La montagna lo fa. Questa frase, un mantra sussurrato, riecheggia nel silenzio che avvolge le terre antiche dell’Abruzzo. Mi ha guidata fino a Sante Marie, lungo il Cammino dei Briganti, un percorso che si snoda nel cuore della Marsica, tra i crinali che separano la valle dal caos del mondo moderno. Qui, a pochi chilometri da Tagliacozzo — un gioiello medievale che da solo merita una visita — il tempo sembra rallentare, permettendo ai visitatori di immergersi in un paesaggio che racconta storie di resistenza e rinascita.
Le montagne, scolpite dal vento, si alternano a boschi che ondeggiano come un mare verde e selvaggio. I paesi, aggrappati ai crinali come grappoli d’uva, sono costruiti con pietra chiara, frutto del lavoro paziente di generazioni. Questo è un mondo a parte, lontano dai circuiti turistici di massa, un equilibrio fragile tra abbandono e rinascita. Qui, la parola «montagna» non è solo un toponimo, ma un’identità forte, uno spirito da difendere, un’eredità che resiste. La terra è ruvida e dolce, proprio come i suoi abitanti: non seducono, non corteggiano, ma ti accolgono con calore genuino.
La mia avventura a Sante Marie è iniziata grazie a un suggerimento ricevuto lungo la strada. Sono stata accolta da una famiglia che mi ha aperto le porte della sua casa, offrendomi una vista mozzafiato su un orizzonte libero, punteggiato di montagne in lontananza. Ho avuto la fortuna di immergermi nella vita estiva del borgo, partecipando al Briganti Film Festival, un evento nazionale del cortometraggio organizzato da ORO Studios. Concerti, escursioni, letture e laboratori hanno animato le giornate, facendomi sentire parte di una grande famiglia. Qui, infatti, tutti si conoscono e sono legati da un profondo senso di comunità.
Il progetto dei Cammini
Ma la vera linfa vitale di queste terre è rappresentata da un progetto che negli ultimi anni ha fatto la differenza: i Cammini. Questa rete di percorsi a passo d’uomo ha trasformato la montagna da zavorra demografica a risorsa culturale ed economica. A raccontarmi questa metamorfosi è Lorenzo Berardinetti, un sindaco che mai avrebbe immaginato di intraprendere questa carriera. Con un approccio visionario e radicato nella realtà, Berardinetti spiega come e perché sia stato possibile questo cambiamento. Tuttavia, non manca di evidenziare i rischi concreti che la montagna affronta oggi.
Le sfide del futuro
Nel marzo 2025, il governo Meloni ha pubblicato il nuovo Piano Strategico Nazionale per le Aree Interne (P-SNAI), suscitando preoccupazione tra i sindaci dei piccoli comuni. Una frase in particolare ha colpito: «Accompagnamento in un percorso di declino irreversibile». Questo implica che per i centri con meno di 5.000 abitanti non si prevede più sviluppo, ma una lenta eutanasia amministrativa. Berardinetti sottolinea come sia paradossale considerare la vita in montagna un errore da correggere anziché una risorsa da custodire. La situazione è aggravata dalla diminuzione dei servizi, come i trasporti. Tre anni fa, otto treni al giorno fermavano a Sante Marie; ora ne resta solo uno. Eppure, il Cammino dei Briganti attira migliaia di escursionisti da tutta Europa, molti dei quali arrivano in treno. Tuttavia, per raggiungere Sante Marie da Tagliacozzo, bisogna percorrere sei chilometri a piedi, un fatto inaccettabile per un luogo che desidera prosperare.
Un cammino di trasformazione
Il Cammino dei Briganti, nato nel 2016, ha rappresentato un lungo viaggio di cambiamento culturale. Oggi, i posti letto sono triplicati, sono nate cooperative, B&B, ostelli, generando un indotto di quasi 3 milioni di euro l’anno. Questo ha portato a un crescente numero di giovani che decidono di restare, camminatori che arrivano e comunità che si trasformano. Il percorso di sette giorni si snoda tra gli 800 e i 1300 metri di altitudine, lungo un antico confine che un tempo separava il Stato Pontificio dal Regno Borbonico.
I briganti che abitavano queste terre non erano delinquenti, ma ribelli al nuovo Regno d’Italia: ex soldati borbonici, renitenti alla leva, contadini poveri costretti alla clandestinità. Spiriti liberi, spesso violenti, che vissero in bilico tra sopravvivenza e rivolta. Oggi, quel paesaggio diventa un cammino accessibile a tutti, con strutture d’accoglienza e possibilità di bivacco, percorribile per intero o a tappe.
In un momento in cui il Governo italiano sembra balbettare su questioni internazionali, come la crisi a Gaza, il sindaco Berardinetti rimane saldamente ancorato alla sua terra. «Camminare è un atto politico», afferma con fermezza, sottolineando l’importanza di manifestare solidarietà e consapevolezza. Dal 24 al 26 agosto, Sante Marie ospiterà la marcia “Walk for Gaza”, patrocinata ufficialmente dal Comune. Un gesto semplice, ma potente, per sensibilizzare e mobilitare le coscienze. «Ognuno farà quello che può: un chilometro o sessanta. Ma quello che conta è esserci. La gente deve sapere. Deve capire. Perché se nessuno si muove, non cambia niente». Queste parole risuonano forti, come un richiamo alla responsabilità collettiva, un invito a non rimanere indifferenti di fronte alle ingiustizie del mondo.