistero archeologico. Le antiche leggende dell’Isola di Pasqua, che narrano di statue “che camminavano” verso la costa sotto la guida degli spiriti ancestrali, trovano ora una conferma scientifica. Il metodo di trasporto dei Moai, basato su equilibrio e oscillazioni controllate, offre una nuova interpretazione di quei racconti, valorizzando l’ingegnosità e le capacità tecniche degli abitanti dell’isola.

Inoltre, lo studio sfata i miti di schiavitù e distruzione ambientale, suggerendo invece l’esistenza di una società organizzata e sostenibile, dotata di notevoli conoscenze tecniche. Oggi, il mistero dei Moai che “camminano” non appartiene più alla sfera del mito, ma si colloca nel campo della meraviglia scientifica.

La storia dei Moai riscrive il concetto stesso di innovazione antica: il popolo di Rapa Nui è riuscito a muovere gigantesche statue di tufo vulcanico utilizzando corde di fibra e intuizioni che ricordano i principi della fisica moderna. Non c’è magia, solo ingegno umano, nato dall’osservazione e dall’esperimento.

Carl Lipo, con il suo approccio scientifico, ci ricorda che “le società antiche non erano primitive: erano scienziati del loro mondo, ingegneri del loro ambiente e narratori della loro storia”. Così, sulle strade concave di Rapa Nui, i Moai continuano a “camminare”, non per miracolo, ma per ingegno, passo dopo passo, su un ponte che unisce leggenda e conoscenza.

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