Il cinema italiano continua a esplorare nuove frontiere narrative, e “La Valle dei Sorrisi” di Paolo Strippoli si inserisce perfettamente in questa evoluzione. Presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia 82, il film ha colpito il pubblico non solo per la sua trama avvincente, ma anche per la scelta dei luoghi di ripresa che conferiscono un’atmosfera unica e inquietante alla storia. Strippoli stesso ha dichiarato: “Volevo creare un paese, una comunità che fosse a sua volta un personaggio dove non esistono buoni e cattivi ma soltanto persone che si spostano da una parte o dall’altra, dal protagonismo all’antagonismo, a seconda del loro bisogno di scrollarsi di dosso la sofferenza”. Queste parole riassumono perfettamente l’intento del regista: dar vita a un microcosmo in cui le relazioni tra i personaggi sono influenzate dal contesto naturale che li circonda.
Di cosa parla il film
Il film si svolge nel villaggio immaginario di Remis, un luogo che sembra uscito da una cartolina, caratterizzato da paesaggi alpini idilliaci e da una comunità apparentemente serena. Qui, Sergio Rossetti, interpretato da Michele Riondino, è un nuovo insegnante di educazione fisica con un passato misterioso, alla ricerca di una pace che gli è sfuggita. Tuttavia, la tranquillità del villaggio cela segreti inquietanti. Con l’aiuto della giovane locandiera Michela, Sergio scopre un rituale notturno che coinvolge l’intera comunità: una volta a settimana, il villaggio si riunisce attorno a Matteo Corbin, un ragazzo dotato di un inquietante potere di assorbire il dolore degli altri.
Questa premessa getta le basi per una narrazione che esplora il concetto di sofferenza condivisa e la complessità delle dinamiche sociali. Quando Sergio decide di intervenire per salvare Matteo, si scontra con l’oscura realtà del villaggio, risvegliando forze che metteranno in discussione non solo il suo ruolo, ma anche la sua stessa esistenza.
Dove è stato girato
Le riprese de “La Valle dei Sorrisi” si sono svolte in diverse località del Friuli Venezia Giulia, tra agosto e ottobre 2024. Tarvisio, Sappada, Malborghetto, Pontebba e Valbruna sono solo alcune delle località che hanno fornito lo scenario perfetto per la narrazione. Sappada, ad esempio, si trova a oltre 1.200 metri di altitudine ed è circondata da paesaggi mozzafiato, con boschi fitti e vette imponenti come il Monte Peralba. Questi luoghi non sono stati scelti solo per la loro bellezza, ma anche per il loro isolamento, elementi essenziali per costruire l’atmosfera di “comunità protetta” che caratterizza il film.
Strippoli ha affermato: “La montagna isola e protegge, ed è tutto ciò di cui la comunità di Remis ha bisogno.” Utilizzando le caratteristiche uniche del Friuli Venezia Giulia, il regista ha creato un mondo credibile che riflette sia la realtà che l’immaginazione. Le Alpi che circondano queste località hanno una forza visiva intensa che contribuisce a costruire un equilibrio tra serenità apparente e tensione latente, elementi cruciali per un horror che si distingue per la sua profondità emotiva piuttosto che per jump scares e simbolismi estremi.
La montagna protagonista
La fotografia del film sfrutta l’ambientazione naturale per creare contrasti visivi tra luce e ombra, spazi aperti e angoli nascosti, silenzio e rumori ambientali. In questo modo, la montagna diventa quasi un personaggio a sé stante, influenzando le emozioni dei protagonisti e le loro interazioni. Strippoli ha cercato di evitare simboli e rituali eccessivamente stereotipati, optando per una rappresentazione più realistica e credibile di una comunità isolata.
L’uso di paesaggi alpini autentici, che presentano segni di abbandono e sviluppo lento, rinforza la credibilità di Remis. Il Friuli Venezia Giulia si dimostra dunque un’ambientazione perfetta, non solo per la sua bellezza naturale, ma anche per la sua capacità di riflettere le tensioni interne dei personaggi. Le montagne di Tarvisio e gli altipiani di Sappada non sono semplici sfondi, ma elementi strutturali che arricchiscono la narrazione, conferendo un ulteriore strato di significato alla storia.
Il film di Strippoli si distingue quindi non solo per la trama avvincente, ma anche per la scelta oculata di location che contribuiscono a creare una tensione palpabile. La Valle dei Sorrisi non è solo un horror, ma un racconto che esplora i confini tra la normalità e l’estraneità, tra la serenità apparente e l’oscurità latente che ognuno di noi può nascondere. In questo contesto, il Friuli Venezia Giulia si rivela non solo una cornice, ma un vero e proprio protagonista della storia.