Ottobre, il mese che sorprende chi viaggia: mete poco affollate e paesaggi che cambiano volto

Ottobre, mese che sorprende.

Tra foglie che cadono e sentieri meno battuti, il viaggio si fa intimo. - www.okviaggi.it

Luca Antonelli

22 Agosto 2025

Chi parte a ottobre trova colori diversi, prezzi più bassi e una calma che nei mesi estivi è sparita. Ecco perché sempre più italiani scelgono questo periodo per viaggiare.

Ottobre è il mese che molti snobbano. Troppo lontano dalle ferie d’agosto, troppo presto per pensare al Natale. Ma chi viaggia in questo periodo lo sa: è proprio ora che l’Europa si svuota, i colori cambiano e le città iniziano a respirare di nuovo. I prezzi scendono, la luce si fa più morbida e anche i ritmi interni sembrano rallentare. Viaggiare a ottobre non è una strategia: è una scelta. Di chi vuole vedere posti veri, senza file, senza rumori inutili, senza ansie da pienone.

Secondo i dati raccolti nel 2024 da Eurostat, il turismo di ottobre ha registrato un +9% rispetto all’anno precedente, con picchi in destinazioni che fino a pochi anni fa erano considerate “da stagione alta”. A spingere questo cambiamento sono le nuove abitudini di viaggio: lavoro flessibile, famiglie con figli piccoli, coppie senza vincoli scolastici. E poi una nuova consapevolezza: non serve agosto per partire, serve il momento giusto.

L’Europa d’autunno: quando partire a ottobre è meglio che in estate

Praga, Vienna, Bruges, Porto. Sono solo alcuni dei luoghi che, in ottobre, mostrano il loro volto più vero. I locali riprendono possesso delle strade, le piazze non sono più dominate da gruppi organizzati, le luci dei lampioni accendono i primi tramonti veloci. In molte capitali del nord, ottobre è considerato il mese ideale per le visite: non piove come a novembre, non c’è l’afa di luglio, e tutto costa meno.

Ottobre, mese che sorprende.
Le strade si svuotano, i paesaggi si accendono: viaggiare in ottobre è un privilegio. – www.okviaggi.it

A Porto, le cantine lungo il Douro aprono i battenti con meno fretta. A Praga, la nebbia mattutina che avvolge il ponte Carlo è un’esperienza che non si dimentica. A Cracovia, le foglie scivolano lungo il Planty, il parco che circonda il centro storico, e i caffè storici si riempiono di studenti, non di turisti. Il clima resta mite, soprattutto nella prima metà del mese. E chi ha un po’ di fortuna, può ancora mangiare all’aperto nel sud Europa.

L’Italia stessa offre spunti preziosi. In Toscana, ottobre è tempo di vendemmia e castagne. A Palermo, il mare è ancora balneabile. A Torino, iniziano le prime mostre invernali e l’aria profuma già di cioccolato. Le Dolomiti, svuotate dagli escursionisti estivi, regalano paesaggi che sembrano dipinti. E Roma, sempre caotica, rallenta quel tanto che basta da lasciarsi godere con più calma.

Perché ottobre piace sempre di più a chi cerca viaggi autentici

C’è un dettaglio che spesso non viene detto. A ottobre si viaggia meglio anche dentro se stessi. I giorni si accorciano, ma non troppo. Le città hanno tempo, lo offrono. I musei sono aperti ma vivibili. Le stazioni sono meno affollate. Ogni cosa torna alla sua misura. Ed è proprio in questa normalità ritrovata che molti trovano spazio per guardarsi attorno con più attenzione.

Le strutture ricettive offrono sconti, ma soprattutto qualità. I ristoratori hanno meno turni da gestire e si fermano a parlare. I gestori dei B&B raccontano il territorio. Le guide locali hanno il tempo di accompagnarti con calma. Tutto si svolge in un ritmo che sembra più giusto. Perché ottobre è il mese in cui i luoghi tornano a parlare la propria lingua, senza il vociare turistico.

Anche dal punto di vista ambientale, viaggiare fuori stagione è una scelta più sostenibile. Le destinazioni non vengono sovraccaricate, le risorse sono distribuite meglio, e l’impatto complessivo si riduce. Sempre più enti locali stanno investendo in promozione turistica “slow”, invitando i visitatori nei mesi autunnali proprio per questo motivo.

E chi parte in ottobre, quasi sempre lo rifà. Perché, lo sappiamo, un tramonto visto senza folla, un centro storico attraversato in silenzio, una cena a lume di candela in un locale vuoto, valgono quanto un’intera estate

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