Bologna, 4 novembre 2025 – Nel cuore di San Lazzaro di Savena, a due passi da Bologna, il Parco delle Caprette è ogni giorno un punto d’incontro fatto di storie, profumi e volti. Tra il verde e il rumore dei giochi, la mensa popolare del circolo ARCI San Lazzaro propone un’esperienza che sfugge ai soliti percorsi turistici, ma racconta molto dell’anima emiliana.
San Lazzaro: un parco, una mensa e la vita di quartiere
Sono le 18.30 di un sabato qualunque. Nell’aria si diffonde il profumo del ragù, che si mescola all’odore un po’ pungente delle caprette che danno il nome al parco. Intorno, i bambini corrono tra altalene e una riproduzione in legno di un aereo. Qualcuno parla inglese, con un accento del nord dell’Inghilterra: “Manchester? Liverpool?”, si chiede un genitore italiano, sorpreso da quei visitatori insoliti in periferia.
La scena si sposta alla mensa del circolo ARCI, dove la fila si forma molto prima dell’apertura. “Qui si mangia bene e si spende poco”, dice un pensionato del quartiere, mostrando il menù: lasagne a 7 euro, tagliatelle al ragù a 4,90, coperto a 60 centesimi. Prezzi che nelle trattorie del centro sembrano ormai un ricordo.
La Buona Tavola: cucina emiliana senza fronzoli
Il ristorante si chiama La Buona Tavola e non punta sull’atmosfera: arredi semplici, tavoli essenziali, acqua a disposizione in self-service. Ma la vera forza è in cucina. Dietro ai fornelli ci sono nonne affiancate da cuochi provenienti da Kenya, Nigeria, Bangladesh. Un mix di culture che si sente nei sapori e nell’accoglienza.
“Non serve la tessera ARCI per mangiare qui”, spiega la signora Maria, volontaria storica del circolo. “Basta mettersi in fila e scegliere: tortellini in brodo, polpette con piselli, dolci fatti in casa”. Durante la Sagra della Lasagna, a fine settembre, la fila arriva fino all’ingresso del parco. “Meglio arrivare presto o rischi di restare a bocca asciutta”, avverte un habitué.
ARCI: un’associazione con storia e valori
Nata a Roma nel 1957, l’Associazione Ricreativa Culturale Italiana (ARCI) è oggi la più grande rete laica di circoli culturali e sociali in Italia. A San Lazzaro, il circolo porta avanti una tradizione di inclusione e impegno civile: all’ingresso del bar campeggia un cartello chiaro – “Se sei omofobo, razzista o non antifascista, per favore non entrare”.
Nel tempo, il circolo ha ospitato concerti di artisti come Patti Smith e Lou Reed, oltre a festival jazz e folk che animano la vita culturale locale. “Qui si viene per mangiare, giocare a bocce o a carte, ascoltare musica”, racconta Paolo, socio da tanti anni. “Ma soprattutto per stare insieme”.
Un modello che funziona in tutta Italia
Quello di San Lazzaro non è un caso isolato: in Italia ci sono quasi 5.000 circoli ARCI, molti con una cucina legata al territorio a prezzi accessibili. Toscana, Piemonte, Lombardia e Lazio sono solo alcune delle regioni dove questi circoli, spesso fuori dai giri turistici, si presentano con un aspetto semplice, quasi anonimo. “È proprio questa normalità che li rende speciali”, osserva una giovane mamma mentre sorseggia un Aperol Spritz nel cortile affollato.
Il circolo è un punto di riferimento per tutte le età: al mattino i pensionati giocano a briscola con un bicchiere di vino locale; nel pomeriggio arrivano mamme con passeggini e bambini appena usciti dall’asilo; la sera si ritrovano famiglie per una cena informale. “Qui ci conosciamo tutti”, dice Marco, papà di due bimbi. “È come una seconda casa”.
Un’esperienza vera e conveniente
Per chi arriva da fuori – magari su consiglio di un amico o dopo aver letto una guida – l’impatto è sorprendente. Nessun turista in vista, solo voci bolognesi e piatti abbondanti. Una famiglia inglese in vacanza racconta: “Abbiamo mangiato in cinque spendendo meno di 50 euro. In centro avremmo speso il doppio”. Ma non è solo una questione di prezzo: “Qui ci sentiamo accolti”, aggiunge la mamma.
Raggiungere il circolo è semplice: dal centro di Bologna basta prendere il bus 90 da Piazza Cavour e in mezz’ora si arriva al parco. Poi non resta che mettersi in fila – magari con un pezzo di parmigiano già pronto sul vassoio – e lasciarsi sorprendere da una cucina che sa di casa e di comunità.
In un’Italia dove la convivialità rischia di diventare un lusso raro o costoso, i circoli ARCI restano uno spazio vero, dove il cibo è solo l’inizio di una storia.