Scoperta Straordinaria Vicino a Stonehenge: Un Anello Gigantesco che Riscrive la Storia

Simona Carlini

30 Novembre 2025

LONDRA, 30 novembre 2025 – Nelle campagne del Wiltshire, a pochi chilometri da **Stonehenge**, un gruppo di scienziati britannici ha scoperto una **struttura preistorica di dimensioni impressionanti**. Potrebbe cambiare per sempre il modo in cui guardiamo al passato dell’Inghilterra meridionale. A darne notizia, nelle prime ore del mattino, è stata la Durham University, che guida il team di archeologi impegnati nell’area di Durrington Walls, già nota agli studiosi. Solo ora, grazie a sofisticati rilievi satellitari e analisi geofisiche, si è capito che sotto quei campi si nasconde un **anello di fosse profonde**, disposte con una precisione tale da far nascere nuove domande sulle società neolitiche e la loro organizzazione.

## Una scoperta che cambia la storia di Stonehenge

Secondo i ricercatori, questo anello risale a circa 4.500 anni fa. È enorme: **più di due chilometri di diametro**, con almeno venti fosse larghe oltre cinque metri e profonde altrettanto. Una struttura colossale, più vasta di Stonehenge stessa, anche se con un ruolo diverso. “È uno dei più grandi monumenti preistorici mai trovati in Europa occidentale,” ha detto il professor Vince Gaffney, docente di archeologia a Bradford e responsabile scientifico del progetto. La notizia ha subito acceso il dibattito nel mondo accademico britannico, con esperti da Cambridge a Oxford che chiedono nuovi scavi e fondi straordinari.

Solo pochi mesi fa l’area di Durrington Walls era stata interessata da lavori di restauro paesaggistico e molti abitanti ricordano camion e tecnici muoversi tra le fattorie vicine. “Avevamo il sospetto che ci fosse qualcosa di insolito nel terreno,” racconta Michael Parker Pearson, uno dei massimi esperti di archeologia neolitica. “Ma una struttura così imponente ha sorpreso tutti.”

## Il cerchio perfetto che sorprende gli scienziati

La scoperta è merito delle tecniche moderne: radar a penetrazione, magnetometri e droni capaci di “vedere” sotto terra. “Senza questi strumenti,” spiega il geologo Paul Garwood dell’università di Birmingham, “non avremmo mai notato la precisione del cerchio.” Le fosse sono distanti più di 100 metri l’una dall’altra e formano un anello quasi perfetto. I dati sono stati anticipati alle principali riviste scientifiche; intanto proseguono i rilievi per capire se ci siano collegamenti sotterranei con altri siti nei dintorni.

Durante la giornata si sono radunati anche i primi curiosi: residenti della zona, qualche turista anticipando la stagione natalizia e persino studenti del liceo vicino a Salisbury. Il vento gelido non ha spento l’entusiasmo: “È incredibile pensare che sotto i nostri piedi ci sia qualcosa del genere,” racconta una ragazza con cappotto a quadri e scarpe infangate.

## Nuove piste sulle civiltà neolitiche

La funzione esatta dell’anello resta un mistero: potrebbe avere un ruolo rituale o essere legato ai confini cerimoniali o alla gestione dell’acqua. Gli studiosi però parlano già di una vera “svolta interpretativa” sull’epoca neolitica in Inghilterra. “Stonehenge non è più un caso isolato,” sottolinea Gaffney. “Qui c’erano comunità organizzate in grado di coordinarsi per costruire opere imponenti e capaci persino nella geometria.” Dai primi esami del materiale organico trovato nelle fosse emerge che il sito è stato frequentato per secoli e modificato più volte.

Anche la politica locale si muove: il sindaco di Amesbury, Sarah Thomson, ha chiesto un incontro urgente col ministero dei Beni culturali britannico. “Un’opportunità importante per valorizzare tutto il Wiltshire,” ha detto nel pomeriggio. La regione già attrae molti turisti ogni anno; ora si punta anche a ricadute economiche e scientifiche internazionali.

## I prossimi passi della ricerca

Nei prossimi giorni prenderanno il via nuove campagne di scavo e sarà messa una recinzione intorno all’area principale per proteggerla. Le università coinvolte collaboreranno strettamente con English Heritage per evitare danni causati dal traffico agricolo. Sono attesi finanziamenti dal National Lottery Heritage Fund.

Intanto cresce l’attesa tra gli studiosi europei: da Belgio e Germania arrivano richieste per accedere ai dati raccolti finora. “L’archeologia digitale cambia tutto,” ammette Pearson mentre cala la sera. E proprio adesso – fra vento, pioggia e rumori nei campi – viene chiaro quanto questo angolo d’Inghilterra possa ancora sorprendere chi lo vive da sempre.

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