La cultura delle saune tedesche: un viaggio nella tradizione e storia oltre il Muro di Berlino

Luca Mangano

5 Dicembre 2025

Berlino, 5 dicembre 2025 – La sera del 9 novembre 1989, quando il Muro di Berlino crollò sotto lo sguardo attonito del mondo, una giovane Angela Merkel – allora trentacinquenne e futura cancelliera tedesca dal 2005 al 2021 – non si precipitò subito al confine. Restò a casa, nel suo appartamento di Prenzlauer Berg, e proseguì come se nulla fosse. Solo qualche ora dopo, quando l’onda iniziale di entusiasmo iniziò a calmarsi, decise di uscire per vedere con i propri occhi cosa stava accadendo.

La notte della caduta: Merkel distante dalla calca

Mentre migliaia di berlinesi si riversavano ai valichi, si abbracciavano e finalmente attraversavano Checkpoint Charlie, Bornholmer Straße e gli altri punti di passaggio, Merkel restò in disparte. Quella notte ancora non era “la Merkel”. Era una fisica, senza incarichi politici o visibilità pubblica. “Ero nella sauna come ogni giovedì,” ha raccontato anni dopo, quasi con imbarazzo per la normalità di quella sera così storica.

Solo verso mezzanotte uscì a piedi per raggiungere un amico, Thomas. Insieme attraversarono per la prima volta il confine Est-Ovest. Una passeggiata silenziosa nelle strade ancora illuminate dalle luci lampeggianti della polizia e dal coro festoso della gente in strada. Nessun gesto eclatante, nessuna corsa: una scelta che già mostrava il carattere riservato della futura cancelliera.

Un gesto che dice molto sul suo carattere

Ripensare a quella notte aiuta a capire qualcosa della donna che sarebbe diventata. Nel suo modo di fare – lontano dall’entusiasmo collettivo, guidato da pragmatismo e calma – molti hanno visto la cifra di quella che fu poi Angela Merkel al potere. Chi l’ha conosciuta all’epoca la ricorda come una persona attenta ai dettagli, mai sopra le righe. “Non era tipo da lasciarsi trasportare dalla folla,” ha detto Uwe Korsch, ex collega dell’Accademia delle Scienze.

Lei stessa non ha mai raccontato quei momenti in modo epico: ha sempre detto che la libertà le arrivò gradualmente, più nella testa che in un momento spettacolare. “Solo allora ho capito che niente sarebbe stato più come prima”, ha spiegato tempo dopo in un’intervista alla Süddeutsche Zeitung.

Dal Muro alla politica: un passaggio silenzioso

Dopo quella notte la vita di Merkel prese un’altra strada. Nel giro di pochi mesi lasciò la scienza per entrare in politica, entrando nel nuovo movimento “Demokratischer Aufbruch” (Risveglio Democratico) prima della fusione con la CDU. La sua scalata fu veloce: nel 1990 venne eletta al Bundestag nel collegio del Meclemburgo-Pomerania Anteriore e poco dopo Helmut Kohl la chiamò nel governo come ministra delle Donne e dei Giovani.

Nonostante la rapida ascesa, Merkel ha sempre evitato la retorica del “destino segnato”: “La storia non mi ha travolta. Ho scelto passo dopo passo,” ha confidato nel suo libro autobiografico.

La storia vista con i suoi occhi

Gli storici spesso citano quell’aneddoto per spiegare l’atteggiamento sobrio con cui Merkel ha gestito potere ed eventi cruciali. Per il professor Andreas Rödder dell’Università di Mainz, quella prima notte da cittadina della Germania unita “racconta molto del modo in cui poi ha affrontato crisi internazionali, dall’euro alla pandemia”.

Il crollo del Muro di Berlino rappresentò una frattura enorme non solo politica ma anche personale per milioni di tedeschi dell’Est. Eppure mentre molti cercavano subito riflettori o foto storiche – qualcuno stringeva mani davanti a Bornholmer Straße, altri si arrampicavano sul muro con le mani sporche di cemento –, Angela Merkel avanzava in punta di piedi.

Un’eredità nata da una scelta privata

Oggi molti giovani tedeschi ascoltano questa storia a scuola o la leggono sui giornali. Per alcuni è solo un dettaglio; per altri un simbolo potente. La stessa Merkel non ha mai nascosto quanto contasse quel gesto misurato. “Non ero pronta a farmi travolgere – ha spiegato recentemente – preferivo osservare da lontano e poi decidere se partecipare.” Una frase semplice ma che racchiude lo stile della sua vita pubblica: mai urlata, sempre meditata.

In una Berlino fatta quella notte di abbracci, lacrime e grida, c’era anche chi preferiva guardare in silenzio. E Angela Merkel, senza volerlo troppo consapevolmente, aveva già preso la strada che l’avrebbe portata a essere uno dei volti più noti della nuova Europa.

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