Hanoi, 14 novembre 2025 – Dieci giorni in Vietnam sono bastati a una giovane viaggiatrice americana per vivere un’autunno fatto di piogge improvvise, mercati brulicanti e sapori inaspettati. In compagnia della madre e del compagno, è partita da New York con un volo EVA Air: venti ore di viaggio rese più dolci da un upgrade in premium economy, “cinque stelle in cielo”, ha detto lei. Il loro itinerario ha attraversato il Paese da nord a sud, toccando città e luoghi simbolo come Hanoi, la baia di Lan Ha, Hoi An, Ho Chi Minh City e il Delta del Mekong.
Hanoi: tra storia, pioggia e sapori di strada
L’arrivo a Hanoi è stato un pugno nello stomaco. Strade strette, moto ovunque e una vegetazione sorprendente. “Abbiamo iniziato con una passeggiata guidata”, racconta la viaggiatrice. Prima tappa: la celebre Train Street. Una via così angusta che, quando passa il treno – fino a dieci volte al giorno –, tutti devono ripararsi nei ristoranti lungo il percorso per evitare guai.
Poi, una visita alla prigione di Hoa Lo, simbolo del passato coloniale e della guerra. Ma il tempo qui cambia in un attimo: un tifone ha allagato la città in trenta minuti netti. “Ci siamo rifugiati da Phở Ông Thành” spiega, “ed è lì che ho capito la differenza tra il phở del nord e quello del sud: il brodo qui è più leggero, e il manzo è protagonista”.
Dopo pranzo, una tappa al Café Giảng per l’egg coffee, nato durante la Seconda guerra mondiale quando il latte scarseggiava. “Un barista di nome Nguyễn Văn Giảng ebbe l’idea di usare l’uovo come sostituto”, ricorda lei. Sulla via del ritorno, una deviazione inattesa: “Abbiamo scoperto un tempio senza insegne. Dentro, ci hanno spiegato il significato delle offerte sugli altari”.
La serata si è chiusa da Phở Cuốn 31, con involtini di manzo e erbe avvolti in carta di riso, insalata di fiori di banana, stufato di manzo con noodles fritti e cosce di rana. “Il mio piatto preferito”, confessa.
Hoi An: mercati vivaci, biciclette e mani laboriose
La seconda tappa è stata Hoi An, antica città portuale famosa per le botteghe di pelle e sartoria. “All’alba abbiamo preso le biciclette e ci siamo immersi nel mercato dell’Old Town”, racconta. Qui ha assaggiato le rose apple, un frutto quasi introvabile negli Stati Uniti, prima di pedalare tra le risaie dove bufali d’acqua e mucche pascolano tranquilli.
La giornata è proseguita con la visita a una famiglia che produce noodles di riso: “Abbiamo provato a farli con le nostre mani, dalla macinatura alla cottura”. Poi un giro in barca tradizionale di bambù, con il fondo rotondo. “Per andare avanti bisogna pagaiare in otto”.
Nel pomeriggio, un incontro con una famiglia che intreccia stuoie per dormire – “un lavoro lento e preciso” – e una passeggiata tra i templi cinesi del XVII secolo e il Museo della Cultura Popolare. Per pranzo, un bánh mì da Bánh Mì Phượng, locale diventato famoso grazie ad Anthony Bourdain.
La giornata si è chiusa con un laboratorio d’indaco a casa dell’artista Le Thuy (“abbiamo tinto le nostre sciarpe”) e una cena da Morning Glory: insalata di fiori di banana con anatra, bánh mì e pollo. La sera, fitting per stivali su misura e un cocktail bar, Hem, per un MSG Martini. Era la settimana del Mid-Autumn Festival, con ragazzi in costume che danzavano per strada al ritmo dei tamburi.
Ho Chi Minh City: mercati, Vespa e memoria
Arrivati a Ho Chi Minh City, la prima tappa è stata il ristorante Phở 2000, per rifocillarsi prima di partire all’esplorazione. Poi il mercato Ben Thanh, dove ha comprato bacchette dipinte a mano, la storica Saigon Central Post Office e l’Independence Palace. “Al War Remnants Museum abbiamo visto con i nostri occhi le conseguenze della guerra e dell’Agent Orange”, racconta.
La sera è iniziata a bordo di una Vespa d’epoca, per un food tour tra i quartieri della città. “Abbiamo mangiato dim sum da un carretto, bevuto succo di canna da zucchero con ananas, assaggiato banane fritte con sesamo nero da Bánh Chuoi HT”. Il piatto forte? Il bánh xèo: una crêpe ripiena di gamberi e maiale, da avvolgere in foglie di lattuga.
Ultima tappa gastronomica: un bánh mì preparato da un anziano artigiano locale. “Il migliore di tutto il viaggio”, assicura. Dopo cena, spettacolo all’Opera House: acrobazie e narrazione della storia vietnamita nello show A O. La notte è finita tra whisky e sigari al Firkin Bar e poi al Lost.
Consigli per chi vuole partire
Chi sogna il Vietnam, ecco qualche dritta: “Usate l’app Grab per spostarvi nelle grandi città”, consiglia la viaggiatrice. In campagna, meglio la bici; la moto solo con un autista esperto. Gli hotel? Q Hotel ad Hanoi (“spazioso”), Sena Cruises nella baia di Lan Ha, Bach Suites a Ho Chi Minh City (“con piscina sul tetto”) e Jardin du Mekong per un’esperienza in famiglia nel Delta.
“Vestitevi leggeri ma coperti”, raccomanda. Il sole picchia forte, anche sotto la pioggia. E lasciatevi sorprendere: dal profumo del brodo al rumore delle ruote sulla terra rossa delle risaie.
Vietnam, terra di contrasti e sapori forti, resta nel cuore, anche dopo il ritorno.