Istanbul, 15 dicembre 2025 – Chi pensa a Istanbul si ferma spesso alle sue famose cupole blu di Sultanahmet o alle sagome ottomane che si specchiano sul Bosforo. Ma chi fa così rischia di perdersi una città che, in queste settimane, sembra stia cambiando piano piano, quasi senza far rumore. L’abbiamo girata in lungo e in largo con Ebru Demir, una guida del posto che conosce ogni angolo del Gran Bazar e non solo. È lei a indicarci nuovi indirizzi di arte e cucina. Ci ha preso per mano una mattina limpida a Karaköy, puntuale alle nove: “Vi porto a scoprire un’altra Istanbul, quella che pochi raccontano”.
Istanbul si rinnova tra musei e innovazione
Appena lasciato alle spalle il caos del traffico, la città mostra un volto diverso. Vicino al Galata Bridge, l’ex dogana Meclis-i Mebusan è diventata il nuovo Museo d’Arte Moderna di Istanbul. Aperto solo un anno fa nella sede disegnata da Renzo Piano – “un vero onore per noi”, ci dice Ebru con orgoglio –, è già un punto di ritrovo per artisti locali e internazionali. Le sale luminose si affacciano sul Bosforo e ospitano fotografie e installazioni varie. C’è anche una libreria piccola ma sempre piena di studenti.
La vera scoperta è l’Arter, centro culturale in Dolapdere: cinque piani dedicati all’arte contemporanea, concerti improvvisati nei cortili e – sulle pareti – opere di giovani artisti turchi ancora poco noti fuori dalla Turchia. Qui incroci studenti con abiti tradizionali e ragazzi in sneakers. “Istanbul sta cambiando, ma non dimentica da dove viene”, ci confida la guida, indicandoci un’antica cisterna romana trasformata in spazio espositivo.
A pranzo tra stelle Michelin e sapori di strada
Quando arriva il momento di mangiare, Kadıköy è il quartiere ideale. Passiamo davanti al ristorante Mikla, dove lo chef Mehmet Gürs – con una stella Michelin – serve piatti che partono dalla tradizione ottomana ma giocano con ingredienti locali reinventati. “Il segreto sta nelle materie prime dell’Anatolia”, ci spiega un giovane sous-chef mentre porta in tavola pane appena sfornato e burro salato fatto a mano. Piatti come la spalla d’agnello con melograno o il riso al latte speziato raccontano una città aperta alla sperimentazione senza rinunciare alle sue radici.
Ma Istanbul non è solo alta cucina: in ogni angolo saltano agli occhi rosticcerie affollate e banchi di street food dove si arrostiscono sardine o si vendono simit caldi avvolti nella carta oleata. Sotto la Moschea Nuova, il caffè Pierre Loti resta uno dei posti più frequentati anche dai residenti: qui un tè costa meno di 20 lire turche e la vista sulle cupole è sempre uno spettacolo senza tempo.
Restauri che ridanno vita alla città
Il fermento culturale si sente forte anche tra gli architetti. Alcuni edifici storici – come l’ex centrale elettrica Silahtarağa, oggi museo SantralIstanbul – sono tornati a nuova vita. Il grande edificio in mattoni rossi ospita mostre temporanee, eventi universitari e laboratori per bambini. L’atmosfera è elettrica: ragazzi seduti a terra lavorano al computer mentre artisti locali montano installazioni tra vecchie macchine industriali.
Nel cuore della città, le vie intorno a Istiklal Caddesi alternano negozi vintage a nuovi spazi polifunzionali aperti da poco. Il restauro del Cinema Emek – chiuso per anni – ha restituito un pezzo importante della memoria collettiva: “Per chi amava il cinema turco era un simbolo”, ci racconta la signora Gül, ex maschera ora volontaria nelle visite guidate.
Istanbul: tra storia viva e nuova energia
Al tramonto sul Bosforo, la città sembra rallentare sotto luci calde e ombre lunghe. “Non smette mai di cambiare”, sorride Ebru prima di salutarci vicino al molo di Üsküdar, pieno di pendolari e ragazzi che sorseggiano ayran freddo seduti sui gradini. Tra le voci dei pescatori e le risate dei bambini, Istanbul mostra ogni giorno una faccia nuova.
Così oggi la città si racconta attraverso i suoi nuovi musei, i ristoranti che sanno rinnovare la tradizione e i restauri che ridanno vita agli spazi antichi, offrendo uno sguardo diverso dai soliti itinerari turistici. Una metropoli capace ancora di sorprendere chi vuole scoprirla davvero.