Milano, 2 ottobre 2024 – Minorca in autunno cambia faccia: lascia alle spalle il caos estivo e si mostra più vera, più tranquilla. A raccontarla così è Alvin Delanghe, guida belga che vive sull’isola da anni. “D’inverno la temperatura si aggira intorno ai 12 gradi. Si fa il bagno fino a ottobre e si passeggia in maglietta fino a dicembre. Il vento? Quello forte di un tempo è sparito”, dice. Il clima è più dolce, la tramontana si è calmata negli ultimi trent’anni — nessuno sa esattamente perché, ma tutti lo notano. Minorca si prepara così a una stagione di pace e scoperte.
Minorca fuori stagione: voli diretti e ritmi più lenti
Raggiungere Minorca non è mai stato un problema, soprattutto per chi parte dall’Italia. Quest’anno easyJet ha aperto una nuova rotta diretta da Milano Malpensa: due voli a settimana, il martedì e il sabato, fino a fine ottobre. In poco più di un’ora e mezza si passa dai 18 gradi di Milano ai 24 dell’isola, con la possibilità di godersi spiagge, cultura e cucina anche solo per un weekend. “Minorca è come un iceberg”, avverte Alvin, “molto più di quello che si vede a prima vista”.
Un sabato tra gin, paella e panorami mozzafiato
Si arriva a Mahón, la capitale, verso mezzogiorno. L’aeroporto è piccolo e il tempo sembra già tiranno. Prima tappa: la storica Destilerías Xoriguer, per assaggiare il celebre gin de Mahón, uno dei più antichi del Mediterraneo. Poi si va a pranzo all’Arjau, vicino al porto, dove si gustano paella di terra con fegato d’anatra e paella di mare. “Non è per tutti”, scherza Alvin, ma i sapori sono forti e decisi.
Nel pomeriggio si sale a El Toro, il punto più alto dell’isola, per una vista che spazia a 360 gradi. La cena è a Casa Emilio, nella tranquilla baia di Fornells, famosa per la fideuà — la paella fatta con la pasta corta, arricchita da seppie, gamberi e cozze. La cucina minorchina, spiega Alvin, ha radici ispano-moresche, francesi e inglesi. Nei ristoranti come Tarambana (Cales Fonts) o Aquarium (Cala’n Bosch) si trovano piatti tradizionali, spesso accompagnati dal formaggio mahonès D.O.P. e bruschette con sobrasada. Nota a margine: le verdure crude sono rare, quasi sempre si trovano pomodori con cipolla e tonno.
Ciutadella: storia, artigianato e spiagge quasi vuote
La domenica si dedica a Ciutadella, la città che custodisce il cuore storico dell’isola. Le strade strette e acciottolate ricordano quelle di Malta; le case più antiche hanno verande simili ai gallariji maltesi. Il centro pulsante è la Plaça d’es Born, con l’obelisco che ricorda le vittime dell’invasione turca del 1558. A fine settembre il turismo rallenta: le strade si popolano di pochi turisti e tanti abitanti del posto.
Tra i laboratori artigianali spiccano quelli che producono le avarcas, i sandali tipici di Minorca, e botteghe come Ansa per Ansa, dove Yola Febrer crea borse in pelle indossate anche dalla Regina Letizia. Nel pomeriggio Alvin porta verso alcune delle 130 spiagge dell’isola: Cala Blanca, vicino a Ciutadella, e la selvaggia Cavalleria, con le sue rocce rosse illuminate dal tramonto. In questa stagione le spiagge sono quasi deserte, con solo qualche villeggiante sparso.
Cova d’En Xoroi: la Ibiza di Minorca
Spostandosi verso sud si arriva a Playa Cales Coves, una serie di calette a picco sul mare. Qui c’è la famosa Cova d’En Xoroi, un bar-discoteca scavato nella roccia di Cala en Porter. L’ingresso costa circa 30 euro, drink incluso, ma il panorama al tramonto — con la sagoma di Maiorca all’orizzonte — ripaga ogni spesa. “Di solito sono scettico sui locali troppo alla moda”, ammette Alvin, “ma questo è davvero speciale”. Il cocktail da provare? La pomada, gin de Mahón mescolato a limonata.
Arte e storia tra Illa del Rei e Lazareto
Lunedì mattina si parte presto con il traghetto per l’Illa del Rei, un isolotto nel porto di Mahón. Qui, nell’ex ospedale militare, dal 2021 ha aperto il centro d’arte contemporanea Hauser & Wirth Menorca, immerso in un giardino disegnato da Piet Oudolf. Poco lontano c’è il Lazareto di Minorca, costruito tra il 1793 e il 1807 per isolare chi arrivava via mare con malattie contagiose. Oggi si visitano i grandi ambienti luminosi dove un tempo alloggiavano marinai e malati.
Ultima tappa tra vigne e ulivi
Prima del volo di ritorno (easyJet parte alle 17), ultima fermata a Torralbenc, agriturismo boutique nel comune di Alaior. Ventisette camere immerse in 77 ettari di vigneti e uliveti; in cucina lo chef stellato Gorka Txapartegi propone aragoste, polpi minorchini alla griglia, maiale iberico e dolci con yogurt locale.
Alvin sorride e conclude: “Se avessimo più tempo potremmo fare birdwatching a Son Bou o visitare la Minorca Talaiotica, patrimonio Unesco dal 2023”. Per ora, basta così. Minorca fuori stagione è un iceberg da scoprire, tutto da vivere — magari alla prossima occasione.