Pristina: scopri la città che sorprende e incanta

Pristina: scopri la città che sorprende e incanta

Pristina: scopri la città che sorprende e incanta

Silvana Lopez

29 Ottobre 2025

Pristina, 10 giugno 2024 – Nel cuore dei Balcani, tra palazzi brutalisti e locali moderni, Pristina appare oggi come una città in continuo fermento. È sospesa tra il peso della guerra e l’energia di una generazione pronta a rimettere tutto in gioco. Qui, dove il conflitto del 1999 ha lasciato ferite profonde, la capitale del Kosovo ha saputo reinventarsi. Da centro periferico e rurale è diventata un vero laboratorio urbano, un crocevia di giovani, idee e nuove energie. Chi arriva – studenti, migranti di ritorno o semplici curiosi – si trova davanti a una città difficile da definire, ma sorprendente per la vitalità dei suoi quartieri e la voglia di futuro.

Pristina si rianima tra passato e futuro

Negli ultimi vent’anni, Pristina è cresciuta in modo veloce e spesso disordinato. Migliaia di persone sono arrivate dalle campagne o dall’estero, attratte dal lavoro, dalla sicurezza e dall’istruzione. Il centro storico convive con nuove costruzioni. I vecchi caffè lasciano il posto a club, librerie e ristoranti che propongono cucine diverse. “Non è la città più bella che si possa immaginare,” ammette Baton Domi, uno dei primi DJ elettronici dopo la guerra, “ma qui si respira un’energia unica.” Domi, insieme a tre amici – tra cui Ermir Shala – ha dato vita a Soma Slow Food, un progetto che racconta bene questa nuova Pristina.

Soma Slow Food: natura e novità in cucina

Soma Slow Food nasce nel parco naturale di Germia, alla periferia della città. Un ex club techno abbandonato che oggi ospita un ristorante che punta tutto sulla filiera corta e sulla stagionalità. “Volevamo ricostruire il legame tra città e campagna,” spiega Domi. “A Pristina quasi tutto arriva dall’estero, mentre nelle nostre zone si coltiva ancora in modo tradizionale.” Insieme ai soci, Domi ha trovato piccoli produttori e raccoglitori locali, creando una rete che fornisce ingredienti freschi e spesso dimenticati. Il menù cambia ogni settimana: niente pomodori d’inverno, niente Coca-Cola. Solo quello che dà la stagione.

In cucina non c’è un vero “capo chef”. Tutti partecipano alla creazione dei piatti, ognuno può proporre una ricetta e prendersene la responsabilità. “È una specie di democrazia culinaria,” racconta Domi. Le tecniche vanno dal fuoco vivo a influenze giapponesi o italiane. “Non ci interessa la tradizione stretta. Se il terreno è sano, il prodotto ti parla e ti guida.” Anche la scelta della legna – quercia o melo – cambia il sapore dei piatti. Un approccio che Domi chiama “cucina pre-industriale”.

Nuovi spazi, nuove identità

La trasformazione di Pristina passa anche da nuovi luoghi di socialità. Tra questi c’è il Bubble Pub, il primo queer bar della città, fondato da Lend Mustafa, attivista transgender. Bubble è diventato un punto di riferimento per tanti giovani: eventi culturali, cucina contemporanea e un’atmosfera inclusiva. “Volevamo uno spazio sicuro per la comunità,” spiega Mustafa. Oggi il locale è sempre pieno, segno che la città sta cambiando anche nei valori.

Passeggiando per il centro si vedono murales colorati, bar curati nei dettagli e una quantità di studenti difficile da trovare altrove nei Balcani. La Biblioteca Nazionale Pjetër Bogdani – firmata dall’architetto croato Andrija Mutnjaković – domina il panorama con le sue cupole argentate: un alveare di cemento che ogni giorno accoglie centinaia di ragazzi.

Cibo, cultura e giovani in fermento

La scena gastronomica è un altro specchio di questa vitalità. Oltre a Soma, spiccano locali come Juliet of the Spirits – cocktail bar e bistrot dal sapore retrò –, Servis Fantazia, rifugio per amanti della musica e della vita notturna, e Sospiro, dove la cucina italiana si mescola con ingredienti locali. Le panetterie internazionali convivono con i forni tradizionali: qui si trovano burek in mille versioni e la flija, piatto tipico cotto su piastra calda o sotto la “saç”, una campana di metallo che richiama antiche tradizioni.

Per Domi, “la vera forza di Pristina sono le sue ‘bolle’: piccoli locali indipendenti che sperimentano e creano una nuova cultura urbana.” E i giovani sembrano dargli ragione: ogni settimana nascono nuovi spazi, ognuno con la sua identità.

Pristina, città che non sta mai ferma

Chi visita Pristina se ne va spesso con una sensazione chiara: qui nulla resta fermo. La città cambia volto ogni giorno, come chi la vive. Eppure, tra un passato difficile e un futuro incerto, trova nella continua trasformazione la sua forza più vera.

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